Pubblicato il 23/03/2016, 13:35 | Scritto da La Redazione
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Tv8 di Sky è già al 2% di share in prima serata – Sky, i “David” sono solo il primo passo il cinema italiano nel mirino della pay

Tv8 di Sky è già al 2% di share in prima serata – Sky, i “David” sono solo il primo passo il cinema italiano nel mirino della pay
Il canale 8 vola già negli ascolti e mette nel mirino La7. E poi continua l’espansione nel mondo del cinema. Obiettivo: entrare nel ramo distribuzione accordandosi con le case produttrici.

Rassegna stampa: Italia Oggi, pagina 19, di Claudio Plazzotta.

Tv8 di Sky è già al 2% di share in prima serata

Com’era ampiamente prevedibile, vista la ricchezza di costosi contenuti, il canale Tv8 di Sky è già arrivato al 2% di share in prima serata tra le ore 21 e le 23. Nella settimana tra il 14 e il 20 marzo, infatti, la media è stata dell’1,33% nelle 24 ore e dell’1,98% in prime time. Sull’intero mese di marzo, invece, Tv8 è all’1,10% nelle 24 ore e all’1,56% tra le ore 21 e le 23. Insomma, la cavalcata sembra essere iniziata verso una supremazia assoluta tra i canali fuori dai sette grandi generalisti (dal 14 al 20 marzo è l’ottavo canale in assoluto sia in prime time, sia nelle 24 ore), e con un La7 nel mirino che potrebbe essere raggiunto già alla fine del 2016. Certo, per tagliare questi traguardi Tv8 deve proporre in chiaro contenuti ad altissimo budget, come Italia’s got talent, la MotoGp, l’Europa League di calcio, e una library di film di tutto rispetto. Non sarà quindi facile chiudere con un conto economico in equilibrio, nonostante il tutto verrà poi annacquato nelle logiche più ampie del gruppo Sky.

Di sicuro, tuttavia, l’analisi dell’evoluzione delle reach (individui che guardano il canale almeno un minuto al giorno) delle reti dall’1 al 9 è abbastanza impressionante: nel periodo settembre 2014-febbraio 2015 Rai 1 aveva raccolto una reach di 26,6 milioni di telespettatori, mentre nel periodo settembre 2015-febbraio 2016 è calata del 4,2% a quota 25,4 mln. E così via per tutti i canali generalisti Rai (-4,1% sia per Rai 2, sia per Rai 3), quelli Mediaset (-7% Rete 4, -9,7% Canale 5, -11,1% Italia 1, che da sola perde oltre due milioni di telespettatori, passando da 18,1 mln a 16,1 mln) e La7 (giù del 4,1% a 10,4 mln). L’unico che cresce, in modo molto sensibile (e magari qualcuno potrebbe anche esclamare: e vorrei pure vedere), è Tv8, che sale del 26,8% e arriva a quota 6,5 min. Il canale Nove di Discovery, per il quale non sono disponibili i dati più antichi, è a quota 5,7 mln nel periodo settembre 2015-febbraio 2016. Domenica 20 marzo è stato il giorno più visto di sempre del canale Tv8, «da quando è monitorato da Auditel e quindi compresa la fase Mtv», spiegano da Sky, «con una share media del 2,5%». La gara di MotoGp, su Tv8 in differita alle ore 22, ha fatto registrare il 6,6% di share (1,68 mln di telespettatori), quarto canale in assoluto e secondo sul target uomini. Da quando è in gestione a Sky (ovvero, dallo scorso agosto), Tv8 ha una share media sulle 24 ore in crescita del 52% e in prime time su del 62%.

 

Rassegna stampa: Il Secolo XIX, pagina 48, di Michele Anselmi.

Sky, i “David” sono solo il primo passo il cinema italiano nel mirino della pay-tv

Obiettivo: entrare nel ramo distribuzione accordandosi con le case produttrici.

I David di Donatello come un cavallo di Troia per conquistare il cinema italiano? Possibile. Alla Rai non si strappano le vesti, la cerimonia faceva sempre ascolti risicati; e tuttavia il passaggio a Sky dello storico cine-premio è molto più di un’operazione di facciata da 700mila euro. La pay-tv mira al “rapporto di sistema” col nostro cinema, anche il rilancio dei David, arrivati alla 60esima edizione, torna utile sul piano simbolico. L’appuntamento è per il 18 aprile, in prima serata: con tanto di tappeto rosso più show pilotato da Alessandro Cattelan. L’ambizione è di cucinare «uno show ritmato, brillante, anche divertente». Non sarà facile, i David sono una noiosa sfilata di premi e ringraziamenti, ma è possibile che a Sky sappiano escogitare qualcosa per farli somigliare agli Oscar. Non per niente le cinquine principali sono state annunciate in diretta tv, alle 12 di ieri, nel corso di un breve collegamento dalla Casa del cinema, con ricreata scenografia e logo aggressivo.

La partita per il miglior film si giocherà tra Fuocoammare di Gianfranco Rosi, Il racconto dei racconti di Matteo Garrone, Non essere cattivo di Claudio Caligari, Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese e Youth di Paolo Sorrentino, e vai a sapere come voteranno i quasi 1.400 giurati al secondo scrutinio. Non ci sono dubbi, invece, su chi vincerà per il miglior esordio: Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti, ormai assurto a caso dell’anno, anche commerciale coi suoi 2 milioni e mezzo di euro al botteghino, oltre che destinatario di ben 16 candidature. Altrettante, per chi ama le graduatorie, vanno a Non essere cattivo, 14 a Youth, 12 a Il racconto dei racconti, 9 a Perfetti sconosciuti, mentre Quo vado?, straordinario trionfatore della stagione, con oltre 65 milioni di euro, si ferma solo a quota 3. Ma al di là delle candidature, per lo più all’insegna del ricambio generazionale con qualche ex-aequo di troppo, il tema vero riguarda appunto la discesa í n campo di Sky. La serata dei David è solo l’antipasto di un più massiccio intervento.

L’idea è di entrare direttamente nel ramo distribuzione, attraverso l’accordo con almeno cinque importanti case di produzione: Cattleya, Lucisano Group, Wildside, Palomar e Indiana Production (più forse Lucky Red e lndigo). L’obiettivo: sparigliare i giochi per gareggiare progressivamente, sul prodotto italiano, con Raicinema e Medusa. «Chi vivrà vedrà, non escludo nulla» replica al Secolo XIX il dirigente del gruppo Andrea Scrosati, ricordando che Sky investe ogni anno 100 milioni di euro nel prodotto italiano, tra diritti di acquisto, coproduzioni di film e miniserie di qualità. «Ci interessa qualsiasi progetto che coinvolga il meglio della creatività e della capacità produttiva italiana» aggiunge Scrosati. È stato Riccardo Tozzi, presidente dell’Anica, a pilotare il passaggio dei David dalla Rai a Sky, riuscendo subito a convincere il venerabile presidente Gian Luigi Rondi. «Sky è organicamente legata al cinema, più di quanto accada con le tv generaliste. Per anni è mancata l’alternanza. Ma la nostra non è una scelta di campo tra due blocchi, non c’è un muro di Berlino in mezzo, abbiamo solo valutato laicamente» argomenta Tozzi. Più chiaro di così

 

(Nell’immagine il logo di Tv8)