Pubblicato il 09/12/2017, 16:01 | Scritto da La Redazione

Drusilla Foer: Vorrei fare la valletta a Sanremo

La giurata di StraFactor sogna il festival. «Italia bigotta? Stiamo migliorando»

 

 

Rassegna Stampa: Libero, pagina 28, di Fabrizio Biasin

 

DRUSILLA FOER «Vorrei fare la valletta a Sanremo»

La giurata di StraFactor sogna il festival. «Italia bigotta? Stiamo migliorando»

 

Buonasera. Devo utilizzare il «tu», il «lei», il «voi»… «Ma il “tu”, ovviamente! O anche il “loro” se preferisci». Drusilla Foer è una donna incredibile, ha un passato misterioso e un presente da giudice di StraFactor al fianco di Elio e Jake la Furia. II programma è terminato giovedì in contemporanea con la semifinale di X Factor, noi abbiamo proceduto con l’interrogatorio. Quanti anni hai Drusilla? «Non me lo ricordo». In che senso. «Non li calcolo. Più di 40 comunque. E meno di 70». Cosa ci fai a StraFactor? «In passato mi hanno chiesto di fare delle cose, ma la televisione è faticosa e io sono anziana, però l’idea che questa volta fossimo in tre a dividerci le fatiche mi ha convinto». Conoscevi i tuoi «colleghi»? Jake, per esempio. «Sì, avevo visto un suo video con tutti dei sederi… Mi ha fatto simpatia. A volte ci spifferiamo delle volgarità indicibili, ma non vanno in onda: fanno dei tagli funesti». Dove nasce il tuo nome? «Da una nottata di sesso sfrenato dei miei nonni in America. Erano su un battello che si chiamava Drusilla. II battello è diventato monumento storico, una sorta di pezzo d’antiquariato. Come me, insomma». È vero che hai alle spalle 5 matrimoni falliti? «Ma no. Sono stata sposata una volta con un texano orrendo, che poi mi ha tradito. Poi mi sono sposata non giovanissima con Hervé Foer, un belga, il mio ultimo amore». È vero che ami le cene a 6? «Sì, perché si parla. In 4 se c’è uno che ti sta sulle scatole è un guaio, 8 sono troppi». …e odi gli aperitivi. «Detesto. Si beve a stomaco vuoto, si dicono stupidaggini». A teatro sei Eleganzissima. Di cosa si tratta? «A una certa età si sente l’esigenza di lasciare un segno. Siccome ho avuto una vita randagia, ho collegato il tutto con la musica ed è nato uno show». L’Italia è ancora bigotta? «L’Italia non sarà mai priva di bigottismo, vive il contrasto tra la voglia di mare, sole, baci davanti al Vesuvio… e il Papa. Comunque ora siamo messi meglio rispetto a prima, si sì». Di Weinstein che mi dici? «Mi stupisco. Il sofa del produttore esiste dagli Anni 20. Quando si smetterà di pensare che si può avere un ruolo fuori dal proprio talento, queste cose non capiteranno più». Platinette ti piace? «Abbiamo fatto un film insieme, Magnifica Presenza di Ozpetek. È una persona di grande sensibilità, cultura, cura dei rapporti» «Nasci» grazie alla rete, cosa pensi dei fenomeni che esplodono con Internet? «Beh, una come Orietta Beni, per esempio, ha dovuto imparare a mostrarsi, oggi è più facile: ti metti in camera da letto, pigi e ti fai vedere…». Ti sei chiesta perché piaci così tanto? «No, semmai mi chiedo perché non piaccio». Chi preferisci tra Mara, Fedez e Agnelli? «Con Mara siamo amiche, giochiamo a burraco ma io sono una pippa. Manuel ha un aspetto minaccioso, ma nasconde una grande dolcezza». E Fedez? «Non abbiamo grandi rapporti, è sempre in camerino. Comunque è carino, bellino, pocket size». Anche la sua fidanzata, la Ferragni, nasce dal web. «Sì, è una influencer. Una volta era un’accezione negativa, si diceva “non farti influenzare!”, ora il web propone dei soggetti che ci dicono la loro opinione, che sia richiesta oppure no». Parliamo dei classici «progetti per il futuro». «Quelli che lavorano con me pensano che io sia Beyoncé, ma io sono vecchia! Non ne posso più. Però farei volentieri la valletta a Sanremo, adorerei. Ma forse sono troppo alta». Quanto? «1 e 85». Beh, in effetti può essere un problema… «Mah, ci sono piccoli uomini che hanno una grande considerazione di sé. Chiambretti, per dire, è molto simpatico». E Berlusconi? «La sua persistenza in politica significa che o non ci sono i sostituti o che lui si rompe le scatole a casa». Corteggiatori ne hai? «Sììì, mi scrivono, mi dicono cose carine, anche volgari. Io gli dico che sono vedova e loro si mettono l’anima in pace». Drusilla, spero di vederti da qui ai prossimi 50 anni. «Ma sei pazzo? 50 anni? Non ci arriverò mai! Con tre capelli in testa poi. Se almeno fossi un uomo potrei dire come Humphrey Bogart “non sono importanti i capelli in testa, ma i peli sul petto”. E invece…».

 

(Nella foto, Drusilla Foer)