Pubblicato il 16/12/2015, 13:32 | Scritto da La Redazione
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Costantino della Gherardesca: “Sì sono gay” (ma non li sopporto) – Tiziano Ferro si prende Rai 1

Costantino della Gherardesca: “Sì sono gay” (ma non li sopporto) – Tiziano Ferro si prende Rai 1
“Mi presento: maschio alfa, naturalmente infedele e non abbastanza ricco per pensare all'amore”, dice il conduttore. Il cantautore di Latina, invece, sarà in tv il 30 dicembre.

Rassegna stampa: Oggi, pagina 76, di Lorenza Sebastiani.

“Sì sono gay” (ma non li sopporto)

“Mi presento: maschio alfa, naturalmente infedele e non abbastanza ricco per pensare all’amore”, dice Costantino della Gherardesca. Che non sogna Brad Pitt, ma un emiro: “Anche se somigliasse a Magalli…”.

«Sto anche studiando il farsi». Prego? «Mi sono messo a studiare la lingua persiana. Amo l’Iran, è un Paese stupendo. Vorrei anche organizzarci un evento tv». Sorprendente timoniere della televisione che guarda altrove, dopo Pechino Express Costantino della Gherardesca è alle prese con il nuovo quiz Tanto Vale, dal 6 dicembre in prima serata su Deejay Tv. Ma appena può, tra un impegno professionale e l’altro, vola in Iran. Quando lo incontriamo, è appena tornato da Teheran.

Perché le piace l’Iran?

«È un Paese pieno di giovani, con circa l’8% di crescita economica annua. Un Paese libero, molto simile all’Italia, pluralista e di certo non fondamentalista come si dice».

Il Medio Oriente oggi è sconvolto dal terrorismo. Cosa pensa dei fatti di Parigi?

«Una tragedia, ma in Medio Oriente l’Occidente ha alimentato un quadro pericoloso che prima di Parigi si faceva finta di non vedere. Di vittime, lì, ce ne sono da anni, a migliaia, ma sulla nostra tv nulla, non una parola».

La nostra tv non le piace?

«È troppo provinciale. Mentre stava cambiando il quadro geopolitico mondiale, si parlava del sindaco di Roma. Apprezzo i programmi Discovery, che hanno un taglio olandese, mi piace Corrado Formigli, è coraggioso. Ma non mi piacciono i talent, né le serate-evento con Morandi e Baglioni. E nemmeno Bruno Vespa che, durante la guerra in Siria faceva speciali, appunto, su Morandi e Baglioni».

Parliamo della sua televisione. Lei ha condotto ormai vari format. Quale ama di più?

«Hair (su Real Time, ndr) è stato molto innovativo dal punto di vista del montaggio, ma direi Pechino Express».

Si presenti a chi non la conosce.

«Sono stato un ragazzo precoce che ha fatto molte esperienze a 18-20 anni, stupefacenti compresi. Da sempre ho disturbi d’ansia, una forma fortissima di agorafobia, soffro di depressione maggiore. E sono antisociale».

Che infanzia ha avuto?

«Ho avuto un’infanzia da nobile, ma non da ricco. La mia famiglia è ricca fin dal 1500, poi negli anni Sessanta ha dissipato quasi tutto. Sono cresciuto in un ambiente molto liberal, a casa non c’è stato nessun problema con la mia omosessualità. Anzi, in famiglia qualcuno se l’è presa perché l’ho detto prima a mia madre che ad altri».

Si ricorda quando gliel’ha detto?

«A 18 anni e un minuto. Eravamo in taxi e lei ha fatto finta di cadere dal pero. Figuriamoci, a 14 anni giravo con pelliccia finta, occhiali fumé e tacchi Seventies».

Un’adolescenza libera.

«Sì, ma non facile. Ricordo collegi in Svizzera dove me ne facevano di tutti i colori. Mi sequestravano le pellicce finte. Mi facevano correre nella neve a piedi nudi per punizione».

I suoi problemi sono nati in quei momenti?

«No, fin da piccolo avevo un rapporto ossessivo con il cibo. Lo rubavo agli altri bambini, mangiavo dolci in continuazione».

Adesso come sta?

«Prendo psicofarmaci regolarmente, sono contrarissimo alla medicina naturale o omeopatica. Ho avuto un momento di forte depressione solo due mesi fa. È difficile per gli altri capire, pensano che tu ti stia facendo dei problemi inutili. In realtà è una malattia, non puoi controllarla».

Che rapporto ha con se stesso, oggi?

«Con il mio grasso, intende? Buono, anche se mi dà fastidio quando non entro nei cappotti».

E con gli altri?

«Ho una forte empatia con i miei amici e le persone con cui lavoro, ma non ce l’ho con i miei amanti. Gli uomini gay di oggi sono come le protagoniste dei libri di Jane Austen, melodrammatici. Ho avuto tre storie con uomini che mi hanno mandato a quel paese tutti per Io stesso motivo: sono troppo egocentrico. Il problema è che mentre mi parlavano non riuscivo a fingere attenzione nei loro confronti».

Spieghi meglio.

«Io facevo i miei monologhi sulla Siria e questi volevano la mia attenzione. Lo ammetto, mi interessava più la situazione mondiale di quella di chi avevo davanti. Dicono che non sono empatico».

Preferisce corteggiare o essere corteggiato?

«Sono un omosessuale alfa, quindi abbastanza prepotente. Si aspettano che io li corteggi. Mentre il mio sogno è che arrivi uno sceicco ricchissimo che mi porti a vivere negli Emiratì, per tornare in Italia una volta all’anno a fare un programma. Se poi ha l’aspetto di Giancarlo Magalli, sono disposto a soprassedere. Non amo il tipo in stile americano dai finti denti di porcellana. Alla Brad Pitt o alla Bradley Cooper, per intenderci».

Sarà ricercatissimo.

«Se mi applicassi non avrei problemi. Però devo lavorare, finanziariamente non posso ancora pensare all’amore. Se facessi una pubblicità come Pif o la Pellegrini avrei un conto in banca che mi permetterebbe di dire: adesso pensiamo a una love story».

Ma lei è fedele o no?

«La monogamia non è naturale, è un’imposizione del cristianesimo. Gli omosessuali di oggi hanno copiato uno stile evangelico americano da coppia monogama cristiana che non mi appartiene affatto. Si sono conformati e hanno scelto la famiglia, anche come realtà economica. Intendiamoci, sono favorevole al matrimonio gay, perché è un passo fondamentale verso l’equiparazione dei diritti. Ma mi interessa molto di più il tema dell’adozione».

Lo dice perché se potesse lei vorrebbe in futuro adottare un bambino?

«Perché no? Oggi è più facile diventare genitori con un utero in affitto o con la fecondazione in vitro. Invece vorrei che per gli omosessuali, o anche per i single, adottare fosse più facile. Dire che un bambino ha bisogno di un papà di sesso maschile e di una mamma di sesso femminile è un filino indietro, come concetto. Non siamo mica più ai tempi delle caverne».

 

Rassegna stampa: Libero, pagina 27, di C.Cas.

Tiziano Ferro si prende Rai 1 con “Lo Stadio”

Come Jovanotti, così Tiziano Ferro. Anche il ragazzo di Latina avrà il suo speciale in televisione, poche ore prima che l’orologio batta il Capodanno. Mercoledì 30 dicembre in prima serata, Rai 1 manderà in onda Tiziano Ferro – Lo Stadio. Lo speciale, costruito a partire da materiali inediti, sarà dedicato al tour che, la scorsa estate ha portato il cantante ad esibirsi nelle principali arene italiane. «Ho vissuto un anno unico. Ve lo voglio raccontare, dal palco al dietro le quinte», ha scritto su Facebook Tiziano Ferro che, davanti a sé negli stadi ha avuto oltre 300mila spettatori. Lo speciale, dunque, non si limiterà a rendere conto delle performance live del cantante. Su Rai 1, insieme ai suoi più grandi successi, troveranno spazio monologhi ed interviste esclusive a Tiziano, così da permettere agli spettatori di immergersi nell’universo musicale di uno dei maggiori esponenti della scena italiana.

 

(Nella foto Costantino della Gherardesca)