Pubblicato il 08/12/2015, 18:00 | Scritto da La Redazione
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Bunga bunga in tv: è boom. E Berlusconi s’indigna: “Fango”. Esplode il caso a sinistra

Rassegna stampa: Il Fatto Quotidiano, pagina 7, di Wa.Ma.

Bunga bunga in tv: è boom. E B. si indigna: “Fango”

Il processo Tarantini su Rai 3 fa un milione di spettatori. Ira di Forza Italia.

«Sto guardando la televisione… mi stanno infangando… stanno ritirando fuori le feste a Palazzo Grazioli». Ha un tono mesto Silvio Berlusconi sabato sera, parlando al telefono con un amico, mentre guarda Un giorno in pretura. Sullo schermo scorrono le testimonianze sulle cene eleganti che si sono succedute in Tribunale, durante il processo a Gianpi Tarantini. Tempi andati per il Caimano che si rivede come in uno specchio deformato con un sentimento tra la mortificazione e la nostalgia. Non c’è spazio neanche per la rabbia. Il bunga bunga fa parte del passato. Eppure buca ancora lo schermo. A giudicare dagli ascolti che ha fatto il processo a Tarantini mandato in onda su Rai 3 da Un giorno in pretura sabato scorso, le vicende della Began e della D’Addario sono una manna per i palinsesti televisivi. Sabato scorso ha ottenuto quasi un milione di spettatori (988.000) con l’8,66%, secondo solo al Grande Fratello su Canale 5 con 850.000 spettatori con l’8,69% di share. Anche lo speciale su Laura Pausini finisce indietro: The Short Film ha conquistato un ascolto di 968.000 spettatori pari a uno share del 6.9%.

Rai 3 ha iniziato a mandare in onda le quattro puntate sul processo con tutte le udienze un minuto dopo l’emissione della condanna di primo grado a Sabina Began e Tarantini, il 21 novembre. L’ultima puntata è prevista per sabato prossimo. Ragazze in lacrime, intercettazioni di Berlusconi, D’Addario, Began e i festini a Palazzo Grazioli hanno fatto il boom. Ma a sollevare il carattere dubbio di una scelta del genere è stato Arturo Diaconale su Il Giornale: «La legalità riguarda anche il diritto dei cittadini a non essere sottoposti a fenomeni di gogna mediatici. Con fiction che condannano prima delle sentenze o come il caso di Un giorno in pretura con la trasmissione delle udienze del processo Tarantini”. Il riferimento è al fatto che si parla di condannati in primo grado, e dunque in attesa della sentenza della Cassazione: la trasmissione, insomma era diretta «non solo a infangare e denigrare uno dei leader dell’opposizione come Silvio Berlusconi, ma a riesumare, nei confronti delle tante ragazze chiamate a testimoniare, il “marchio del distinguo” di colore giallo che nella Repubblica Veneta veniva imposto alle prostitute. Nella Rai del futuro, sempre che voglia rimanere servizio pubblico e non servizio di una parte, queste illegalità non possono avere spazio».

Ma non è solo il centrodestra a criticare. Michele Anzaldi, membro della Vigilanza Rai in quota Pd e renziano d’attacco, la mette così: «Non è stata una cosa né bella né da servizio pubblico». E poi, vola alto: «La Rai poteva fare invece un talk show sulla Cop21. Va bene, non avrebbe fatto ascolti: ma è per questo che gli italiani pagano il canone. E insomma, che quelle facevano le escort lo sapevamo. Che scoperta è? Certo fa ascolti».

 

(Nella foto Gianpaolo Tarantini)