Pubblicato il 15/11/2016, 19:35 | Scritto da Tiziana Leone
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Pif: Ho potuto ironizzare sulla mafia, perché prima qualcuno ha combattuto

Pif: “Tra poco arriverò su Rai 3 con una striscia quotidiana”

La serie La mafia uccide solo d’estate, sei puntate dirette da Luca Ribuoli al via lunedì 21 novembre su Rai 1, racconta il fenomeno mafioso prendendolo letteralmente per i fondelli. Fa nomi e cognomi, dal carnefice Totò Riina alla vittima Boris Giuliano, rappresenta personaggi di Cosa Nostra come Vito Ciancimino come perfette caricature di se stesse, che non conoscono altro modo di chiamare il figlio poco intelligente con il leggiadro soprannome di «testa di cazzo». Insomma, nelle puntate c’è il fantastico mondo che Pif aveva già raccontato nel suo omonimo film e che ora in tv ha la possibilità di andare più a fondo, di mostrare l’Italia di fine anni ’70 tra mafia, politica e società.

Presente solo come voce narrante, Pif ha preferito non dirigere questa fiction, che probabilmente avrà ancora vita lunga. «L’idea è di continuare anche dopo queste sei puntate – ammette –. C’è troppa roba da raccontare, insomma, la serie deve continuare anche se sarà il pubblico sovrano a decidere, in questo la tv è molto meritocratica». Nel cast, oltre a Nino Frassica nei panni di un frate poco ortodosso, anche Claudio Gioè, padre di Salvatore, il piccolo protagonista che dà il volto al giovane Pif, Anna Foglietta, la mamma e Francesco Scianna, lo zio. Certo è che lunedì sera le prime due puntate entreranno anche nelle case di qualche mafioso, almeno così si augura Pif in questa intervista a TvZoom.

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Tiziana Leone

 

(Nella foto Pif)