Pubblicato il 07/12/2015, 17:32 | Scritto da La Redazione
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Il potere (tutto) ancora passa sotto la porta santa di Vespa

Il potere (tutto) ancora passa sotto la porta santa di Vespa
Da Crepet ad Alfano, da Annamaria Franzoni a Gigi D'Alessio e Berlusconi; da Tremonti a Renzi e i Casamonica: oltre la televisione, i libri. La loro presentazione è una cerimonia medievale a cui nessun potente davvero tale non sia stato invitato, e a cui nessun potente che volesse restare tale ha potuto sottrarsi.

Rassegna stampa: Il Fatto Quotidiano, pagina 8, di Daniela Ranieri.

Il potere (tutto) ancora passa sotto la porta santa di Vespa

Da Crepet ad Alfano, da Annamaria Franzoni a Gigi D’Alessio e Berlusconi; da Tremonti a Renzi e i Casamonica: oltre la televisione, i libri. La loro presentazione è una cerimonia medievale a cui nessun potente davvero tale non sia stato invitato, e a cui nessun potente che volesse restare tale ha potuto sottrarsi.

Dlin dlon! Nello studio magico di Porta a Porta in video veritas dove Bruno Vespa, è cerimoniere, padrone, maggiordomo e commensale si sancisce la propria esistenza. La Marini e Lupi, Crepet e Alfano, Beppe Grillo e Annamaria Franzoni, Gigi D’Alessio e Berlusconi, Tremonti e Claudia Koll, Renzi e i Casamonica, e tutti gli ospiti del salotto di Maria Angiolillo. Persino il Papa, quello polacco, che per questioni di logistica telefonò. E Bruno irruppe in pianto, in quella quasi diretta ch’è il tempo di Porta a Porta. Sotto la porta santa del luciferino Vespa, con alchimia notarile, fu stilato il contratto con gli italiani, quando B. ci chiese quanto volevamo e mise mano al portafoglio (1 milione di posti di lavoro). Ogni anno sotto Natale, quella stessa magia si trasfonde nei libri che Vespa dona al Paese, le cui anticipazioni, come le centurie di Nostradamus, descrivono scenari e li creano, prospettano il futuro o lo avverano.

Dense di chiaroveggenza retroattiva, le quartine dei libri di Vespa sono il diario segreto-pubblico della Repubblica, quello a cui affidare i pensieri più inconfessabili, come “I miei figli si sentono come gli ebrei all’epoca di Hitler” (B., 2013), e “Il ponte sullo stretto? Certo che si farà” (Matteo Renzi, 2015). La loro presentazione è una cerimonia medievale a cui nessun potente davvero tale non sia stato invitato, e a cui nessun potente che volesse restare tale ha potuto sottrarsi. È come il rito dello scioglimento del sangue di San Gennaro: per mezzo di essa ogni potere coagulato si ostende e si fluidifica. A benedirli, il Vertice del tempo: un giorno era l’utilizzatore finale d’Italia, che si meritò un tomo tutto suo. Nel segno del cavaliere. Silvio B., una storia italiana, altre volte furono sue protesi e emanazioni, altre tutti insieme, destri, sinistri, centri, in ammucchiata da seconda Repubblica. E oggi chi poteva essere, il chierichetto del nuovo miracolo (dal titolo Donne d’Italia. Da Cleopatra a Maria Elena Boschi) se non lui, Matteo, il rottamatore? Piccolo principe, egli sa che ogni cosa essenziale è invisibile agli occhi, e che dunque il potere muta d’aspetto, ma la sua dura legge, di aderenze e affinità, di battesimi e catene, muta sì, ma per non cambiare mai.

 

(Nella foto Bruno Vespa)