Pubblicato il 15/02/2016, 15:34 | Scritto da Tiziana Leone
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Max Giusti: “Al DopoFestival ho rischiato. Ho difeso Elton John in ogni modo. Sanremo poteva distruggermi”

Allora Max come va dopo la settimana di passione sanremese?

«Molto stanco, ma felice. E devo ringraziare Savino, la Gialappa’s oltre a tutto il gruppo di Quelli che il calcio compresi Lucia Ocone e Ubaldo Pantani. Siamo un team fortissimo».

Chi fa la differenza?

«Ti faccio un esempio: Bono Vox è stato un pezzo molto divertente da fare, ma con la Gialappa’s è stato fichissimo. Loro ti danno quella serenità di fare anche cose rischiose come il De Gregori stronzo che canta: “Patty Pravo se continui così l’anno prossimo ti faranno fare Sanremo giovani e la tua faccia potrai spedirla a un indirizzo nuovo…”».

Come hai scelto i quattro personaggio del Dopofestival?

«Non volevo essere banale e portare i miei classici. Ho fatto cinque anni di tv istituzionale su Rai 1 e avevo voglia di tornare a fare le mie parodie. Non sono imitazioni, mi dispiace quando le definiscono così, non mi importa se la voce è imperfetta, l’importante è che il mio personaggio abbia un motivo per esistere. Bono l’avevo preparato molto, Elton John si è fatto scegliere da solo».

Fare Elton John è stato rischioso con tutte le polemiche che l’avevano preceduto…

«C’era molta tensione, erano tutti con i fucili spianati, ma l’ho difeso con le unghie e con i denti».

Qualcuno non voleva che lo facessi?

«C’era una psicosi collettiva in quei giorni, la Rai voleva rimanere super partes però alla fine sono riuscito a portarlo. Certo ho dovuto un minimo lottare non per censura, ma per questa psicosi che si era scatenata ovunque, dobbiamo esser anche noi artisti a difendere le nostre libertà e i nostri gusti. Non potevo non toccare quell’argomento, ma credo di averlo fatto in maniera non banale».

Hai fatto anche un Massimo Ranieri piuttosto presuntuoso…

«Massimo Ranieri mi perdonerà, è talmente bravo…».

Il Dopofestival ha fatto record di ascolti, ve l’aspettavate?

«Speravo che andasse così, ma sinceramente non mi aspettavo il record di ascolto assoluto e il grande gradimento. A 47 anni avevo voglia di tornare a fare il comico se no poi divento troppo vecchio, posso dire missione compiuta».

Sanremo è sempre un rischio, per tutti. L’avevi messo in conto?

«Sanremo mi poteva distruggere. Sono arrivato con lo spirito di un trentenne. Ma aver avuto un così grande successo in un anno in cui c’è stata una collega spettacolarmente brava come Virginia Raffaele è motivo di doppia soddisfazione».

Carlo Conti santo subito…

«È una delle poche persone normali che fanno questo mestiere. Quando mi ha chiamato per Tale e Quale show mi ha detto: “Vieni ti proteggo io”. Non lo avrei mai fatto se non mi avesse chiamato lui, sapevo che non mi avrebbe fatto nessun trabocchetto. Reinventarsi è la cosa più bella che c’è, con tutti i rischi che comporta, ma dopo tanti anni di tv nazionalpopolare, posso dire che è andata bene».

Il Dopofestival l’hai fatto, un pensierino al Festival lo fai?

«Ma chi io? Non mi ci fanno salì all’Ariston, mi fermo al backstage».

C’è sempre Carlo Conti l’anno prossimo, non si sa mai.

«Sono contento, con lui c’è stata un po’ la rivincita di quelli che in tv venivano chiamati mediani. Ha dimostrato che se sai fare la tv la puoi coniugare anche a un grande evento come Sanremo».

Il direttore di Rai 1, Giancarlo Leone, ha già annunciato che il Dopofestival l’anno prossimo tornerà. Lo rifaresti?

«È andata bene, fermiamoci qua, poi Dio vede e provvede. Ti rispondo fra sei mesi. Ho visto i più grandi uscire distrutti da Sanremo, per il prossimo anno puntiamo su Castrocaro va».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Max Giusti)