Pubblicato il 07/10/2017, 14:01 | Scritto da La Redazione

Legnini, vicepresidente del Csm: no ai giudici tra talk show e aula

Nell’Euro dei diritti, in nessun Paese questo passaggio è consentito con tale facilità

Rassegna Stampa: Corriere della Sera, pagina 11, di Fabrizio Caccia

Il vicepresidente del Csm non nomina Davigo, ma accusa “chi passa da tv e giornali alla Cassazione”. 

«Ho letto le dichiarazioni ma non intendo fare commenti», risponde lapidario al telefono Piercamillo Davigo, giudice di Cassazione ed ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati. Le dichiarazioni sono quelle del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Giovanni Legnini, intervenuto ieri a Roma al congresso straordinario delle Camere penali: «Non è in discussione la liberta di espressione per ciascun magistrato — ha detto Legnini — ma in nessun Paese europeo sarebbe consentito passare con tale facilità dai talk show e dalle prime pagine dei giornali all’esercizio di funzioni requirenti, giudicanti e anche alla presidenza di collegi di merito e di Cassazione…».

Proprio quest’ultimo riferimento alla presidenza di collegi di Cassazione — Davigo è presidente della II Sezione Penale presso la Suprema Corte — ha fatto pensare che Legnini ce l’avesse con l’ex pm di Mani Pulite, ospite martedì scorso di Giovanni Floris a diMartedì su La7 dove ha parlato di giustizialismo e lotta alla corruzione, poi giovedì ad Agorà, il programma di Serena Bortone su Rai 1, e infine ieri in prima pagina sul Corriere, intervistato da Giovanni Bianconi. Ma a chi gli chiedeva se le sue critiche contro la sovraesposizione mediatica delle toghe fossero da intendersi rivolte a Davigo, Legnini ha replicato senza specificare: «Mi voglio solo riferire al fatto che, nell’Europa dei diritti e del rispetto delle funzioni istituzionali, in nessun Paese ciò è consentito con tale facilità».

Poi, però, ecco un nuovo affondo: «Non esistono disposizioni e norme che consentono di arginare questo fenomeno, ma l’argine spetta a ciascuno dei protagonisti, soprattutto a chi tiene al rispetto sacrosanto dell’indipendenza e dell’imparzialità della magistratura che deve essere percepita come tale da ciascun cittadino». Non va per il sottile, invece, II vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, di Forza Italia, che chiama in causa direttamente l’ex capo di Anm: «Davigo continua ad andare in televisione e a fare interviste sui giornali. Nega di voler partecipare alla vita politica, ma si comporta da leader politico emettendo giudizi su tutto e su tutti. Leggo anche preoccupato che potrebbe diventare il presidente della Corte di Cassazione. La trasformerà in una tribuna elettorale permanente più di quanto non sia già avvenuto in questi anni? Mi auguro davvero che il Csm eviti l’errore. Davigo parla ovunque di tutto, dimostrando che indossano la toga persone che non possono valutare il comportamento dei cittadini nei tribunali, perché non autonome e indipendenti».

 

(Nella foto il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini e sullo sfondo il magistrato Piercamillo Davigo)