Pubblicato il 03/03/2016, 19:30 | Scritto da Gabriele Gambini

Valeria Graci: “La parodia di Barbara D’Urso? Mi è venuta mentre stiravo, guardando Domenica Live”

Intercettiamo una Valeria Graci che ha appena smesso i panni di Mancia e Orso, assieme a Marco Dottore, capitanando le incursioni destabilizzanti di Striscia la Notizia ai danni dei politici del Palazzo. Lei è un fiume in piena. E si racconta in un fluire circostanziato di aneddoti da far cappottare dal ridere: dalla genesi delle sue imitazioni, ormai cult nel contesto comico tradizionale italiano, al suo nuovo impegno sul set della sit-com What women want, pillole quotidiane in formato sketch-comedy, ad aprile su Italia 1. Nel frattempo, attende l’uscita del film Bianco di Babbuddoiu, di Igor Biddau (nelle sale il 17 marzo, Valeria è nel cast) e si prepara per lo spettacolo Ride bene chi ride contro la violenza psicologica (sabato 12 marzo al Teatro Pime di Milano, info su www.globalhumanitariaitalia.org) in cui, assieme a diversi comici di Zelig, Colorado e Comedy Central, reciterà in uno show di raccolta fondi a favore di Global Humanitaria Italia Onlus.

Come vanno le molestie ai politici?

Dipende dalle giornate. A volte li becchi tutti in un colpo solo, in altri casi sei costretta ad attenderli. Mancia e Orso comunque non si scoraggiano mai, un po’ come la mia Peppa Pig.

Peppa Pig flirtava con Pippo Civati. Quali altri politici sanno stare al gioco con la stessa autoironia?

Osvaldo Napoli, candidato sindaco alle amministrative di Torino, aprirà un nostro servizio dimostranto una vis comica pazzesca, quasi spudorata. Ha imparato a stare al gioco e sa farlo molto bene.

Ahi, ahi, povero Civati: qualcuno rischia di prenderne il posto nel suo cuore!

Francesco Romano è uno dei candidati a mettere a repentaglio il posto di Civati. Ogni volta che mi vede è come se mi rivolgesse un sorriso in più degli altri. Quando a Pippo Civati, temo che senza il costume di Peppa Pig non mi riconosca (ride, n.d.r.).

Confessi: un po’ Peppa Pig le manca.

Mi manca, certo. Ma non è detto che non possa tornare. Con quel personaggio c’era un divertimento di fondo garantito dalla narrazione costruita strada facendo: la love story con Civati, che aggiungeva pepe anche sui social network, la possibilità di improvvisare con tutti i politici. Con Mancia e Orso ci muoviamo dentro a binari più stabili, ma si tratta di caratterizzazioni che fanno da contraltare proprio a Peppa. Stiamo parlando dei due cartoni animati più amati dall’universo infantile. Rinnovare il proprio repertorio, poi, è una prerogativa di chi fa il mio mestiere e la nascita di Mancia e Orso deriva proprio da questa necessità.

Antonio Ricci docet.

Lui ha consacrato il mio lavoro da solista dopo lo scioglimento del duo Katia&Valeria, mi ha dato fiducia con Paperissima Sprint, mi ha consentito di lavorare su diversi aspetti del mio mestiere. Non gli sarò mai abbastanza grata.

E Barbara D’Urso? Le è grata per l’imitazione?

Quando sono stata sua ospite a Domenica Live, è impazzita dalle risate. Ha amato tantissimo la parodia. Soprattutto quando le ho puntato la luce della torcia in faccia replicando alcune sue movenze. Tra parentesi, la decisione di fare lo sketch della torcia è nata per caso, quando già mi ritrovavo negli studi. Ne ho parlato col mio autore, Davide Lubrano, e abbiamo deciso di tentare. Inizialmente sarei dovuta essere sua ospite per parlare della mia carriera in generale. Non c’è stato niente di pianificato.

Come è nata l’idea di una parodia della D’Urso, dopo quella di Federica Panicucci?

Come per la parodia della Panicucci. Mentre stiravo e sbrigavo le faccende domestiche, con un occhio a mio figlio e con la tv accesa sui loro programmi. Ho passato giornate intere a studiarle a fondo, per individuare i tratti distintivi da caratterizzare e estremizzare.

Valeria Graci stira e svolge i lavori di casa.

Sono una casalinga perfetta. So cucinare le crostate e so essere una donna di casa. Certo, quando mi sono fidanzata con colui che oggi è mio marito, ho tentato di cucinargli dei tortellini in brodo e l’esperimento è venuto maluccio. Ma ho imparato. Anzi, lo dico qui e ora: se Mediaset mi darà uno spazio per un one woman show, svelerò tutti i segreti della mia vita domestica (ride, n.d.r.).

L’appello è lanciato. Tornando alla D’urso…

La cosa più difficile è stata l’imitazione della voce. Non c’era verso di trovare un timbro convincente. Ci ho impiegato mesi. Poi, il secondo step: inserirla in un contesto divertente ma non stereotipato. Avevo pensato di prenderla in giro per la sua battaglia, peraltro vinta, con l’Ordine dei Giornalisti, ma sarebbe sembrato troppo semplicistico. Così, col mio autore, abbiamo pensato a una Barbara quasi divina, capace di fare miracoli. Ci è sembrata la chiave giusta.

Toccare le corde scoperte della vanità con i vip può essere controproducente.

Quando colpisci un personaggio nel suo punto debole, devi aspettarti reazioni multiformi. Lei si è divertita molto. L’essenziale è capire il gioco, comprendere che dietro a una parodia c’è voglia di scherzare senza cattiveria. L’ho imparato ai tempi della parodia di Miss Italia, con Katia, o in quella di Uomini & Donne, approvata con gusto anche da Maria De Filippi.

Ad aprile però termineranno i travestimenti e vedremo una Valeria al naturale con What women want, su Italia 1.

Saranno pillole quotidiane in formato sketch comedy. Nel cast, oltre a me, Simona Borioni, Rita Pelusio e Ludovica Martini. Saremo delle donne, ognuna con una sua carriera avviata e una sua vita familiare, che si ritrovano per chiacchierare dei loro problemi, delle loro aspirazioni. E, naturalmente, degli uomini. Il tutto in chiave comica. Maurizio Battista avrà la parte del barista, spettatore involontario di queste conversazioni e pronto a entrare a gamba tesa nei dialoghi.

In questo caso non c’è un canovaccio autoriale strutturato su un’imitazione, c’è un ruolo di recitazione a tutto tondo per giocare su tempi comici diversi.

Trattandosi di una sketch comedy, dunque di un prodotto veloce e incisivo, molta importanza sarà legata all’efficacia delle battute. I dialoghi saranno il punto focale della serie, sul set lavoriamo tutto il giorno per passarci gli assist giusti mettendo la nostra esperienza di comici al servizio di una sceneggiatura. Un lavoro diverso rispetto all’imitazione. Ne sono felice: posso affinare alcuni miei tratti di attrice, divenuti più chiari con la maturità.

Parafrasando il titolo della sit com, viriamo sul filosofico: che cosa vogliono le donne, oggi, quando parlano tra loro?

Nella serie, prendiamo in giro il quotidiano femminile. Un po’ mi rivedo nelle chiacchiere che faccio con le mie amiche della vita reale: dalle serate con la mia collega/amica Barbara Foria, al nucleo storico di mie compagne di classe e amiche di vita, che si chiamano MarySara, Eleonora e Francesca. Siamo come le protagoniste di Sex and The City. Ci troviamo per parlare delle nostre esperienze, dei nostri fidanzati del passato, ma alla lunga si finisce sempre per discutere di scarpe, borsette e trattamenti antirughe. I vezzi femminili non muoiono mai, cambia solo il contesto in cui se ne discute: una volta davanti a una discoteca alle 4 di mattina, oggi davanti a un sushi alle 10 di sera.

Prima della messa in onda della sit com, presenterà una serata di beneficenza a Milano.

Ci tengo molto. Tramite amici comuni sono entrata in contatto con la responsabile di Global Humanitaria Italia Onlus, Simona Ingellis. Loro da molto tempo curano progetti a sostegno dei bambini nati nei Paesi in via di sviluppo. Da ottobre, assieme alla criminologa Cinzia Mammoliti, hanno messo in piedi un progetto a sostegno delle vittime della violenza psicologica, che ha connotazioni infide e colpisce senza distinzioni uomini, donne e bambini. Prendiamo, per esempio, i recenti casi di cronaca sul bullismo a scuola. L’idea ha il patrocinio del Comune di Milano e il sostegno delle Regioni Lombardia, Liguria, Toscana, Lazio e Campania: è stato creato un numero di telefono a disposizione delle vittime, un team di avvocati e di psicoterapeuti disposti a fornire consigli, e diverse modalità di agevolazioni economiche per chi necessita di terapie prolungate e specifiche. Lo spettacolo coinvolgerà diversi volti di Zelig, Colorado e Comedy Central (Barbara Foria, Mary Sarnataro, Gianmarco Pozzoli, Alice Mangione, Alessandra Ierse, Rossana Carretto, Nando Timoteo, Pablo Scarpelli, Chiara Rivoli, Martina Catuzzi e Italo Giglioli, n.d.r.) si svolgerà il 12 marzo al Teatro Pime di Milano. Saranno 2 ore di show comico intenso, con repertori diversi. Il prezzo del biglietto è di 18 euro, una cifra medio-alta, stabilita perché gli incassi saranno interamente devoluti all’associazione. Per chiunque desiderasse approfondire, l’email è info@globalhumanitariaitalia.org

In attesa di arrivare nelle sale cinematografiche il 17 marzo.

Il film si chiama Bianco di Babuddoiu, di Igor Biddau. Per me è stato come tornare a Colorado. Con Pino e gli Anticorpi, autori del progetto, abbiamo condiviso tante di quelle “ore buche” tra una registrazione e l’altra, che ci sembrava di essere tornati a scuola.

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto Valeria Graci)