Pubblicato il 09/04/2016, 12:14 | Scritto da La Redazione
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Rassegna Stampa – Cairo vuole il Corriere

Offerta di scambio sul 100% del gruppo Rcs

 

Rassegna Stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 26, di Laura Galvagni

 

GIORNALI E TV. L’editore lancia un’offerta pubblica di scambio: 0,12 titoli Cairo Communication per ogni azione Rizzoli

Media. L’editore offre 0,12 azioni Cairo Communication per ogni titolo Rizzoli

Editoria. Agli aderenti verranno riconosciute 0,12 azioni Cairo Communication per ogni titolo Rizzoli consegnato all’offerta

 

Cairo vuole il Corriere: offerta di scambio sul 100% del gruppo Rcs

Asse Mediaset-Vivendi: pay tv ai francesi e scambio azionario.
L’operazione valorizza la holding del Corriere 0,551 euro. La proposta valorizza il Corriere 0,551 euro – Le azioni sono balzate dell’11% a 0,455 euro.

 

Urbano Cairo punta al controllo del Corriere della Sera. La Cairo Communication ha lanciato un’Offerta pubblica di scambio volontaria sulla totalità delle azioni di Rcs, il gruppo che edita il quotidiano milanese: offerte 0,12 delle proprie azioni per ciascuna azione ordinaria di Rcs. L’operazione, spiega una nota, punta a creare «un grande gruppo editoriale multimediale, dotato di una leadership stabile e indipendente ». Intanto è stata ufficializzata ieri l’alleanza industriale e azionaria tra Mediaset e Vivendi: la pay tv Premium passa ai francesi, mentre i due gruppi si scambiano il 3,5% del capitale.

Urbano Cairo lancia un’Ops sulle azioni Rcs Mediagroup. La proposta prevede 0,12 azioni Cairo Communication per ciascun titolo Rizzoli apportato. In virtù di questo, sulla base del valore dei due titoli del 7 aprile scorso, il corrispettivo riconosce una valorizzazione di circa 0,551 per ciascuna azione Rcs.

Al di là degli aspetti tecnici, il piano punta, come recita il comunicato, a «creare un grande gruppo editoriale multimediale, dotato di una leadership stabile e indipendente, e a rafforzare il profilo economico- finanziario di Rcs accelerandone il processo di ristrutturazione e rilancio». In particolare, è scritto nella nota, «considerando la posizione finanziaria netta ampiamente positiva di Cairo Communication » chi aderirà all’offerta diventerà socio di una realtà «che, in termini consolidati, presenterà un indebitamento finanziario netto significativamente ridotto» rispetto a quello attuale. E i debiti di Rcs, peraltro, sono una delle condizioni sospensive per il buon esito dell’Ops assieme al raggiungimento di adesioni pari almeno al 50% più un’azione. Cairo chiede infatti che le banche rinuncino «incondizionatamente a qualsivoglia facoltà di richiedere il rimborso anticipato del debito in ragione del cambio di controllo». Allo stesso modo domanda che l’esposizione del gruppo venga di fatto “congelata” fino all’approvazione del bilancio 2017. Tra gli aspetti chiavi dell’Ops c’è poi la volontà di mantenere quotato il gruppo Rcs: qualora dovesse divenire titolare di una partecipazione nel capitale sociale di Rcs superiore al 90%, si riserverà di valutare se procedere o meno alla ricostituzione del flottante. Che qualcosa stesse succedendo attorno a Rizzoli si era capito da qualche seduta tanto che i rumor su un imminente intervento di Cairo si erano fatti particolarmente insistenti. Ieri la società, ha chiuso in progresso dell’ 11% a 0,455 euro per azione.

Urbano Cairo lancia un’Ops sulle azioni Rcs Mediagroup. E si appresta a diventare, se l’offerta andrà in porto, il primo socio di un gruppo editoriale che avrà tra i suoi asset chiave Il Corriere della Sera.

La proposta prevede 0,12 azioni Cairo Communication per ciascun titolo Rizzoli apportato. Il che significa che ogni 8,333 azioni consegnate gli aderenti riceveranno 1 azione Cairo Communication.

In virtù di questo, sulla base del valore dei due titoli del 7 aprile scorso, il corrispettivo riconosce una valorizzazione di circa 0,551 per ciascuna azione Rcs. Tale valutazione, rettificata per tener conto del pagamento di un dividendo di 0,20 per azione, risulta pari a 0,527 euro per ciascun titolo consegnato all’Ops. Il tutto potrebbe richiedere l’emissione di massimo 62 milioni di nuove azioni Cairo Communication. Al di là degli aspetti tecnici, il piano punta, come recita il comunicato, a «creare un grande gruppo editoriale multimediale, dotato di una leadership stabile e indipendente, e a rafforzare il profilo economico-finanziario di Rcs accelerandone il processo di ristrutturazione e rilancio». Cairo ha quindi spiegato di voler far leva sulla propria esperienza nell’esecuzione di complesse ristrutturazioni aziendali – il caso più noto è quello di La7 acquisita nel 2013 – e sulle competenze maturate nella raccolta pubblicitaria e la capacità di crescita nel settore dei periodici, che gli hanno consentito di mantenere un’elevata profittabilità in un difficile contesto di mercato. Il tutto si dovrebbe realizzare mantenendo inalterato l’attuale assetto manageriale. L’idea è di realizzare «significative efficienze nella gestione dei costi operativi » di Rcs, «anche semplificando la struttura societaria», e di «sviluppare i ricavi sviluppando le potenzialità della Rizzoli e di ristabilire l’equilibrio economico del gruppo». In quest’ottica, Urbano Cairo sottolinea che la proposta da lui avanzata consentirà ai soci del Corriere «di divenire azionisti di un gruppo con un miglior profilo finanziario, dotato di una maggiore flessibilità operativa e strategica per sostenere il rilancio di Rcs e la creazione di valore nel medio termine». In particolare, è scritto nella nota, «considerando la posizione finanziaria netta ampiamente positiva di Cairo Communication » chi aderirà all’offerta diventerà socio di una realtà «che, in termini consolidati, presenterà un indebitamento finanziario netto significativamente ridotto » rispetto a quello attuale.

E i debiti di Rcs, peraltro, sono una delle condizioni sospensive per il buon esito dell’Ops assieme al raggiungimento di adesioni pari almeno al 50% più un’azione. Cairo chiede infatti che le banche rinuncino «incondizionatamente a qualsivoglia facoltà di richiedere il rimborso anticipato del debito in ragione del cambio di controllo ». Allo stesso modo domanda che l’esposizione del gruppo venga di fatto “congelata” fino all’approvazione del bilancio 2017.

Auspica sostanzialmente la firma di una sorta di accordo di stand still. Fatto salvo per le somme da rimborsare legate agli incassi della cessione di Rcs Libri. Tra gli aspetti chiavi dell’Ops c’è poi la volontà di mantenere quotato il gruppo Rcs: qualora dovesse divenire titolare di una partecipazione nel capitale sociale di RCS superiore al 90%, si riserverà di valutare se procedere o meno alla ricostituzione del flottante .

Nell’operazione Cairo è assistito da Banca Imi ed Equita come advisor finanziari e da Bonelli Erede come consulente legale. Con il riassetto proposto da Cairo si risolve anche l’incertezza posta su Rcs dall’attesa uscita di Fiat Chrysler, annunciata al momento dell’intesa tra Espresso e Stampa-Secolo XIX. Proprio venerdì prossimo 15 aprile l’assemblea degli azionisti del gruppo automobilistico sarà chiamata ad approvare la distribuzione delle delle quote Rcs ai propri soci, con Exor che ha già preannunciato di voler cedere il proprio 5% in maniera frazionata.

Che qualcosa stesse succedendo attorno a Rcs si era capito da qualche seduta tanto che i rumor su un imminente intervento di Cairo si erano fatti particolarmente insistenti. Ieri la società, ha chiuso in progresso dell’11% a 0,455 euro per azione.