Pubblicato il 01/07/2016, 19:31 | Scritto da Gabriele Gambini

X Factor Bootcamp: Agnelli duro dal cuore tenero, Soler piace al pubblico

X Factor Bootcamp: Agnelli duro dal cuore tenero, Soler piace al pubblico
Le prime impressioni sulla nuova edizione del talent show Sky mostrano una giuria competente ed eterogenea, che fa ben sperare per settembre.

Il frontman degli Afterhours è un valore aggiunto per competenza e presenza, tuttavia, finora, ha mostrato solo il suo lato più benevolo.

Due o tre cose emerse dai Bootcamp di X Factor 10. La prima. Osservata in azione, la nuova giuria del talent show di Sky Uno, in ripartenza a settembre, è un mix solido ed eterogeneo che fa ben sperare. La seconda. I concorrenti si presentano con un repertorio in cui spiccano tanti brani italiani, più delle scorse edizioni. La terza. Manuel Agnelli potrebbe essere la vera sorpresa. Almeno, questo stando a quanto si è visto nelle registrazioni del Forum di Assago di Milano (30 giugno e 1 luglio), che hanno portato in dote uno stuolo di pubblico incuriosito e il consueto meccanismo di selezione sadico/ludico: ogni giudice ascolta, uno alla volta, 12 concorrenti appartenenti al suo team avendo a disposizione soltanto 6 sedie dove farli accomodare. Esibizione dopo esibizione, decide a sua discrezione a chi spetta la sedia, a chi deve essere negata e a chi deve essere tolta, nel caso sopraggiunga un concorrente con doti più interessanti. Per ogni squadra, vengono scelti 6 cantanti da portare alle Home Visit, dove verrà effettuata la scrematura finale che porterà alla scelta dei 12 nomi per la fase live.

I concorrenti ci sono, hanno il coltello tra i denti e una smania così sincera di sgomitare da incappare in qualche imprudenza, come l’esibirsi (è accaduto in un paio d’occasioni) con una hit che ha reso celebre uno dei giudici in ascolto. Opzione deleteria. Ma ci sono molte note positive, a partire dal tasso tecnico elevatissimo e piuttosto caratterizzato.

Poi c’è la giuria, si diceva. Manuel Agnelli degli Afterhours (categoria Over) pronuncia la “erre” come sempre alla sua maniera, la lingua gli si agglutina, sembra un’imitazione dell’ex sindaco di Milano, Pisapia, e non è un male, si salda foneticamente alla militanza sul fronte musicale rock “impegnato”, come si dice. Poi valuta i concorrenti ed è un fluire circostanziato di osservazioni tecniche precise, mai banali, e allora te lo aspetti severo e intransigente nell’emissione dei verdetti, ma è lì che spariglia le carte. L’aura seriosa lascia spazio alla benevolenza, un po’ come se l’Oracolo di Delfi fosse manovrato da Vincenzo Mollica: fosse per lui, ogni concorrente meriterebbe una seconda chance. Guru competente ma buono, plasmerà al meglio il suo team e sarà da seguire con attenzione, soprattutto quando l’agnello si trasformerà in lupo, per battagliare furbescamente coi colleghi. Un valore aggiunto. Arisa (Under Uomini) è bionda platino, sembra la Carrà, ed è l’elemento destabilizzante: non le manda a dire. Soprattutto, non sai mai che cosa possa dire. Da lei ti aspetti il capovolgimento di fronte inaspettato, il giudizio obiettivo ma controcorrente, come una sorella maggiore punk che alle cinque ti invita a prendere il tè. Poi magari te lo avvelena. Alvaro Soler (Gruppi) ricorda un Mika prima maniera, è ancora in fase di rodaggio del meccanismo, piace al pubblico e, con l’accento castigliano, è destinato a innescare qualche tormentone linguistico per la gioia di comici e imitatori. Fedez (Under Donne) resta Fedez, per la gioia, invece, dei suoi fan e magari di qualche giornalista con favella appuntita e broncio caratteristico. Se dovesse entrare in rotta di collisione tecnica con il frontman degli Afterhours, scintille e spettacolo saranno assicurati, per il confronto generazionale, di genere e di contenuti. Ma queste, beninteso, sono solo prime impressioni spiritose, cioè illusioni a perdere per articoli a venire.

Gabriele Gambini
(Nella foto la giuria di X Factor 10)