Pubblicato il 05/05/2017, 13:34 | Scritto da La Redazione
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Papa Francesco attore in un film: farà sé stesso

Il Papa al cinema interpreta sé stesso: “Lancerà un messaggio per i giovani”

Rassegna stampa: Corriere della Sera, di Valerio Cappelli.

L’attore pontefice. Non è così al cento per cento, perché Papa Francesco interpreta se stesso. Ma poco ci manca. In ogni caso per la prima volta il capo della chiesa cattolica recita in un film. Succede in Beyond the Sun della regista Graciela Rodriguez. Sarà presentato al mercato del Festival di Cannes per essere venduto in tutto il mondo. «Il Papa lancerà un messaggio spirituale rivolto ai giovani», dice il produttore, un giovane italiano di 29 anni, Andrea Iervolino. Non esce di casa se non ha il rosario in tasca, «sono un cattolico esagerato». Questo non basta per convincere Francesco a recitare. «Ha dimostrato di essere un Papa speciale, si capisce perché sia così amato dalla gente».

La storia di quattro teen-agers in cerca della parola di Gesù – Il Vaticano ha i suoi tempi e dopo mesi ha dato l’autorizzazione alla società Ambi del produttore (la cui socia è Monika Bacardi, vedova di Luis, la famiglia del rum) di parlare del film, cercando di dire il meno possibile, secondo antiche abitudini. E’ la storia di quattro teen-ager che fanno catechismo e sentono parlare di Dio. Vanno in cerca delle parole di Gesù seguendo i Vangeli. Il controllo della Chiesa è stato ferreo, d’altra parte Andrea è l’unico cineasta, almeno in epoca recente, che ha potuto piazzare la cinepresa all’interno del Vaticano (non fu concesso agli «atei» Nanni Moretti e Paolo Sorrentino); il resto del film è stato girato nell’Argentina di Francesco.

«Abbiamo avuto due adviser spirituali per la sceneggiatura, il vescovo della Chiesa argentina e il segretario generale dell’Azione Cattolica». Iervolino non può raccontare il suo incontro con Francesco, ma «la nostra storia vuole incoraggiare il pubblico di ogni età a trasmettere le parole di Gesù, per vivere una vita migliore, fare buone scelte e aiutare il prossimo. Il Papa ci ha chiesto un film rivolto ai bambini per riflettere sul messaggio rivoluzionario di Gesù». Cinema e carità, i profitti andranno a due associazioni no-profit argentine che aiutano bambini poveri, El Almendro e Los Hogares de Cristo.

Il produttore, partito povero da Cassino, ha conquistato Hollywood – Un altro film è la storia di questo giovane produttore, partito da Cassino e arrivato a Los Angeles. Ha tra i clienti Disney, Amazon, Netflix. Variety l’ha inserito tra i «Wonderful people di Hollywood». «Ero timido, balbuziente, deriso dai compagni, soldi in famiglia pochi, nel cinema ho cominciato da adolescente chiedendo aiuto ai negozianti di Cassino e all’Abbazia di Cassino».

«Ho cominciato vendendo merendine a scuola» – Sua madre, canadese, fu abbandonata dai genitori e adottata da una famiglia di migranti italiani che viveva laggiù: «Per paura che sarebbero ricomparsi i veri genitori sono tornati in Italia, nel paesino a sette chilometri da Cassino da cui provenivano. Mio nonno vendeva fiori sulla strada, morì giovane. Mamma mi ebbe che aveva 19 anni, papà non dico che fosse alcolizzato ma beveva tanto, ci picchiava, balbuzienti sia io che mio fratello, quando si è genitori così giovani i figli sono costretti a crescere prima del tempo. Alle elementari la maestra pensava che fossi un ritardato mentale, conoscevo solo la violenza a casa, gli amici mi escludevano». Il primo affare, con la merendina: «Dicevo che il mio snack, preso al discount, era canadese. Lo rivendevo al doppio. Non avevo giocattoli, inventavo storie chiuso nel soppalco. E passavo interi pomeriggi a sognare. Facevo mille lavoretti, cercavo l’autonomia fin da piccolo».

I primi aiuti economici all’Abbazia di Cassino – Diede una mano a organizzare uno spettacolo a Bibione, si innamorò della scrittura. Decise di girare un film: Il cavaliere innamorato. Una storia in costume ambientata nel Medioevo. Tutto amatoriale. Facevo l’attore, il regista, il produttore. Mi servivano soldi per i cavalli, le corazze, le location; all’Abbazia di Cassino c’era un evento di piazza e mi aiutarono. Feci recitare il barista e il postino. Andai dai negozianti: è la prima volta che si fa un film intero a Cassino, finanziatemi. Non trovando nessuna sala (a Roma nessuno mi rispondeva), mi inventai proiezioni con dibattito nelle scuole scuola. Cominciai a monetizzare».

Ha finanziato progetti con Al Pacino, Nicole Kidman, Dustin Hoffman  – A 19 anni il primo film professionale. Poi l’America, rompe le scatole, bussa, chiedete e vi sarà dato dice il Vangelo: riesce ad arrivare ad Al Pacino, Dustin Hoffman, Nicole Kidman, Alec Baldwin, Antonio Banderas, e ci lavora insieme. «Ho superato le loro iniziali perplessità, in USA ti danno una possibilità, vedono quello che vuoi fare». Produce film con le star americane in Italia, con maestranze italiane, creando ricchezza in Italia. Considera Luciano Martino, il produttore morto nel 2013, un padre; ha due società, a Toronto e Los Angeles. Ora balbetta meno. Ha 29 anni, l’ultimo il compleanno il ragazzo vittima dei bulli che non ha compiuto 30 anni l’ha passato con John Travolta.

(Nella foto Papa Francesco)