Pubblicato il 17/05/2016, 15:34 | Scritto da La Redazione
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House of Cards e Scandal più reali della realtà

House of Cards e Scandal più reali della realtà
Le serie tv che anticipano il futuro della politica americana. Alessandra Comazzi su “La Stampa” fa una carrellata.

Da House of Cards a Scandal. Se la fiction anticipa la realtà

Rassegna stampa: La Stampa, pagina 11, di Alessandra Comazzi.

Prima che le cose possano accadere nella realtà devono essere preparate dalla finzione, è ovvio. E dunque, prima di Obama, di presidenti neri al cinema e in tv se ne erano già visti svariati, compreso il santone sfortunato Morgan Freeman del Deep Impact. Uno di loro, Dennis Haysbert, il President Palmer della serie 24, quella superadrenalinica con Kiefer Sutherland, era invece calmo, compassato e compassionevole, il presidente che tutti vorrebbero avere. Non come il temibile bianco Frank UnderwoodKevin Spacey di House of Cards che però, una volta compiuti tutti i misfatti necessari per arrivare alla Casa Bianca, alla fine ci sa fare, e nei sondaggi risulta più popolare di Obama. Ma le donne. Oh, le donne hanno un mondo a parte. E naturalmente nelle serie tv una signora presidente c’è già stata, una decina di anni fa, interpretata da Geena Davis, che per il ruolo vinse il Golden Globe. Mackanzie Allen Commander in Chief – Una donna alla Casa

Bianca veniva descritta quale moglie e madre affettuosa, consapevole della propria femminilità e della propria intelligenza, ben determinata a tenersi il potere.

Non che gli uomini non osteggiassero la «ragazza»: però lei riusciva ad avere ragione di tutto con fatica e correttezza. Si capisce che ora l’avvicinamento alla realtà avviene grazie ai nuovi cattivi. Che si accettano come inevitabili. Ma quando gli americani devono prendere in giro l’incompetenza tipica dell’epoca nostra, lo fanno con una donna, la Veep di Julia Louis Dreyfus: furba politica di lungo corso, la vicepresidente Selina Meyer impiega il tempo suo e dello staff non a fare la cosa giusta, almeno provarci, ma a lavorare sull’apparenza, sulla percezione. Il confine tra il vero, il falso e il verosimile è sempre più labile, forse incomprensibile; il modo in cui vengono rappresentati i capi del mondo e più in generale quelli che contano, è desolante, una banda di asini ignoranti e approssimativi, se va bene intelligenti ma perfidi, versione House of Cards. E qui devono stare attenti a Claire Underwood-Robin Wright, algida, calcolatrice, intelligente, quel tipo di donna che, si dice, stia dietro a ogni grande uomo, e che a un certo punto si prende la scena. Come Hillary Clinton, Claire è stata First Lady, come lei segretario di Stato. Più anticipata di così, la realtà. E poi c’è Scandal. Dove tra tutti, presidente bianco, amante nera in carriera, moglie bianca con vecchio amante, il più pulito c’ha la rogna: ma volendo inventarsi un vicepresidente brutale assassino, lo inventano donna con la messa in piega, color biondo menopausa.

(Nella foto una scena di House of Cards)