Pubblicato il 12/07/2016, 13:31 | Scritto da La Redazione
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Bonomi attacca Cairo sull’Opas Rcs

Ma il mercato premia il titolo dell’editore che sale dell’ 1,6%. Resta l’incognita sugli obblighi dello sconfitto

 

Rassegna Stampa: La Repubblica, pagina 21, di Giovanni Pons

 

Bonomi attacca Cairo sull’Opas Rcs

Secondo il finanziere l’offerta del proprietario di la7 vale meno perché la parte in contanti è finanziata a debito

Ma il mercato premia il titolo dell’editore che sale dell’ 1,6%. Resta l’incognita sugli obblighi dello sconfitto

 

MILANO. La Borsa si scalda dopo i rilanci annunciati da Urbano Cairo e Andrea Bonomi per le rispettive offerte sui titoli Rcs. Gli scambi hanno registrato un boom a 53 milioni di azioni passate di mano, pari a oltre il 10% del capitale. Rcs, che ha esordito al massimo di seduta di 0,996 euro ( +16%), ha poi chiuso a 0,979 euro ( +14,9% ) mentre Cairo communication è salito a 4,45 euro, in progresso dell’ 1,6%. I due contendenti stanno affilando le armi per convincere gli investitori a scegliere la propria offerta in vista della chiusura di venerdì e, nel farlo, si sono trovati in disaccordo su diversi punti. Il più importante è sicuramente la valutazione dell’Opas lanciata da Cairo, che nell’ultima versione prevede una parte del corrispettivo (25 centesimi) in cash mentre il rimanente viene comprato in azioni. Bonomi non la vede così e in una conference cali con i giornalisti ieri ha testualmente detto: «A mio parere l’effettiva valorizzazione dell’offerta di Cairo dovrebbe tenere conto dell’indebitamento che Cairo Communication dovrà assumere per poter pagare agli azionisti Rcs la componente in contanti dell’offerta, pari a 0,25 euro per ogni azione Rcs. Nell’ipotesi di adesione al 100% da parte degli azionisti Rcs all’Opas Cairo, il debito aggiuntivo sarebbe di 130 milioni di euro che, in termini di valore, comporterebbe una riduzione teorica del corrispettivo dell’Opas Cairo di 0,14 euro per azione Rcs». Questa interpretazione non è ovviamente condivisa dalla parte avversa che considera ininfluente il debito o l’utilizzo della cassa se a fronte di essi vengono acquistate azioni Rcs che lo stesso cda ha valutato in un range di 0,93-1,3 euro per azione. Un secondo aspetto su cui Bonomi e Cairo si trovano non concordi è sul risultato finale delle offerte. Entrambi hanno infatti dichiarato nel prospetto informativo che possono accettare una percentuale di azioni inferiore alla maggioranza assoluta se ciò consentisse di governare l’azienda. Cairo ha fissato il 35% come soglia minima e Bonomi il 30%. E al riguardo l’editore di Alessandria ha dichiarato a Reuters ieri mattina: «Secondo il nostro consulente legale, lo studio Erede, ci dev’essere un’offerta a prevalere e in quel momento chi ha aderito all’altra può entro cinque giorni consegnare le sue azioni al vincitore o tenersele. Certamente le azioni non rimangono all’offerta perdente, che si tiene le azioni di partenza». Mentre secondo Bonomi e i suoi legali la sua cordata, pur se risultasse perdente ma superiore al 30%, potrebbe tenersi le azioni a loro consegnate. La Consob dovrebbe chiarire questo punto prima della fine del periodo d’offerta e non lasciare dubbi ai possessori di azioni Rcs. Infine, le opinioni divergono anche sulle interpretazioni dei movimento di mercato dei titoli Secondo Cairo il fatto che ieri il suo titolasi e apprezzato fino a 4,45 euro, con un valore implicito del titolo Rcs di 1,051, significa che il mercato ha accolto positivamente il suo rilancio e l’introduzione della parte cash. Secondo Bonomi, invece, il fatto che il titolo Cairo non sia sceso scontando il peso del nuovo debito significa che il mercato pensa che non vinca e al contrario si è posizionato appena sotto la sua offerta tutta in contanti da 1 euro.

 

(Nella foto, da sinistra, Urbano Cairo e Andrea Bonomi)