Pubblicato il 18/03/2019, 19:03 | Scritto da Gabriele Gambini

Love, Death & Robots su Netflix: la distopia è servita con grande stile

Love, Death & Robots su Netflix: la distopia è servita con grande stile
Le pillole d'animazione prodotte da Tim Miller e David Fincher - 18 episodi disponibili dal 15 marzo su Netflix - condensano distopie e umorismo nero, oltre a tecniche grafiche d'avanguardia.

Gli episodi di Love, Death & Robots hanno una durata variabile, dai 5 ai 15 minuti

 

Vanitoso, competitivo, consumatore spendente. Soprattutto solo, incapace di ricordarsi i principi del suo essere animale sociale secondo un metro di equilibrio. Ecco l’uomo post-moderno, quello che ha smesso di credere nelle grandi narrazioni idealiste e sguazza in un mondo ultra tecnologico dove niente ha senso e tutto è relativizzabile. Sembra noioso, detto così?

In Love Death & Robots non lo è affatto. Le pillole d’animazione prodotte da Tim Miller e David Fincher – 18 episodi disponibili dal 15 marzo su Netflix – sono un gioiellino di tecnologia grafica e di umorismo nerissimo, e però spassoso.

Gli episodi hanno una durata variabile, dai 5 ai 15 minuti. Condensano il divertimento di inventare narrazioni distopiche, sperando che non si avvicinino troppo a quello che il reale già garantisce. C’è la fantascienza, c’è la satira, c’è il porno soft. Ci sono linguaggi diversi e sovrapposti. Storie capaci di raccontarci il rischio che correrebbe l’umanità se gli yogurt decidessero un giorno di dominare il mondo. O che cosa potrebbe accadere se un demone risvegliato per sbaglio da due archeologi si mettesse a succhiare le anime degli sventurati capitati a tiro. C’è la guerra in Afghanistan narrata con gli occhi di un Mutaforma. Robot che ricordano volutamente Terminator.

Ogni storia è raccontata con stili d’animazione diversi, non omogenei, dal 2D al 3D photo real CGI, ed è stata creata da una squadra di registi provenienti da tutto il mondo. Il risultato è densissimo e ammaliante. Eleva il concetto di cartone animato per adulti a un livello di fruizione che va oltre la scontata meraviglia per le eccellenze tecniche.

Gabriele Gambini

(nella foto un momento di Love Death & Robots)