Pubblicato il 17/11/2016, 14:31 | Scritto da La Redazione

Aldo Grasso: L’incanto di Mika, Superstar di una tv moderna

Aldo Grasso: L’incanto di Mika, Superstar di una tv moderna
Torna il varietà di una volta, ma in chiave moderna, su Rai 2 grazie al cantante franco-libanese. Questo secondo il critico televisivo sul “Corriere della sera”.

Le magie luminose di Mika, superstar per un grande varietà

Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 63, di Aldo Grasso.

Varietà, nel duplice significato del genere tv di lunga tradizione (e sporadiche apparizioni recenti) e di una grande quantità di elementi tutti diversi tra loro: non c’è modo migliore di definire Stasera casa Mika, che già alla prima di quattro serate-evento su Rai 2 mette insieme ingredienti per tutti i gusti e la volontà quasi filologica di recuperare (e attualizzare) il passato (martedì, alle 21.10). In questo «piccolo mondo dove tutto è possibile», messo in piedi da Mika e dai coautori Ivan Cotroneo, Tiziana Martinengo e Guido Mazzoleni, ci sono insieme il condominio milanese (pianerottolo e campanello inclusi) e la magia luminosa dello showbiz internazionale, ci sono i costanti richiami al varietà «classico» di Antonello Falqui, le tinte sgargianti di una scenografia pop e sognante e la retorica naif de II favoloso mondo di Amélie, ci sono l’impegno sociale e il trionfo della musica. Mika regge sulle spalle l’intero programma, muovendosi con destrezza e sincero trasporto lungo una scaletta cesellata in ogni dettaglio, dove la scrittura non lascia nulla al caso, in un vorticoso susseguirsi di attrazioni, numeri comici e musicali, storie e battute.

Lo aiutano la «coinquilina» Sarah Felberbaum e la vicina di casa Paola, interpretata da Virginia Raffaele, oltre alla folla di ospiti, da Sting a Renzo Arbore, da Pif a Francesco Renga, dall’apertura con Malica Ayane alla chiusura «nel lettone» con Benji e Fede. Certo ci sono piccole sbavature: il ritmo si affievolisce con il procedere di una serata fin troppo lunga, e serve una certa sospensione dell’incredulità per accettare come verosimili i ricordi di Mika sull’«altra tv» di Arbore o su Tognazzi. Ma la ricchezza dello show, la cura produttiva, la conduzione appassionata e un riuscito impasto di nostalgia e attualità compensano ampiamente. E dimostrano che a volte, per essere moderni, è sufficiente tornare alle origini. Basta farlo bene.

 

(Nella foto Mika)