Pubblicato il 08/04/2020, 20:01 | Scritto da La Redazione
Argomenti:

Maccanico filosofeggia sulla tv al tempo del coronavirus

In Tv gli eroi saremo noi

Vanity Fair, pagine 96, di Nicola Maccanico

Mi sento più figlio del tempo che figlio del luogo». dice« va Benedetto Croce, filosofo, storico, scrittore. semplicemente uno degli intellettuali italiani più importanti del Novecento. Questa percezione oggi fotografa in maniera imprevedibile la realtà che stiamo vivendo. Tre miliardi e mezzo di persone sono infatti nelle proprie case e il fattore luogo. inteso come territorio di appartenenza, si è ristretto come mai nella vita moderna degli uomini ed è diventato quasi ininfluente.

Ed è il tempo, che trascorre più lentamente, a essere diventato il vero comune denominatore di queste settimane. Siamo tutti costretti a rinunciare a una parte della nostra libertà per combattere il virus, per difenderci e per proteggere altri esseri umani, magari più fragili e anziani. Viviamo tutti lo stesso tempo con le stesse regole.

L’altro nuovo protagonista del mondo al tempo del coronavirus è l’altruismo, e anche qui siamo in controtendenza. La nostra società si caratterizzava per essere sempre più globale e individuale al tempo stesso; nei messaggi, nei modelli e ancora di più nella percezione. In queste ore invece le distanze sono tornate a essere tali e l’individualismo rischia di diventare nient’altro che solitudine e quindi malinconia.

Le abitudini dell’intero pianeta sono cambiate, le vite sembrano sospese e le discussioni sui giornali, sui media e sui social vanno costantemente nella direzione di ipotizzare orizzonti temporali di ripartenza. Con l’ambizione di capire quando potremo accompagnare la parola Covid-19 con verbi al passato e quando ci verranno restituiti gli stili di vita che consideravamo intoccabili.

Discussioni comprensibili e anche stimolanti ma inevitabilmente sterili, soprattutto in questa fase. Mentre più concreta e costruttiva può essere la riflessione e l’analisi della nostra condizione attuale. Di certo scomoda, ma anche incredibilmente originale.

In estrema sintesi credo che questi giorni ci obblighino a scoprire e vivere gli elementi fondanti dei rapporti interpersonali a qualunque livello. E in questo un valore c’è.

Poi siamo meno in movimento e quindi possiamo trovare lo spazio per riflettere, esercizio inevitabilmente spesso rimandato nelle nostre vite a tratti schizofreniche, e magari abbiamo più tempo per godere di contenuti in linea con i nostri gusti e con le nostre passioni.

E qui arriviamo anche ai contenuti audiovisivi e quindi al mio lavoro, al mio pensiero quotidiano ormai da quasi vent’anni. Un mondo senza sport, con forti limitazioni alle distanze tra esseri umani e con il pubblico «costretto» a casa è un mondo che mette ancora più al centro quei contenuti che non hanno bisogno della diretta per esistere e che sono pronti a essere fruiti perché già realizzati.

Film, serie tv, documentan, per tutti i gusti e per tutte le età, hanno una responsabilità diversa dal solito e anche un’opportunità unica.

 

(Nella foto Nicola Maccanico)