Pubblicato il 14/11/2016, 13:32 | Scritto da La Redazione
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Donald Trump traina Cnn, Fox e Nbc per ascolti e raccolta pubblicitaria

Cnn, Fox, Nbc e tutte le cable-tv: soldi a pioggia per le elezioni Usa

Rassegna stampa: Affari&Finanza, pagina 31, di Arturo Zampaglione.

Le schermaglia senza esclusione di colpi e la finale affermazione di Trump, si sono tradotte per le televisioni più diffuse d’America in una pioggia di utili, audience e pubblicità.

Donald Trump approfittava di ogni comizio e di ogni altro appuntamento elettorale per attaccare i media americani. «Sono complici di un sistema corrotto», ripeteva il tycoon newyorkese, additando i reporter più critici, imponendo agli operatori televisivi di inquadrare la folla dei sostenitori o ironizzando sulle critiche del New York Times («Scriva quello che vuole, tanto fallirà tra poco…»). Ma a dispetto di tanta acredine nei confronti dei giornalisti, che poi gli serviva anche per farsi pubblicità, Trump ha avuto effetto miracoloso sui rating e quindi sui conti dei network di informazione. Le prime proiezioni sugli utili 2016 fatte dalla società di ricerca Snl Kagan sono sorprendenti. La Cnn, ad esempio, la società del gruppo TimeWarner che fino all’anno scorso sembrava in difficoltà, chiuderà l’anno con un profitto di quasi un miliardo di dollari: un livello del 14% più alto dell’anno scorso e finora mai visto nei 36 anni della sua storia, cioè da quando Ted Turner lanciò nel 1980 la prima rete di notizie non-stop 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno.

Il merito? Come ammette lo stesso Jeff Zucker, presidente di Cnn Worldwide, cioè dell’edizione internazionale, è tutto delle elezioni americane e soprattutto di Trump, che ha avuto un ruolo-calamita. Attratti dagli imprevedibili show del miliardario newyorkese, incuriositi dalle polemiche all’ultimo sangue, solleticati dal linguaggio sguaiato e dalle accuse sessuali, milioni di elettori hanno seguito con crescente passione questo duello elettorale durato 20 mesi. Certo, erano anche esasperati dai colpi bassi e dal clima sempre più negativo: ma alla fine restavano incollati agli schermi della televisione, facendo superare nuovi record nell’ascolto e negli introiti pubblicitari. Oltre alla nottata elettorale tra martedì e mercoledì della settimana scorsa, quando il Paese è rimasto in attesa del nome del vincitore, poi annunciato alle 2.30 di notte (8.30 di mercoledì mattina, ora italiana), questa volta sono stati superati tutti i precedenti traguardi per i dibattiti.

Il primo dibattito dell’agosto 2015 tra la pletora di candidati repubblicani è stato visto da 24 milioni di americani, mentre il primo dei tre duelli tv Trump-Clinton, quello di settembre, ha avuto addirittura 84 milioni di telespettatori. L’impennata dell’audience ha trascinato una moltiplicazione dei costi pubblicitari: durante il secondo dibattito presidenziale, secondo Advertising Age, gli spot sulla Cnn costavano 40 volte il prezzo normale. Risultato: tutti e tre i grandi network americani d’informazione tv via cavo – cioè in ordine, FoxNews, Cnn e Msnbc – hanno registrato nel 2016 un aumento a due cifre degli ascolti. La Fox, la rete di destra che appartiene a Rupert Murdoch e che guida le classifiche, ha avuto quest’anno in media 1,32 milioni di spettatori, il 15% in più rispetto all’ultima campagna elettorale del 2012 tra Barack Obama e Mitt Romney. La Fox si è anche rafforzata nella fascia di età tra i 25 e i 45 anni, considerata la più interessante dal mondo pubblicitario.

La Cnn ha potuto contare su 748mila spettatori al giorno, riducendo la forbice con la FoxNews, mentre la Msnbc, la terza rete che appartiene al gruppo Nbc, si è dovuta accontentare di 597mila spettatori al giorno, ma è stata quella che è aumentata di più rispetto al passato. Tutto questo, ovviamente, si è tradotto in lauti guadagni. FoxNews, sempre secondo i calcoli della Snl Kagan, chiuderà il bilancio del 2016 con un utile lordo di 1,67 miliardi di dollari, un livello mai raggiunto finora (+11,3 per cento rispetto ai dati 2015). E senza contare che proprio la scorsa estate, nel mezzo della battaglia elettorale, la rete di Murdoch era stata al centro di uno scandalo che aveva costretto alle dimissioni il suo presidente, Roger Ailes, accusato di molestie nei confronti di giornaliste e dipendenti. Per la Msnbc le proiezioni parlano di 279 milioni di dollari di utili, con un aumento del 19 per cento, cioè anche più delle altre due concorrenti. Certo, per ottenere questi ottimi risultati nella stagione elettorale, i network di informazione americani hanno dovuto anche fare dei compromessi: rinunciando ad esempio a una buona parte dei servizi in giro per il mondo (con il licenziamento di qualche inviato e corrispondente estero) per concentrarsi sulla politica interna. Una scelta, questa, che adesso nessuna delle tre reti rinnega forse è stata proprio questa copertura ossessiva della campagna presidenziale ad aver regalato a Donald Trump una valorizzazione della sua immagina, che ha poi tradotto nei voti necessari per la vittoria.

Ma i network di informazione non se ne fanno un cruccio: da un lato perché ci hanno guadagnato, dall’altro perché l’effetto Trump non ha avuto ripercussioni altrettanto positive per altri tipi di media. I giornali di carta continuano a battere la fiacca a dispetto delle elezioni. Sia il New York Times che il Wall Street Journal stanno per avviare dei piani di riduzione del personale per abbassare i costi. E per le reti televisive tradizionali, come la Cbs o la Abc, le prospettive restano incerte, soprattutto per la tendenza dei giovani Millennials, confermata durante le elezioni, di “cut the cord”, rinunciare alla televisione tradizionale per seguire l’attualità in streaming sul computer o sul tablet.

 

(Nella foto Donald Trump)