Gli U2 alla corte di Jack White. O viceversa. O chissene…
Gli U2 hanno suonato 2 brani nel negozio di Jack White
Gli U2. Milioni di copie vendite. Stadi pieni di fan. Status da rockstar mondiali senza se e senza ma. Questi signori – beati loro, non facciamo sempre finta che ci faccia schifo il successo, dai – a cui non manca nulla o quasi, semidivinità musicali, decidono una cosa alla “fàmolo strano” e, lasciando guardie del corpo, megascenografie, plotoni di roadie e staff fuori dalla porta, si intrufolano in un negozio di dischi di Nashville per suonare due canzoni acustiche.
È il negozio della Third Man, l’etichetta di Jack White, ossia l’ex White Stripes ossia quello di “Po po po po po poooo pooooo”. In versione – come dicono l’ammericani – stripped down, Bono e i suoi hanno suonato Love Is Bigger Than Anything in Its Way e Red Flag Day. Basso acustico, chitarra acustica, timpano+rullante e voce. Una performance poco memorabile a dire il vero (lo sbadiglio è in agguato ogni 5-6 secondi… forse complice anche la scelta dei pezzi), ma con quella patina da “siamo ancora i ragazzi da garage di una volta”, se vogliamo, che per qualche istante sembra rendere più umani anche personaggi così trucidamente mainstream.
Ma, a ben analizzare, la distonia è proprio questa. Perché gli U2 hanno sentito il bisogno di fare una simile cialtronata esibizionista? Per dimostrare di essere “underground”? Bono & c. vi informo che White non è più molto underground (per sua fortuna, per carità). Certo, lo è a vostro confronto probabilmente, ma non stiamo parlando di gente che suona nei pub e nei club. Anzi.
Più comprensibile la motivazione di Mr. White: dalla session sarà ricavato, per Third Man, un singolo in edizione limitata che i fan degli U2 non mancheranno di acquistare. Quindi dobloni, dinero, cash, moneta. Andando ancora più a fondo, sorge un interrogativo: sono gli U2 a essere andati alla corte di White, o viceversa? Bono & c. hanno bonariamente benedetto con la propria presenza la Third Man, oppure la Third Man ha magnanimamente accolto questi dinosauri rock nella propria culla?
È difficile da stabilire e, oggettivamente, forse non frega nulla a nessuno. L’unica cosa che viene da dire è che ne avremmo tutti fatto a meno senza nulla soffrirne.
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H. Maltese
(Nella foto gli U2)