Pubblicato il 07/12/2016, 11:34 | Scritto da La Redazione
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Prima della Scala: in diretta su Rai 1 con Milly Carlucci

10 buoni motivi per vedere questa Butterfly

Rassegna stampa: La Stampa, di Alberto Mattioli.

Stasera alla Scala prima pucciniana: diretta su Rai1 dalle 17.45. Dirige Chailly. Mattarella assente, causa crisi di governo.

Ci siamo. Alle 18, la Scala apre con Madama Butterfly di Puccini. Ecco dieci persone o motivi, più o meno ragionevoli, per non perdersi la prima. Non serve comprare uno dei 21 posti che ieri alle 20.45 risultavano ancora disponibili, anche perché sono carucci (platea a 2.400 euro). Provvede Rai 1, diretta dalle 17,45.

  1. Giacomo Puccini

La Scala presenta la Butterfly «originale», cioè quella che debuttò qui il 17 febbraio 1904. Come si sa, i «cannibali» (copyright di Puccini) del pubblico trasformarono la serata in un fiasco inaspettato e memorabile. L’opera morta a Milano risorse a Brescia il 28 maggio seguente, ma dopo che Puccini l’aveva profondamente rimaneggiata. Per esempio, passando da due atti a tre. Insomma, se Butterfly è da allora una delle opere più popolari del mondo, stasera non sarà la solita Butterfly. Improbabile peraltro che gli happy few della platea se ne accorgano. Per dire: due prime fa, la presidentessa degli Amici della Lirica (sic) disse in tivù che il libretto del Fidelio di Beethoven era stato scritto da Goethe e rivisto da Boito.

  1. Riccardo Chailly

Il padrone di casa ama Puccini e, soprattutto, ne è riamato. Da direttore principale della Scala finora ha diretto Turandot e Fanciulla del West, entrambe benissimo. Si spera che non ci sia due senza tre.

  1. Alvis Hermanis

Il regista lettone a Milano ha fatto una buona produzione di Die Soldaten e una disastrosa dei Due Foscari. A giudicare dalle foto e dalle chiacchiere preventive, dovrebbe essere una Butterfly poco rischiosa perché molto tradizionale, con sontuosi costumoni giapponesi, case a soffietto e ciliegi in fiore come da libretto.

  1. Maria José Siri

Cio-Cio-San è un soprano uruguaian-veronese di simpatia travolgente. Ultimamente è stata una spettacolare Odabella nell’Attila e una Norma problematica. Con questa Butterfly si gioca la definitiva consacrazione come star di primo piano.

  1. Le altre voci

Per Pinkerton c’è uno yankee vero, Bryan Hymel, di solito non catalogato alla voce pucciniani (e senza romanza, nell’ur-Butterfly non c’è). Sharpless è Carlos Alvarez, Suzuki Annalisa Stroppa.

  1. Tivù, radio e cinema

La copertura mediatica è impressionante. Della diretta si è detto: con i conduttori Antonio Di Bella e Milly Carlucci c’è anche il nostro Sandro Cappelletto. Dirette tivù anche in mezza Europa, su Rai Radio3 e in circa 500 cinema di tutto il mondo.

  1. Butterflymania a Milano

Al solito, Sant’Ambroeus risveglia l’antico amore fra Milano e il suo teatro. La micidiale coda notturna al freddo e al gelo per gli ultimi posti in loggione (50 euro) è stata affollata come al solito. Presi d’assalto gli innumerevoli spazi cittadini dove l’opera sarà proiettata, dal carcere di San Vittore allo Spazio Fumetto passando per la classica Galleria.

  1. Chi non c’è

È una prima senza politici. Assenti giustificati causa crisi tutti quelli attesi, a cominciare dal Presidente della Repubblica Mattarella e a seguire con quello del Senato Grasso e i ministri Franceschini e Padoan. Inutile dire che resta a casa, dopo che gli elettori ce l’hanno mandato, anche Matteo Renzi. Il «no» ha liberato molti posti nel palco reale. Invitati speciali del Comune allo spettacolo e alla cena di gala quattro terremotati di Arquata e Accumoli, bel gesto.

  1. Chi c’è

In attesa del solito bizzarro défilé di gente che spende un sacco di soldi in biglietti e vestiti per dormire tre ore, il più atteso è l’ex Re di Spagna (si dirà Re emerito?), Juan Carlos. Più tutti i soliti noti per la consueta appassionante suspense: come sarà vestita Valeria Marini? E la Santanchè?

  1. I commenti

Nel foyer o in loggione, live o sui social, lo spasso continua con i commenti. Qualche melomane si è già portato avanti con il lavoro protestando in rete perché non si dà la Butterfly «voluta da Puccini», quella «definitiva» (peccato non esista). Anticipiamo il resto della chiacchiera: lei non ha la voce adatta per fare Butterfly, lui non ha la voce adatta per fare Pinkerton, i tempi di Chailly sono troppo veloci o, in alternativa, troppo lenti, lo spettacolo è troppo tradizionale o troppo moderno, tutto questo sfarzo è un insulto alla miseria e così via, ad libitum. Buona prima a tutti.

 

(Nella foto il Teatro alla Scala di Milano)