Pubblicato il 10/12/2016, 14:01 | Scritto da La Redazione

Paolo Bonolis: «Abbiamo insegnato che l’ironia è un salvacondotto nella vita»

Il conduttore parla degli esordi

 

 

Rassegna Stampa: La Stampa, pagina 33 di R. Pav.

 

II presentatore Paolo Bonolis

“Abbiamo insegnato che l’ironia è un salvacondotto nella vita”

 

Nello scrivere i testi ci mettemmo la dolce cattiveria e il dolce cinismo dei bimbi senza ipocrisie 

 

Paolo Bonolis, ha condotto i primi sette anni di Bim Bum Bam. Le è capitato di rivedere le immagini di quel periodo? «Come no, a casa ho dei video. Li ho anche guardati con i miei bimbi. Si stupiscono della differenza tra quel ragazzo e il loro papà, vedono il disfacimento fisico».

Riconosce nel giovane Paolo i tratti dell’uomo di televisione che è diventato?

«C’erano i germi della volontà di non percorrere il protocollo. Nei primi tempi a scrivere i testi era quella bravissima scrittrice che è Lidia Rayera, secondo me però c’era troppo bingnao nel linguaggio con cui si rivolgeva ai bimbi, io volevo cambiare. A me quando ero bimbo sembrava da pazzi che un adulto si rivolgesse a me in maniera diversa da come parlava con un altro adulto. Ne discussi molto con Alessandra Valen Manera che era la capo-struttura della tv dei ragazzi di Fininvest e le chiesi di farci fare una prova. Così io e Giancarlo Muratori, la voce di Uan, iniziammo a scrivere i testi e fu un successone. Ci mettemmo la dolce cattiveria e il dolce cinismo dei bambini, senza ipocrisia: grasso è grasso, brutto è brutto. Fu una rivelazione, acquistammo ai loro occhi credibilità».

Gli sketch tra lei e Uan erano molto divertenti.

«Divertendoci insegnavamo ai bambini che l’ironia è un salvacondotto nella vita. Noi ricevevamo 300mila lettere all’anno, quando c’erano disegni orribili, noi lo dicevamo, li prendevamo in giro e i bambini ridevano con noi. L’ironia è una chiave che mi accompagna sempre».

A Bim Bum Bam si sono avvicendati molti conduttori, ma una carriera come la sua non ha pari: bravura o «sliding doors»?

«Un insieme di queste cose. Non so cosa sia successo agli altri, ma io sono stato fortunato perché nella vita ho trovato gli interlocutori giusti, ho coltivato l’arte dell’incontro».

Così è avvenuto il suo passaggio alla conduzione di Urka dove è nato il sodalizio con Luca Laurenti.

«Parlare ai bambini mi era diventato troppo stretto, ne parlai con Berlusconi che disse: “vedremo”. Poi ci fu la possibilità di sostituire Corrado Tedeschi alla conduzione di Doppio Slalom, «Vede che mi sono ricordato di lei?», mi disse Berlusconi. Lo condussi per sei mesi, poi arrivò Urka che diede il via a un’altra storia».

E le sue compagne di conduzione?

«Tutte molto brave: Licia Colò, la mia prima partner, Manuela Blanchard, con la quale condussi per più anni, e Carlotta Pisoni Brambilla con cui chiusi la mia esperienza nel programma. Uan e il povero Muratori (morto a 38 anni di tumore, ndr) sono stati la spalla dei cartoni animati, Titti per Gatto Silvestro o Beep Beep per Willy il coyote. Rimproverava le mie miserie umane, inconsapevole delle sue stesse miserie, la donna leniva questo strazio, pur essendo, alla fine, scema come gli altri due. Il messaggio era: va accettata una gestione demente dell’esistenza».

Ma i cartoni animati li guardava?

«No, per nulla. Ero già grandicello. Anzi i puffi non li sopportavo proprio, con Uan ci divertivamo a schiacciarli. L’azienda non apprezzava molto, ma noi ci divertivamo un sacco».

 

(Nella foto, Paolo Bonolis)