Pubblicato il 19/03/2016, 12:01 | Scritto da La Redazione

Rassegna Stampa – Metroweb punta all’accordo con Telecom per metà aprile

Rassegna Stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 19, Antonella Olivieri

Tlc. Nella fase 2 anche Milano, Torino e Bologna nell’ orbita della newco comune

Metroweb punta all’ accordo con Telecom per metà aprile

Trondoli: «Piano industriale pronto tra una settimana»

La porta non è chiusa per Telecom, ma i rapporti con Metroweb si trascinano ormai dal 2010 e la società infrastrutturale partecipata da F2i e da Fsi/Cdp ha deciso di rompere gli indugi con un piano per cablare dieci tra le maggiori città italiane. Non un annuncio, ma un progetto da realizzare nell’ arco di un triennio, approvato ieri dal cda. «Abbiamo deciso di accelerare – spiega l’ ad Alberto Trondoli – perchè il Paese ha bisogno di accelerare sulla partita della banda ultralarga».

La domanda, secondo Trondoli, non manca: «La “killer application” in questo caso è il fatto che all’ interno di una famiglia sono in tanti a collegarsi con dispositivi diversi e si fa presto perciò ad avere l’ esigenza di arrivare a 100 o anche 200 mega». Metroweb, che già detiene la rete in fibra ottica di Milano, ha in programma di replicare in altre dieci città: Bologna, dove di fatto i lavori sono stati quasi completati con 200mila abitazioni cablate in un anno; Torino, dove in sei mesi sono state raggiunte 100mila abitazioni, e poi Verona, Venezia-Mestre, Genova, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Palermo.

L’ obiettivo è di raggiungere 2,3 milioni di unità abitative con la rete Ftth (fiber to the home), e cioè, includendo anche Milano, il 17% della popolazione italiana. Con una copertura, a regime, del 90% delle città interessate. «Fuori resteranno i centri storici – spiega Trondoli – che sono un po’ “spopolati” e più difficili da strutturare, dove pensiamo che la soluzione, più che la fibra capillare, possa essere una copertura con l’ Lte mobile».

Il piano d’ investimenti è dell’ ordine di un miliardo, ma Metroweb ha già a disposizione 180 milioni e quindi necessiterà di circa 800 milioni di risorse ulteriori. La metà, 400 milioni, sarà reperita dalle banche. Interessate a finanziare il progetto sono Santander, Ing, Imi, Mediobanca e UniCredit. Per i circa 200 milioni mancanti saranno invece effettuati aumenti di capitale “a rate”, seguendo l’ avanzamento dei lavori.

È abbastanza evidente che la rete è una sorta di monopolio naturale e che quindi, è convinzione anche dell’ ad di Metroweb, non ci sarà spazio per più di un’ infrastruttura in fibra.

A Milano, infatti, nessuno si è sognato di fare il bis. Se si stringerà un accordo con l’ incumbent il problema non si porrà, ma anche se si dovesse, in alternativa, collaborare con l’ Enel il piano non presenta sostanziali duplicazioni rispetto a quello del gruppo elettrico.

«Da tempo siamo alla ricerca di un partner industriale – sottolinea Trondoli – e il partner naturale è sempre stato Telecom». Con l’ incumbent si è arrivati a definire un business plan per cablare quasi 250 città, «per cortesia istituzionale» presentato anche alle Authority. All’ Agcom, in particolare, è stato chiesto un «confronto informale» per approfondire alcuni aspetti. L’ ipotesi con Telecom è di costituire una newco, che non sarà Metroweb Sviluppo, lasciando fuori, in una prima fase, oltre a Milano, anche Bologna e Torino, dove i lavori sono già avanzati. La newco, con l’ incumbent in maggioranza, dovrà essere senza dubbio regolamentata e offrirà i servizi regolamentati per i quali c’ è già un pricing. In più offrirà quello che Metroweb sta già offrendo agli Olo. «Abbiamo chiesto di poter continuare a erogare questi servizi agli operatori alternativi in regime di concorrenza – precisa Trondoli – e su questo anche Telecom si è trovata d’ accordo». Significherebbe, per esempio, fornire all’ ingrosso l’ accesso alla fibra spenta in regime non regolamentato. Ora si stanno mettendo a punto gli ultimi dettagli del piano e la versione finale dovrebbe essere già pronta a metà della settimana prossima. Poi si tratterà di discutere assetto societario e governance – questo coinvolge il piano dell’ azionariato – con l’ obiettivo di siglare un memorandum of understanding per metà aprile. A quel punto l’ accordo sarà sottoposto al vaglio ufficiale dell’ Agcom e pre-notificato all’ Antitrust, con l’ aggiunta delle previsioni relative alla fase successiva quando anche Milano, Torino e Bologna entreranno nell’ orbita della newco.

Se, quindi, finalmente si sta arrivando al dunque con Telecom, perchè muoversi con un piano autonomo? «Il piano industriale – dice l’ ad di Metroweb – è stato messo a punto in tempi molto brevi, un paio di settimane, con spirito di collaborazione da parte di Telecom, che ha lavorato molto bene. Però l’ impressione è che, dal lato Telecom, non tutte le parti in causa abbiano intenzione di stringere in tempi brevi».

A quanto risulta, per l’ azionista pubblico, la Cdp, la deadline virtuale è l’ assemblea Telecom di fine maggio. Se non se ne farà nulla, comunque Metroweb andrà avanti con il suo piano e valuterà se ci sono le condizioni per una collaborazione con l’ Enel che, da parte sua, qualche giorno fa ha illustrato alla società infrastrutturale il suo piano per la banda ultralarga in 250 città, certamente da approfondire in alcuni aspetti, ma corredato di cifre che sembrano far tornare i conti. Si parla di una rete d’ accesso completamente nuova che si appoggia interamente alla strutture elettriche e per la quale si stanno stringendo accordi commerciali con Vodafone e Wind. Interlocutori che si sono seduti anche al tavolo Metroweb, con una lettera d’ intenti non vincolante che probabilmente sarà lasciata cadere alla prossima scadenza, dato che l’ obiettivo per la società guidata da Trondoli era quello di coinvolgere i due Olo nel capitale, ipotesi che non si è concretizzata.