Pubblicato il 16/09/2018, 15:00 | Scritto da H. Maltese

La Resistenza di Tom Waits

Ribot ha infatti assemblato un album intitolato “Songs of resistance 1942-2018“: si tratta di una raccolta di canzoni di protesta ispirata all’elezione di Trump

Donald Trump, fra i (pochissimi vien da dire) talenti naturali che ha, possiede quello di riuscire a coalizzare musicisti e artisti contro la propria persona. Del resto, a dispetto del fatto che il popolo americano o chi per esso pare averlo votato con un certo entusiasmo, non è difficile condividere le posizioni di chi lo avversa.

Ma lasciamo perdere il Trump-bashing, che è come sparare contro la Croce Rossa, anche se purtroppo questa Croce Rossa è a capo degli Stati Uniti e non è una cosa trascurabile…

Dicevamo di musicisti vs Trump. Una delle ultime iniziative in questo senso arriva dal chitarrista e compositore Marc Ribot (con una blasonatissima carriera al fianco di nomi come Tom Waits, John Zorn, Elvis Costello, Vinicio Capossela, Jack McDuff, Wilson Pickett, Mazapegul, Mimmo Locasciulli, Boris Savoldelli, Mike Patton, Elton John, Chiara Civello, Diana Krall, Naïf Hérin, Sarah Jane Morris, Marianne Faithfull, David Sylvian e Arto Lindsay).

Ribot ha infatti assemblato un album intitolato “Songs of resistance 1942-2018“: si tratta di una raccolta di canzoni di protesta ispirata all’elezione di Trump, con brani inediti e rivisitazioni di pezzi classici del canzoniere americano e non. Fra i brani troviamo una intrigante “Bella Ciao”, per incidere la quale Ribot ha chiamato nientemeno che il buon Tom Waits, con la sua voce scartavetrante.

E questa “Bella Ciao” in versione pulp è forse il momento più alto dell’album. Avevate mai sentito una cover del genere? La risposta è no. E questo trattamento Waits è in grado di dare una sorta di nuova vita a un pezzo che, sentito e risentito, ha un po’ perso la valenza del messaggio che veicola. Un messaggio di libertà e – diciamolo – antifascismo. Che di questi tempi male non fa.