Pubblicato il 09/11/2016, 14:33 | Scritto da La Redazione

Alvaro Soler: Se sapessi l’italiano litigherei anch’io

Alvaro Soler: “Ho preso casa a Milano”

Rassegna stampa: La Repubblica, pagina 44, di Ernesto Assante.

Per due anni incoronato re dell’estate con i tormentoni “El mismo sol” e “Sofia” ora il cantante spagnolo è uno dei giudici del talent show di Sky “X Factor”.

Bello è bello, c’è poco da fare. Ma è anche simpatico, garbatissimo, dotato di un’intelligenza musicale che nel campo del pop mainstream non è una necessità. È il classico ragazzo che vorresti avere come amico a scuola, quello con cui puoi divertirti ma anche studiare, con il quale un giorno puoi saltare una lezione e un giorno preparare una tesina. Alvaro Soler, venticinque anni, da Barcellona, divo pop delle ultime due estati italiane con El mismo sol e Sofia, è da qualche settimana anche il giudice “internazionale” di X Factor, guida la categoria delle band, e oltre a fare l’ovvio, ovvero firmare autografi e sottoporsi ai selfie con decine di ragazze adoranti, discute con Manuel Agnelli, cerca di spiegare la sua “via intelligente al pop” a Fedez, scherza con Arisa e, ovviamente, spera di vincere il talent show di Sky con uno dei suoi gruppi: «Ovviamente il bilancio fino a ora è più che buono», ci racconta, «è un’esperienza incredibile per uno che come me ama la musica. Con le band mi sento a casa, anche se la gente mi conosce come solista, perché possono lavorare su stili musicali diversi, come quello dei Soul System e dei Daiana Lou, mettere a fuoco cose nuove, e anche far conoscere meglio alla gente chi sono come musicista».

Daiana Lou e Soul System sono due universi musicali molto diversi tra loro, ma anche dal suo…

«Confrontarsi con nature musicali differenti è la cosa più bella. Se le band avessero avuto il mio stile sarebbe stata una noia mortale. Mi piace cambiare dinamica con i Soul System, che sono una festa di suoni, mi piace la sfida dei Daiana Lou, suonano tutto in due, non hanno arrangiamenti noti da poter usare. La mia idea è quella di far vedere alla gente che dietro le apparenze di tutte le band c’è un mondo sonoro più ricco».

Il live, anche se è televisivo, crea tensione e adrenalina non solo per i concorrenti ma anche per i giudici?

«Sì, certo, perché non vuoi che accada nulla di sbagliato. Ma io penso che se arrivi alla puntata con tutto preparato per bene, hai lavorato tanto e sei sicuro, non c’è problema. È vero, ci sono la tv, le pause, le regole del gioco. Ma sto imparando. Voglio lavorare bene con le band e arrivare a presentarle con il rispetto che meritano».

Ci dica la verità: Arisa era davvero un po’ brilla per il primo live?

«Non me n’ero accorto prima, ma a dire la verità non mi ha sorpreso, perché per lei era una serata difficile, era andata via dal programma per quello che aveva detto durante i live, è tornata e immagino la tensione della serata fosse molto alta, si sentiva sotto esame. Ma è brava, attivissima, sorprendente».

Con Agnelli e Fedez ci sono più discussioni…

«Ovviamente ci sono momenti in cui mi piacerebbe parlare e capire meglio la lingua italiana, per poter rispondere e dire cose giuste. Mi fa arrabbiare non poterlo fare per bene quando ricevo critiche da Manuel sui pezzi. Io penso che dovrebbero criticare gli arrangiamenti o le performance, non la scelta delle canzoni ma come i ragazzi le fanno diventare loro con le interpretazioni. Noi come band lavoriamo tantissimo sull’arrangiamento, gli altri con i solisti, hanno basi più semplici più simili al karaoke, simili agli originali».

Come cambierà la sua musica dopo questa esperienza?

«Non lo so, non lo posso sapere. So che come artista molte cose potranno cambiare, so che la gente conoscerà meglio quello che faccio ma anche quello che non so fare, è una bella opportunità».

E la sua vita, come sta cambiando?

«Avere casa in tre posti diversi, Barcellona, Berlino e adesso Milano, ha i suoi pregi e i suoi difetti. Ma sono molto contento di essermi trasferito a Milano tre settimane fa. Mi è piaciuto di non dover più aprire e chiudere il bagaglio, avere un appartamento a Milano con le mie cose è fantastico. La cosa bella è che posso stare con la mia famiglia: mia mamma verrà a Milano tra poco, ha detto che vuole venire a cucinarmi qualcosa».

 

(Nella foto Alvaro Soler)