Pubblicato il 17/10/2016, 11:34 | Scritto da La Redazione
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Lo show su Rai 1 di Veltroni è un clamoroso flop

Lo show su Rai 1 di Veltroni è un clamoroso flop
Dati d'ascolto ridicoli per “Dieci cose”, programma scritto dal tuttofare Veltroni. Oltre un milione di euro a puntata. Insinna e Russo fanno solo il 10,9% di share. Così Valentina Conti su “Il Tempo”.

Il Mago Walter fa flop pure in tv

Rassegna stampa: Il Tempo, pagina 7, di Valentina Conti.

Dati d’ascolto ridicoli per “Dieci cose”, programma scritto dal tuttofare Veltroni. Oltre un milione di euro a puntata. Insinna e Russo fanno solo il 10,9% di share.

Da politico paventò l’ipotesi di trasferirsi in Africa. Poi ci ripensò e restò fra noi. A distanza di anni, seguendo la sua passione per il mondo dell’audiovisivo & Co, ha deciso, fuori dalla politica, di provare a fare un programma tv. Ma l’impatto in veste di autore si è rivelato un autentico flop. L’esordio di Dieci Cose, nuovo programma del sabato sera di Rai 1 firmato Walter Veltroni prodotto da Magnolia per un maxi costo di oltre un milione di euro a puntata si è scoperto un déjà-vu. Nemmeno le guest star, un Gigi Buffon un po’ impacciato e Alessandro Cattelan sui generis, sono riusciti a fare il miracolo nel nuovo show condotto da Flavio Insinna e Federico Russo. 2 milioni e 368 mila spettatori contro il doppio del risultato ottenuto da Tu si que vales, la trasmissione della rete ammiraglia, col trio Mediaset trainante confermato con lode De Filippi-Belén-Venier; solo il 10,9% di share portato a casa a fatica al debutto. Si mormora dell’ira funesta del direttore generale dell’azienda, Antonio Campo dall’Orto, che sta vagliando una soluzione tampone in tempi rapidissimi per riparare ai danni sopraggiunti. Oggi in programma riunione operativa col direttore di Rai 1 Andrea Fabiano, nella quale si parlerà delle modifiche da apportare al format, più che sperimentale parecchio confuso sulla linea dettata dall’ex segretario Pd, con in evidenza la lista della spesa delle dieci cose che hanno contato di più per gli ospiti vip nella loro vita mischiata al varietà.

«Quel che conta è che sia uno show di qualità. Per quantificarne i risultati non ci baseremo solo sui numeri», aveva già messo la mani avanti il direttore direte Fabiano. Si dice che le convinzioni delle alte sfere sul taglio del programma ideato dal “Vuolter” nazionale non fossero proprio al top. Dal canto suo, l’ex primo cittadino della Capitale confermato per due mandati ed ex candidato premier Pd nel lontano 2008, ci tenne a precisare, prima del debutto, in un’intervista rilasciata a Repubblica: «Fare l’autore di programmi per me è un impegno civile», rincarando la dose: «In Italia è raro che uno decida di smettere di avere potere, è una scelta radicale. Forse anche per questo la gente mi vuole bene». Del resto, in questi anni di diserzione politica celebrò più matrimoni trasversali lui degli ultimi sindaci di Roma. E, allora, spazio al suo ritorno sulla scena culturale (oggi scrittore e regista), ma anche no di nuovo politica come editorialista de L’Unità, di cui ne fu anche direttore portandola da 130 mila copie a 110 mila. Anche lì, insomma, senza dubbio un flop nonostante l’invenzione dei gadget di soccorso al giornale. Poi mollò il quotidiano in mezzo ai guai. Il resto è storia.

Adesso, invece sempre dalle colonne dell’Unità spazia da riflessioni in tema referendum a Barack Obama. Quando, s’intende, è libero dal suo neo impegno televisivo. Magari sarà solo questione di dettagli: gli italiani avendo visto Insinna in “prime time” avranno pensato ai pacchi. Vedremo cosa ci riserverà la seconda puntata (sempre se andrà in onda) mentre impazzano polemiche al vetriolo in rete e non. «Leggendo i dati d’ascolto, il programma andato in onda ieri sera (l’altro, ndr) su Rai 1, Dieci Cose, nato da un’idea di Veltroni, dovrebbe essere ribattezzato “I dieci flop” – ha attaccato il deputato di Ncd Gianni Sammarco -. Di certo la trasmissione ha fatto arrancare Rai 1, surclassata dai suoi competitor. Pare, inoltre, che il programma costi circa 1,5 milioni a puntata: come si giustifica un costo così ingente a fronte di un risultato così deludente?». Del resto, qualche giorno fa, dissertando sul mondo televisivo, fu lo stesso Veltroni ad affermare: «Costruire emozioni o divertimento è possibile, ma ci vuole spessore». Ecco, proprio così. Serve spessore, roba che non si inventa. Sicuramente meglio, ma molto meglio il “Vuolter” politico.

 

(Nella foto, da sinistra, Federico Russo e Flavio Insinna)