Pubblicato il 14/07/2016, 18:34 | Scritto da Tiziana Leone
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Franco Di Mare: Racconto l”immigrazione, la propaganda non serve.

In “Frontiere”, al via domani in seconda serata su Raiuno, Franco Di Mare racconta l’Europa e quel che resta di un continente senza confini.

Franco Di Mare cos’è Frontiere?

«E’ un programma che nasce da un’esigenza precisa, capire perché l’integrazione con gli immigrati non funziona nel nostro continente, motivo per cui l’Europa così come l’abbiamo conosciuta sta vacillando. Perché tutti i Paese d’Europa hanno problemi di questo genere? Non ce n’è uno che non registri un fallimento sulle leggi dell’immigrazione a livelli diversi, non funziona da nessuna parte. Siamo andati a cercare la ragioni di tutto questo».

Avete trovato anche storie positive?

«Sì, per esempio in Germania dove il modello sta cambiando anche se per farlo c’è voluta la notte di capodanno a Colonia quando molte donne sono state molestate o stuprate. A breve verrà approvata una nuova legge che prevede che l’asilo possa essere rifiutato nel caso in cui una persona si macchi di un reato di questo tipo e saranno obbligatori per i richiedenti tutta una serie di parametri come imparare la lingua, andare a lezione di integrazione, imparare a comportarsi con l’altro sesso. A noi sembra normale, ma per un giovane afghano abituato a comprare le donne insieme alle capre è diverso».

Dove avete girato fino ad ora?

«Stiamo ancora girando, sono appena tornato da Berlino. In Europa siamo stati a Schengen, in Olanda e poi in Belgio. In Italia siamo andati ovunque, da Nord a Sud per capire come funzionano le politiche di immigrazione, dove funzionano e dove no».

Che Italia ha trovato?

«Molto disinformata, al netto del lavoro straordinario che fanno i nostri poliziotti, la guardia costiera, gli uomini della marina militare… Gli uomini delle istituzioni sono molto più responsabili di tanti che soffiano sul fuoco della paura. Il problema c’è ma ci sono modalità serie di affrontare l’argomento piuttosto che la propaganda».

E tutto questo emergerà nella trasmissione?

«Sì emergerà anche se non faremo una trasmissione politica, non ci saranno politici e nemmeno la piazza con la gente che dice che i neri non li vuole nessuno. Affrontiamo la questione nei luoghi dove gli immigrati arrivano, parliamo con chi organizza, cerchiamo di capire com’è il fenomeno, come si può controllare, vogliamo far comprendere non schierare il pubblico».

Cosa che solitamente i talk politici amano fare…

«E’ più facile prendere due ospiti e metterli uno contro l’altro. Noi invece proviamo a spiegare di cosa stiamo parlando».

Qual è stato il posto peggiore dove siete stati finora?

«Molenbeek, il quartiere da dove è partito il gruppo delle due stragi di Parigi e di Bruxelles, è un quartiere molto difficile, siamo stati anche aggrediti, eppure abbiamo trovato aree di assoluta integrazione: abbiamo passato una serata bellissima nella cattedrale per festeggiare la fine del Ramadam».

E’ un programma che potrebbe andare in onda anche nel palinsesto autunnale?

«Non lo so, è nato per la programmazione estiva, perché un programma come questo mancava, intanto speriamo che vada bene, poi si vedrà».

A settembre comunque torni alle alzatacce di Unomattina

«Ho fatto l’inviato per tanto tempo, ho visto gente scendere in miniera a un chilometro sotto terra e lavorare lì sotto per dieci ore senza mai vedere il sole, il tutto per 600 dollari al mese, che per loro era una fortuna. Quando vedi quella roba là capisci che quello è lavoro, non il mio».

Tiziana Leone

(Nella foto, Franco Di Mare)