Pubblicato il 10/04/2016, 12:08 | Scritto da La Redazione
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Rassegna Stampa – I soci Rcs sull’offerta Cairo: «Bassa e senza sinergie»

Rassegna Stampa – I soci Rcs sull’offerta Cairo: «Bassa e senza sinergie»
Più defilato Della Valle che in passato avrebbe declinato l'invito di Cairo a operazione in tandem. Non è escluso che nelle prossime settimane il prezzo dell'offerta possa essere rilanciato

Giro di consultazioni telefoniche nelle ultime ore Mediobanca e Unipol: incongrua su capitale e debito

Rassegna Stampa: Repubblica, pagina 12, di Giovanni Pons

L’offerta di Cairo su Rcs non piace ai soci storici

“Bassa e senza sinergie”

Giro di consultazioni telefoniche nelle ultime ore Mediobanca e Unipol: incongrua su capitale e debito
Più defilato Della Valle che in passato avrebbe declinato l’invito di Cairo a operazione in tandem
Non è escluso che nelle prossime settimane il prezzo dell’offerta possa essere rilanciato

L’offensiva di Urbano Cairo su Rcs sfociata nel lancio di un’Offerta pubblica di scambio ( Ops) sul 100% del capitale, ha colto in contropiede gli azionisti storici del gruppo. I quali stanno facendo trapelare la loro contrarietà all’operazione basandosi sostanzialmente su due elementi: il prezzo troppo basso e la mancanza di sinergie industriali tra la tv e due quotidiani come il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport. n fronte degli oppositori è formato da quattro grandi soci che ieri si sono consultati telefonicamente e non si esclude che nei prossimi giorni riuniscano le loro forze in qualcosa di più concreto: Mediobanca, Unipol, Diego Della Valle e Pirelli. Da piazzetta Cuccia fanno sapere che .l’offerta non viene considerata congrua nè sul lato del capitale nè sul lato del debito. Dunque Mediobanca con il suo 6,5% non aderirà all’Ops». Più o meno la stessa posizione si raccoglie dagli ambienti vicini a UnipolSai, che definiscono il prezzo dell’offerta di Cairo .troppo basso per essere considerato valido». Si fa comunque presente che non esistono barriere ideologiche nè un pregiudizio nei confronti di Cairo, considerato un buon imprenditore ma con il difetto di essersi lanciato in un’impresa più grossa di lui. Della Valle al momento non si esprime ma sembra che circa un mese fa, a valle dell’accordo Espresso-Itedi, Cairo abbia proposto al fondatore della Tod’s di prendere insieme il controllo della Rcs. Della Valle avrebbe declinato poiché considera la ristrutturazione in corso messa in piedi dal tandem Costa-Cioli ben impostata e con buone possibilità di successo. Più difficile da declinare la posizione di Intesa Sanpaolo, prima banca creditrice del gruppo editoriale ma anche azionista con poco più del 4%. Nelle scorse settimane Intesa, sotto le indicazioni del suo amministratore delegato Carlo Messina, ha tenuto la posizione più dura nel negoziato per la ristrutturazione del debito di Rcs, tanto che tutto è rimasto bloccato. Banca Imi, pera, nel frattempo si è schierata al fianco di Cairo nel lancio dell’Ops. Inoltre non sembra che all’operazione di sostegno a Cairo abbia partecipato attivamente il presidente di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, che per la Rcs ha sempre avuto un occhio di riguardo avendola salvata dal fallimento ai tempi del Banco Ambrosiano.

A parte gli schieramenti in campo, le possibilità che l’Ops di Cairo vadano in porto dipendono dall’attrattività della stessa presso gli investitori istituzionali che posseggono la maggioranza del capitale. Cairo sta cercando di sfruttare la differenza di valutazione tra le sue azioni, che vengono scambiate a un multiplo di 15 volte l’ebitda, e quelle di Rcs che sono scese ai minimi storici. La valutazione corretta però dipende da quale Ebitda viene preso in considerazione, poiché da diversi anni il management di Rcs considera questa voce ante ‘oneri non ricorrenti”, registrando nel 2015  70 milioni che nelle previsioni dell’ad Laura Cioli dovrebbero diventare 100 nel 2016. Ma se si considera l’Ebitda dopo gli “oneri non ricorrenti” la cifra del 2015 scende a 16 milioni, cambiando sostanzialmente la valutazione dell’intero gruppo. Dunque bisognerà aspettare domani per vedere come gli analisti e il mercato considereranno l’offerta di Cairo, non escludendo che nelle prossime settimane il prezzo possa anche essere ritoccato al rialzo per cercare di raggiungere almeno il 51% del capitale partendo da un 4,7% già posseduto e da un altro 4,2% che Intesa dovrebbe consegnare. Mentre un pacchetto di azioni pari al 23-24% probabilmente non aderirà ritenendo più saggio tenere in portafoglio titoli Rcs che in ogni caso rimarranno quotati.