Pubblicato il 01/03/2018, 19:00 | Scritto da Gabriele Gambini

Paramount Channel festeggia due anni di vita con The Italian Job

Paramount Channel festeggia due anni di vita con The Italian Job
Paramount Channel snocciola numeri convincenti in occasione del suo secondo compleanno e, attraverso una ricostruzione documentaristica, decide di raccontare il rapporto tra l'industria cinematografica italiana e lo storico marchio hollywoodiano a cui deve il nome.

Paramount Channel colpisce il pubblico dei cosiddetti storylovers, allestendo un palinsesto in equilibrio tra titoli storici e prime visioni di film suddivisi per aree tematiche

Paramount Channel ha festeggiato i due anni di età sul digitale terrestre con la messa in onda di The Italian Job: Paramount Pictures e l’Italia, prima produzione orginale del brand, in concorso al David di Donatello 2018 nella categoria Miglior Documentario e Finalista nella Selezione 2018 ai Nastri d’Argento. Il film, scritto e diretto da Marco Spagnoli, è prodotto da Ascent Film da un’idea di Luca Cadua per Kenturio, realizzato in collaborazione con Cinecittà Luce e Centro Sperimentale di Cinematografia. Ha un valore narrativo emblematico.

Da un lato ripercorre la storia dell’iconico marchio hollywoodiano dal dopoguerra a oggi. Dall’altro, con le testimonianze di personaggi come Enzo Lucherini, Felice Laudadio, Roberto Faenza, Tonino Pinto, Claudio Masenza, Gianni Bozzacchi, Don Most, Massimo Cristaldi, Paola Corvino, Franco Mariotti e la partecipazione straordinaria di Greta Scarano, Andrea Delogu, Francesco Montanari, Francesco di Raimondo, Anna Pavignano, racconta, senza troppa retorica, alcuni aspetti dello scambievole rapporto tra l’Italia e Hollywood. Dalle necessità di aderenza politica – dal dopoguerra l’Italia è diventata avamposto occidentale del contezioso culturale tra mondo liberale e blocco sovietico, con tutte le conseguenze, positive e negative del caso -, alla crescita artistica del fenomeno Cinecittà, che ha avuto nel contributo della Paramount un innesco utile.

L’Oscar vinto da Anna Magnani, le esperienze d’oltreoceano di Virna Lisi, Audrey Hepburn a Roma, ma anche la produzione di pellicole rimaste nell’immaginario come Vacanze Romane, Zoolander, la saga de Il Padrino, Indiana Jones e L’Ultima Crociata. Sembra una carrellata di ricordi per nostalgici, in realtà si tratta di un passato molto utile per capire la direzione intrapresa dal canale Viacom sotto la direzione di Sergio Del Prete. Nei due anni di vita, snocciola numeri interessanti: l’1% di share sul totale individui, con picchi di 1,2% sul target 25-54. Tra i successi più rilevanti sul target 25-54 ci sono Noah con il 5,6% di share sul target 25-54 (4° canale nazionale), La casa nella prateria con il 2,1% di share (1° canale digitale di intrattenimento sullo slot al mattino) e IT con il 2,9% di share (1° canale digitale e uno degli eventi con il maggior riscontro social), mentre Padre Brown ha ottenuto l’1,9% sul target 4+ (top performer in prime time del venerdì). Le scelte editoriali hanno un valore strategico. Insistono sul pubblico dei cosiddetti storylovers, allestendo un palinsesto in giudizioso equilibrio tra titoli storici e prime visioni di film sbancabotteghino, suddivisi per aree tematiche. Ritagliandosi una fetta di pubblico intergenerazionale che, scanalando al numero 27 del telecomando, compie una scelta precisa. Premiando un’operazione che ha nell’alta riconoscibilità la base del suo confezionamento.

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto la locandina di The Italian Job)