Pubblicato il 09/01/2016, 16:01 | Scritto da La Redazione

Rassegna Stampa – Tlc: Telecom stringe su Metroweb. Tim diventa l’unico marchio

Rassegna Stampa: La Stampa, pagina 18, di Francesco Spini

 

Telecom stringe su Metroweb

Tim diventa l’unico marchio

 

Banda ultra larga, Brasile, lancio del marchio unico Tim. Sono le tre partite con cui si apre il 2016 di Telecom Italia. Sul primo punto, quello della rete di nuova generazione, il governo ha appena stabilito la modalità con cui sviluppare la fibra ottica nelle zone meno appetite dagli operatori.

Le regole sulla rete

Nelle cosiddette aree a fallimento di mercato, a portare la fibra ci penserà direttamente lo Stato. Sarà Infratel, la società del ministero dello Sviluppo economico, ad avere proprietà e gestione della nuova rete, e sarà lei ad indire le gare per la costruzione. I fondi sono i 2,2 miliardi già sbloccati dal Cipe a cui si aggiungono 1,6 miliardi di fondi regionali. In pole position c’è Enel Open Fiber, operatore non verticalmente integrato nato a fine 2015 da una costola del gruppo elettrico. Potrà far valere il proprio vantaggio per espandere la fibra spenta attraverso i cavidotti. Ma non farà concorrenza agli altri operatori nel servizio. Le rete, infatti, sarà affittata da Infratel ai singoli operatori. Telecom sarà tra questi, facendo leva sulla propria base clienti. La partita su cui Telecom punta invece a stringere è quella relativa a Metroweb, per sviluppare la fibra nelle aree più interessanti dal punto di vista del business.

La trattativa con Cdp

Nonostante l’operatore di rete formalmente abbia ancora aperte trattative con Vodafone e Wind, la via maestra per la società specializzata nella fibra resta quella di un accordo con Telecom Italia. La Cassa Depositi e Prestiti, che nella nuova gestione Costamagna-Gallia punta a favorire il più possibile lo sviluppo della banda ultra larga nel Paese, potrebbe conferire la propria quota in cambio di un ingresso in Telecom. Non sembra invece emergere un ruolo di primo piano per Enel in questa partita. Con Telecom, invece, il lavoro prosegue. Dapprima con lo studio dei piani industriali. In seguito lo schema deciso – che attraverso una discesa di F2i dovrebbe portare Telecom ad avere almeno il 60% della società – sarà sottoposto informalmente all’Antitrust per un via libera preliminare. In ballo c’è la possibile di cablare la prime 250 città italiane senza incentivi, indigesti a Bruxelles.

La smentita sul Brasile

Con il nuovo anno sono invece riprese indiscrezioni su movimenti in Brasile. Telecom però ha seccamente smentito «contatti formali o informali con Oi», riportati dall’agenzia internazionale Reuters. La questione brasiliana è delicata. Un’uscita dal Paese sudamericano in questo momento di quotazioni depresse, è assai complicata. Per esaminare ipotesi di consolidamento per Tim Brasil, invece, il gruppo italiano attende novità sul piano regolamentare che il governo di Brasilia non vuole certo accelerare per favorire un’operazione con Oi.

Nel frattempo l’ex monopolista italiano punta a rilanciare sul piano commerciale con il lancio, previsto mercoledì, del nuovo marchio di gruppo Tim, che riunirà l’offerta di telefonia fissa, mobile e Internet e che manderà in soffitta Telecom Italia, finora utilizzato la rete fissa. Non da ultimo l’appuntamento con la cessione del 45% delle torri Inwit. Dopo le proposte non vincolanti ricevute da Cellnex-F2i, Ei Towers e American Tower, si punta a chiudere entro giugno.