Alessandro D’Ambrosi: Il mio Romolo, spettro grottesco e surreale della realtà
Autore e interprete di Romolo+Giuly, la serie al via questa sera su Fox, Alessandro D’Ambrosi racconta il suo Romolo, che finalmente arriva in tv dopo anni di lavoro
Li abbiamo visti sui cartelloni pubblicitari in ogni città, attaccati su autobus e tram di ogni quartiere, ciascuno con una propria espressione, ognuno con una battuta: i protagonisti di Romolo+Giuly, la serie di Fox al via questa sera alle 21.15, arrivano finalmente in tv. L’attesa è alta, e come sempre quando si tratta di qualcosa di importante, c’è anche la polemica.
Sul web, alcuni personaggi, come il milanese interpretato da Giorgio Mastrota, o la Giuly, interpretata da Beatrice Arnera hanno scatenato le ire di chi, confuso tra finzione e realtà, ha creduto che i loro scherzi e le loro battute volutamente surreali su Napoli, Roma o Milano fossero vere. È il prezzo del successo, nonostante la serie, scritta da Alessandro D’Ambrosi, che interpreta Romolo, Michele Bertini Malgarini, che è anche il regista e Giulio Carrieri, non sia ancora andata in onda.
Un cast ricco di partecipazioni importanti, da Mastrota, a Paolo Bonolis a Giorgio Panariello, con un inedito e divertente Fortunato Cerlino, pronto a prendere in giro il suo stesso Don Pietro Savastano, crudele boss di camorra interpretato in Gomorra. Ma al centro di questa guerra mondiale italiana che vedrà i campanili d’Italia pronti a darsi battaglia per conquistare il potere dello stivale, restano loro, i due giovani protagonisti, Romolo e Giuly, divisi da una Roma frazionata tra Nord e Sud, così come un tempo furono i Montecchi e i Capuleti della tragedia shakespeariana, che tornano in una versione riveduta e corretta. L’augurio di D’Ambrosi è che il genio inglese non si rivolti nella tomba, come lui stesso spiega in quest’intervista a TvZoom.
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Tiziana Leone
(Nella foto Alessandro D’Ambrosi)