Pubblicato il 17/04/2016, 16:01 | Scritto da Gabriele Gambini

Cannavacciuolo pronto a sfidare colleghi chef in tv

Cannavacciuolo pronto a sfidare colleghi chef in tv
Lo chef presenta il suo cooking show previsto per il 19 aprile allo Stadio Olimpico di Roma, commenta la nuova edizione di "Cucine da Incubo" e racconta il suo libro uscito per Einaudi.

Si gode il ritorno di “Cucine da incubo” su Deejay Tv e si prepara a un gigantesco cooking show allo Stadio Olimpico di Roma, il 19 aprile. E dice: “Una sfida in tv tra colleghi? Ne vedremmo delle belle…”.

CUCINE DA INCUBO

Distribuisce pacche sulle spalle con manacce di ghisa, conquistandosi sul campo l’appellativo di Bud Spencer dei fornelli. Riesce a essere esteticamente così debordante da giustificarsi per eccesso senza risultare finto. Se Antonino Cannavacciuolo si gode il successo del suo Cucine da incubo nella nuova versione targata Endemol-Discovery (ogni domenica alle 21.15 su Deejay Tv), lo fa anche perché non ha difficoltà a identificare il tratto distintivo del suo programma: «Carezze e mazzate in quantità». Più carezze o più mazzate? «Dipende dalle situazioni, diciamo che non mi sono trattenuto in nessuno dei casi». Il classico meccanismo del bastone e della carota che, a pensarci, è l’ingrediente essenziale anche per le relazioni amorose dai tempi della canzone Teorema di Marco Ferradini. Non a caso, parlando di cucina col barbuto chef partenopeo, la parola “amore” non manca mai, talvolta esagerando nella retorica come si farebbe col sale nel sugo. «Ho cucinato tantissimi piatti, nella mia vita, mi sono formato a una scuola che non lesinava sulla durezza. Ma se mi chiedi il primo ricordo associato ai fornelli, risponderò sempre citando profumi e colori dei piatti cucinati da mia madre, soprattutto il classico ragù alla napoletana che mi svegliava alla domenica mattina».

IL LIBRO

Premere l’acceleratore sulle tinte emozionali di un mestiere che, fasti televisivi a parte, richiede fatica e rigore, gli è utile per monetizzare la popolarità e per costruirsi una mitologia ad hoc. Condensando le sue ricette nell’ultimo libro, Il piatto forte è l’emozione, uscito per Einaudi, casa editrice non sempre avvezza alla spettacolarizzazione letteraria dei fenomeni mediatici. «Alla base del libro c’è il fil rouge che dalla Campania mi ha portato a lavorare in Piemonte. A ogni tappa corrisponde una ricetta, a ogni ricetta un aneddoto sul mio percorso di vita». A bruciapelo viene da chiedergli quale aneddoto lo faccia più ridere. Si traveste da guascone e racconta: «Quando un mio collega, trasportando un’enorme pentola di sugo di pomodoro verso la cucina del mio ristorante, è scivolato, cadendo rovinosamente, impiastrandosi dalla testa ai piedi. Non lo si distingueva più, era un’informe macchia rossa dalle sembianze umane. A metà tra horror e sketch comico, abbiamo riso per una giornata intera».

L’EVENTO DELL’OLIMPICO

Lo chiamano “show motivazionale”, si tratta di una giornata di formazione professionale che si terrà il 19 aprile allo Stadio Olimpico di Roma. Cannavacciuolo, assieme a consulenti e formatori come Flavio Cabrini, Bruno Bruni, Rudy Bandiera, Stefano Quarta, animerà cooking show e stage. I prezzi per accedere ai 4000 posti a disposizione variano tra i 35 euro (posto in tribuna riservato agli studenti) e i 247 euro per il pacchetto VIP experience. «L’evento non è dedicato solo ad aspiranti ristoratori. È aperto a chiunque voglia capirne di più della mia logica imprenditoriale, grazie a esperti del settore che dispenseranno consigli pratici». Focalizzandosi su un punto: l’unicità, il criterio per essere riconoscibile e per convincere il consumatore a sceglierti.

MASTERCHEF E LA FAMIGLIA

Per diverso tempo restìo a fare il giudice nel talent show Sky, alla fine è stato convinto dalla moglie Cinzia. Oggi l’esperienza gli piace molto. «Mi sono divertito e per la prossima edizione mi aspetto di trovare concorrenti appassionati e soprattutto curiosi». C’è da interrogarsi però su come come viva la popolarità in famiglia e dove trovi il tempo da dedicare ai figli, tra tv, gestione di Villa Crespi sul Lago d’Orta e del Cannavacciuolo Cafè&Bistrot di Novara. Risponde laconico: «Quando sto con i miei figli, smetto di essere lo chef, e divento semplicemente il loro papà. La casa è la cuccia che deve darti riparo, più ci stai lontano, più hai voglia di tornarci».

SFIDA TRA CHEF

«Se il Napoli vincerà lo scudetto, inviterò Sarri al mio ristorante e gli farò mangiare tutto quello che vorrà», aveva detto a inizio campionato. Il proposito è rimandato, e se gli si domanda la disponibilità a partecipare a un ipotetico campionato televisivo dedicato agli chef, non sul campo da calcio, ma ai fornelli, vagheggia: «Perché no? Sarebbe bellissimo sfidare qualche collega. Ne vedremmo delle belle…». Neanche fosse l’anticipazione di un nuovo format. A base di carezze e mazzate, come al solito.

(nella foto, Antonino Cannavacciuolo)