Pubblicato il 13/03/2016, 14:01 | Scritto da La Redazione

Rassegna Stampa – Faro Authority sui rincari nelle telecomunicazioni

Rassegna Stampa: La Repubblica, pagina 25, di Alessandra Longo

Faro Authority sui rincari nelle Tlc

Istruttoria di Agcom e Antitrust: sui telefonini aggiunti servizi solo per alzare i canoni.

ROMA. Tim e Vodafone stanno attivando servizi aggiuntivi ai propri utenti, rincarando il canone, e sono finiti così nel mirino delle autorità di settore, Antitrust e Agcom (Autorità garante delle comunicazioni). Secondo l’ associazione dei consumatori Aduc, la questione è grave perché le mosse dei due operatori sarebbero un escamotage mai tentato prima per aumentare a tappeto i costi telefonici a una grande platea di utenti. Ecco perché Aduc ha denunciato i casi all’ Antitrust e perché anche l’ Agcom ha deciso- a quanto risulta a Repubblica- di aprire una istruttoria in merito. L’ ultima mossa è di Tim, che in questi giorni sta avvisando i propri utenti di una modifica delle condizioni contrattuali del piano base: a partire dal 10 aprile, c’ è un rincaro di 49 centesimi a settimana. In cambio, l’ utente ottiene internet 4G, chiamate e sms illimitati verso un numero Tim. La novità si chiama Tim Prime.

Simile formula per Vodafone Exclusive, di fine 2015. Cioè possibilità di navigare su rete 4G e di usare il traffico internet dello smartphone anche su pc e tablet, a fronte di un rincaro di 1,9 euro al mese. Considerata la platea degli utenti Vodafone, sono ricavi extra per alcune decine di milioni di euro al mese. Tim Prime e Vodafone Exclusive includono anche altri vantaggi accessori, come biglietti gratis al cinema e assistenza telefonica dedicata. Il punto di Aduc, da cui la denuncia all’ Antitrust contro Vodafone e Tim, è che queste nuove mosse non sono modifiche contrattuali- come gli operatori le indicano nei propri sms di avviso (Tim: «Cambiano le condizioni economiche del tuo piano base»; Vodafone: «il tuo piano tariffario includerà Vodafone Exclusive »). Sarebbero bensì servizi aggiuntivi non richiesti, ossia illeciti per la nostra normativa (che darebbero diritto all’ utente anche a un indennizzo).

La questione è sottile: se diventa possibile, in qualsiasi momento, modificare il contratto con piccole aggiunte ed extra da pagare, lo stesso concetto di “servizio aggiuntivo non richiesto” diventerebbe fumoso. E agli utenti non resterebbe che accettare il rincaro o cambiare operatore. In alternativa, Tim e Vodafone consentono all’ utente di contattarli per disdire il servizio addizionale. Il rischio di fondo, temuto dai consumatori, è che Tim e Vodafone facciano scuola e con il 4G tutte le tariffe subiscano un rincaro generalizzato, a forza di “modifiche contrattuali” così applicate. Un primo altolà potrebbe arrivare a giorni dall’ Antitrust, che sta per emettere la sentenza sul caso Vodafone; poi, sarà la volta di Agcom. Intanto, da Vodafone ritengono « di aver operato con trasparenza e flessibilità verso i propri clienti, a cui ha garantito il diritto di recesso e la possibilità di mantenere le precedenti condizioni di offerta a fronte per altro dei grandi progressi fatti dalla rete 4G negli ultimi mesi». Tim nota che, anche se il rincaro scatta in automatico, «i vantaggi di Prime sono attivabili solo su esplicita richiesta dell’ utente. Non c’ è quindi una correlazione diretta tra le modifiche tariffarie comunicate e i nuovi servizi dedicati. Questa è una differenza rispetto a Vodafone».