Pubblicato il 03/06/2018, 14:00 | Scritto da H. Maltese
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Ecco Ye di Kanye West, ovvero: diario di un ego ipertrofico

Quello che mi intriga, in questi giorni, è leggere – in occasione dell’uscita del suo nuovo lavoro, Ye – le dichiarazioni di West, che come al solito non è certo restio a esprimersi

Kanye West non è certo uno sprovveduto; nella peggiore delle ipotesi è comunque uno che, come direbbe il fantozziano Conte Catellani, ha un gran culo e quindi ogni cosa in cui si cimenta funziona. Ma non è il caso di disquisire sul reale impatto del suddetto eventuale culo nell’economia del suo successo, che è vario e in campi che esulano anche il semplice scrivere pezzi, inciderli ed esibirsi su un palco.

Quello che mi intriga, in questi giorni, è leggere – in occasione dell’uscita del suo nuovo lavoro, Ye – le dichiarazioni di West, che come al solito non è certo restio a esprimersi. E allora scopriamo che il titolo deriverebbe dalla Bibbia, in cui – a detta di West, la parola tu (“ye”) sarebbe la più utilizzata. Cominciamo subito sparando alto, insomma.

Poi si passa alla musica. E, ovviamente, i brani di “Ye” sono SPECIALI a suo dire. Anzi, riflettono “l’energia dell’universo”… e scusate se è poco. Aggiungiamo, poi, che il disco contiene sette pezzi per un motivo ben preciso: il significato numerologico del 7 e la conferma della potenza di questo numero avuta visitando l’archivio di cimeli di Michael Jackson («Ho visto che aveva tutti questi giubbotti con scritto 7-7-7, quindi, sì, così è a posto»: ipse dixit).

Se vi interessasse sapere qualcosa sulla qualità della proposta, Kanye è in grado di soddisfarvi portandovi addirittura a un livello superiore: «Sono convinto che quando arrivi verso una certa età molta gente pensi “No, ora che hai più di 30 anni non vogliamo più sentire la tua musica”. Ma io sono arrivato a un punto in cui faccio semplicemente arte. Fine».

Ye non supera i 23 minuti di lunghezza: è una specie di instant-album, col sapore di qualcosa di assemblato nel corso di pochi giorni (non più di un mese comunque, visti i riferimenti a eventi di attualità nei testi). Vien da pensare che West ha inventato l’EP – anzi l’instant EP. Cioè non ha inventato niente… anche se, come è normale che sia, cerca di vendercelo come un’ideona che solo lui poteva avere. Non ci resta che ascoltare Ye. Che appunto, se non altro, ha il pregio aprioristico di non annoiare, vista la concisione.

 

H. Maltese

 

(Nella foto Kanye West)