Pubblicato il 18/04/2019, 17:03 | Scritto da Tiziana Leone
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Siamo sicuri che Mina alla direzione artistica del Festival di Sanremo sia una buona idea?

La direzione artistica di Mina darebbe certamente prestigio alla manifestazione sanremese. Ma sono tanti i punti critici che la Rai dovrebbe superare.

Mina è la Tim. E la Tim è Mina. Un connubio nato anni fa, a suon di bigliettoni, pagati dalla società telefonica alla voce più importante d’Italia, ma residente in Svizzera. Mina è diventata la voce degli spot, così come il ballerino con il cappello è diventato il Michael Jackson della telefonia, a ciascuno il suo.

Tim sponsor unico del Festival di Sanremo

Da tre edizioni, ormai, Tim è lo sponsor unico del Festival di Sanremo, evento per il quale sborsa milioni di euro, parecchi se si considera che la raccolta pubblicitaria dell’ultimo anno è arrivata a 31 milioni di euro. Dunque, se Mina diventasse il direttore artistico, resterebbe la voce del principale sponsor del Festival? O sarebbe in qualche modo poco opportuno? Per la Rai sarebbe forse un modo per garantirsi ancora lo presenza di uno sponsor di peso, che con Mina come direttore artistico, sarebbe magari disposto a coprire eventuali costi, là dove risultassero troppo onerosi per la Tv di Stato.

Nulla di illegale, intendiamoci, ma se la Rai sta organizzando un tavolo tra addetti ai lavori per “ripulire” il festival dalle incrostazioni di conflitti di interessi, le conviene poi infilarsi in accordi con Tim, lo sponsor unico del Festival di Sanremo, diretto da Mina, pagata da Tim?

Un direttore artistico-ologramma

Senza contare che per la tv di Stato non sarebbe poi tanto facile relazionarsi con un direttore artistico-ologramma, un nome senza volto, che sceglie, ma non ci mette la faccia, proprio quella che le case discografiche chiedono a chi decide chi mandare sul palco dell’Ariston. Certo, il nome di Mina darebbe prestigio alla manifestazione, ma se a condurre fosse davvero Amadeus, il cui agente è Lucio Presta, siamo sicuri che lascerebbe che a scegliere fosse la cittadina svizzera in totale libertà, senza metter bocca? Uno come Lucio Presta? Sicuri che Amadeus, arrivato finalmente al sancta sanctorum della tv, si metterebbe al servizio di un altro direttore artistico, limitandosi al «Signore e signori buonasera»?

Per finire, non abbiamo dubbi che Striscia la notizia sarà pronta a recarsi in Svizzera per accertare su quale conto bancario sarà addebitato il compenso al direttore artistico. Denaro pubblico, nelle riservate casse elvetiche. Senza nemmeno un euro di tasse per il popolo italico che guarda Sanremo, il Festival della canzone italiana.

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Mina)