Pubblicato il 20/12/2015, 14:02 | Scritto da La Redazione
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Rassegna stampa – Alessandra Comazzi: “Il mondo a 45 giri? Conquista”

Rassegna stampa – Alessandra Comazzi: “Il mondo a 45 giri? Conquista”
La critica televisiva de “La Stampa” promuove il programma di Rai 3 con Luca Barbarossa, che ha ripercorso la storia della casa discografica Rca.

Rassegna stampa: La Stampa, pagina 33, di Alessandra Comazzi.

Il mondo a 45 giri? Conquista

Dai attacca il giradischi, come esortava Celentano nel 1966: il vero Festival di Sanremo, la vera rassegna della canzone italiana, è qui! 1966: pezzi scaltri e orecchiabili, raffinati e ruffiani, comunque autoriali. E così aveva davvero l’aria di una festa quella che si è consumata su Rai 3, complice un conduttore simpatico senza riserve, Luca Barbarossa, con lui Gloria Guida. Il mondo a 45 giri ha raccontato in due prime serate la storia della Rca, la casa discografica che dagli anni 50 agli 80 del Novecento, dal dopoguerra al «riflusso» passando per il boom economico, fu la colonna sonora del Paese. Un’Italia che «ballava l’alligalli e cantava Alice guarda i gatti, che sognava Sapore di sale e urlava Bisogna saper perdere, che piangeva con Ciao Amore ciao e rideva con Vengo anch’io no tu no»; un’etichetta per la quale incisero Morandi, Paolo Conte, Rita Pavone, Edoardo Vianello, Patty Pravo, Gino Paoli, Ron, De Gregori, Mal, Cacciante, Luca Carboni, Shel Shapiro, Nannini, Mannaia. Paolo Jannacci e Claudia Endrigo hanno ricordato i loro padri.

Tutti si sono cantati e reinterpretati: ideato da Gregorio Paolini, autori Labianca, Martelli, Palazzo, Valitutti, il programma è stato piacevole, una rievocazione non pensosa anzi scacciapensieri. A parte quelli per alcuni protagonisti, invecchiati proprio male. Apprezzamento pure dai nativi digitali. Dedicati a loro gli ormai classici «Teletopi», i premi alle migliori web tv italiane, inventati da Giampaolo Coletti e assegnati all’Università di Bologna. Il tema era lo «storytelling», la narrazione per immagini, pensata per la rete che offre grandi potenzialità narrative: come Avamposto 42, con la Cristoforetti. Tra i partecipanti a questi «oscar», spiccavano racconti sociali o promozionali, un modo diverso, se non nuovo di farsi conoscere. E pure le reti tradizionali si stanno preparando: su Boing a esempio, canale 40 del digitale terrestre, va in onda da martedì I capatosta, allegra sit com, protagonista una famiglia composta da madre, padre (Alessandro Betti e Beatrice Schiros), due figli e nonna; lui perde il lavoro di agente di viaggio, perché «tutti ormai prenotano sulla rete», e decide di farsi una web tv con filmati buffi autoprodotti. Una candid camera finalizzata. Chissà che cosa avrebbe fatto Nanni Loy.

 

(Nella foto Luca Barbarossa)