Pubblicato il 26/11/2017, 13:01 | Scritto da La Redazione

Aldo Grasso: The Wall con Gerry Scotti piace ai giovani

The Wall, il nuovo gioco a premi di Canale 5 che piace ai giovani

Rassegna stampa: Corriere della sera, di Aldo Grasso.

Su Canale 5 è arrivato “The Wall” condotto da Gerry Scotti: c’era molta attesa per quello che è considerato il format di game più ambito sui mercati internazionali.

È partito con un picco, la scorsa settimana, il nuovo gioco a premi del preserale di Canale 5, che sfida l’ormai classico L’Eredità di Rai 1 (che, nel frattempo, ha varcato la soglia delle 6.600 puntate: un vero record). Lunedì sera, The Wall, condotto dal re del game Gerry Scotti, ha raggiunto 5.027.000 spettatori medi, per uno share del 23,8%. C’era molta attesa per quello che è considerato, da un anno a questa parte, il format di game più ambito sui mercati internazionali (made in Nbc, ha già visto adattamenti in moltissimi Paesi, fra cui Francia, Spagna, Germania, Australia, Russia, Brasile…).

E l’attesa — per il meccanismo di gioco, per l’imponente scenografia del «muro» che «dà e toglie» — si è tradotta in ascolti: sorpasso in corsa di Rai 1, e un pubblico molto in linea col target commerciale della rete. Su quest’ultimo (ovvero gli spettatori fra 25 e 54 anni) lo share è superiore a quello raccolto sull’intera platea. In altre parole, The Wall piace in particolare agli spettatori più giovani, ai 15-24enni (24,5% di share), ai 35-44enni (22,3% di share), e agli adulti nella fascia 45-54 anni (23,6% di share).

Per tutta la settimana, le parti centrali dei due programmi — L’Eredità e The Wall — si sono confrontate in un testa a testa: Rai 1 ha tenuto la leadership (sopra ai 5 milioni), ma Canale 5 ha ben inseguito con oltre 4 milioni e 300mila spettatori (anche passato l’effetto novità).

Ma il vero vantaggio di Canale 5 consiste nell’aver avviato tre produzioni di game — Caduta libera, Avanti un altro e The Wall — destinate a passarsi il testimone, evitando una rapida usura. «Il muro» ha funzionato bene in molti Paesi, in alcuni (come la Spagna) è stato più deludente. La grandiosa scenografia, che è parte importante dell’investimento, consente a Milano di attirare le produzioni di altri Paesi: gli ungheresi si sono già prenotati.

In collaborazione con Massimo Scaglioni elaborazione Geca su dati Auditel

 

(Nella foto Gerry Scotti)