Pubblicato il 06/11/2016, 15:03 | Scritto da La Redazione
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Daria Bignardi: l’assassina degli ascolti

La Bignardi ammazza un altro programma

Rassegna stampa: Libero, pagina 25, di Alessandra Menzani.

Cambia la conduttrice di “Amore criminale” e la trasmissione passa dall’8 al 3%. Tutti i programmi sugli omicidi rendono. Tranne quello di Rai 3.

Impegnarsi si è impegnata. Daria Bignardi, da quando è arrivata alla direzione di Rai 3, non si è limitata a scaldare la poltrona, farsi un nuovo taglio di capelli molto intellettuale e molto brutto e intascare uno stipendio di circa 300mila euro. No, l’ex conduttrice delle Invasioni Barbariche ce l’ha messa tutta: ha cambiato conduttori, mischiato le carte, tirato fuori molte idee e rischiato. Peccato che, a occhio e croce, le idee si siano rivelate tutte sbagliate. Laddove infatti la direttrice non ha toccato nulla (vedi Chi l’ha visto?, Kilimangiaro, Che tempo che fa, Ulisse, Report e Presadiretta) è filato tutto liscio con ascolti in linea con gli anni precedenti. I programmi in cui, invece, è intervenuta con una certa irruenza hanno riservato sorprese fallimentari. Dopo il caso di Politics, la nuova trasmissione politica in cui la Bignardi ha chiamato da SkyTg24 Gianluca Semprini (con annesse polemiche per l’ingaggio di un “esterno” a Viale Mazzini), che sta registrando il martedì sera ascolti microscopici, addirittura peggiori di quelli miserrimi che lo scorso anno Massimo Giannini faceva con Ballarò, ieri mattina l’Auditel ha registrato il secondo flop del direttore voluto da Antonio Campo Dall’Orto. Ovvero quello di Amore criminale, format che Daria aveva “strappato” dalle materne braccia di Barbara De Rossi per affidarlo a quelle di Asia Argento.

In prima serata, il nuovo Amore criminale ha ottenuto meno del 3% di share, ben sotto il minimo sindacale. Peccato perché la trasmissione ha un intento lodevole: quello di raccontare gli «amori pericolosi e sbagliati di donne uccise da uomini che dicevano di amarle», un fenomeno sociale quanto mai opprimente. Ma forse sarebbe stato meglio lasciarla alla De Rossi che faceva circa l’8% cento e aveva una conduzione intensa ed empatica. Certo, forse l’attrice era una figura troppo popolare per l’algida direttrice. Meglio la figlia di Dario Argento, che conduce con voce metallica e occhi pallati che ricordano molto la piccola protagonista del telefilm anni Ottanta Super Vichy, che infatti era un robot. Quando l’ex compagna di Morgan, guardando la camera, dice «vi parlerò di un amore fragile come il vetro e duro come la roccia, quello di Ofelia e Danut» o «una busta contenente un gatto morto è stata lasciata sulla porta dell’ufficio» fa una certa paura. Cosa che le riesce facile visto che, non a caso, è la figlia del maestro dell’horror.

Meno male, almeno, che Rai 3 non ha cambiato la sigla del programma con la bellissima canzone di Jeanne Moreau, reinterpretata da Gavin Friday, Each man kills the thing he loves. Ma la De Rossi, vittima anche nella vita vera di un “amore criminale”, quello dell’ex compagno che l’ha percossa e stalkizzata, si è vendicata. Prima ha accettato la proposta di Mediaset di condurre Terzo indizio, programma simile ad Amore criminale, al via il 22 novembre, poi è stata ospite di Quarto grado proprio venerdì sera, mentre su Rai 3 debuttava Asia Argento alla conduzione del suo ex programma. Il risultato è stato una piccola rivincita: mentre Asia raggranellava solo 684.000 telespettatori (2,56% di share) nell’anteprima e 731.000 telespettatori, share 2,96%, nel programma, la De Rossi registrava circa il doppio, ovvero 1.446.000 telespettatori, share 7,24%. Quel che toglie la Bignardi l’Auditel restituisce.

 

(Nella foto Daria Bignardi)