Pubblicato il 23/10/2015, 14:31 | Scritto da Emanuele Bruno

“X Factor”: meglio la giuria buona o la deriva machiavellica dell’era Morgan?

“X Factor”: meglio la giuria buona o la deriva machiavellica dell’era Morgan?
Skin dal vivo è brava, ma, causa ancora imperfetta padronanza della lingua, è un po' meno efficace che nel "montato". E c'è di meno la gara nella gara tra i giudici, che con Morgan in campo assumeva aspetti quasi parossistici, tipici dell'edizione italiana e meno presente in altre versioni del talent.

È un live molto diverso, quello di X Factor nuova edizione. Le pause di Skin alla ricerca delle parole giuste in italiano per adesso fanno spettacolo. E qualche volta il bravo Alessandro Cattelan si premura di cavarla d’impiccio e sostenerla per non allentare troppo il ritmo. Tra i quattro componenti della giuria c’è però un clima molto diverso da quello della precedente edizione, più divertito ed empatico, meno carico della tensione che si respirava con Morgan, che aveva impresso al format una deriva alla House of the Card, che rendeva il meccanismo originale e vincente, ma spesso sacrificava sull’altare della partita interna tra giurati anche il destino di giovani cantanti, che avrebbero altrimenti meritato di andare più avanti nella gara. Le prossime puntate e i risultati ufficiali di Auditel daranno qualche elemento di giudizio in più. E si vedrà se il rispetto più preciso del senso del talent renderà di più o di meno di quanto non portassero a casa l’imprevedibilità e le strategie sofisticate e parossisticamente narcise del giurato più vincente delle scorse edizioni.

Mika ha preso con autorevolezza e genuinità il ruolo del “cattivo” del gruppo, il ritorno di Elio garantisce un notevole surplus di ironia ed equilibrio nel giudizio tecnico, ma quella che paradossalmente forse risulta per essere per adesso depotenziata è la forza televisiva di Fedez, vera sorpresa della passata edizione, che per molti versi era innescato e stimolato proprio dalla contrapposizione con il cantautore “maledetto”. Il dibattito sul tema è comunque lecito: meglio il programma che finiva per puntare molto sulla sfida tra i giudici o questa versione che per adesso pare voler dare più spazio al talento dei campioncini accuratamente selezionati nelle audition e poi nei bootcamp e gli home visit, dove ironia e divertimento la fanno da padroni?

L’optimum, ovviamente, è un equilibrio tra i due ingredienti, che nelle intenzioni di chi ha ideato il format sono entrambi chiave per il successo della formula. Un’altra risposta essenziale comunque arriverà, tra pochissimo, dalle pesature dello Smart Panel di Sky, forse lo strumento più azzeccato per fare una prima analisi della questione. E tra qualche settimana, poi, saranno i riflessi sui social a dare risposte altrettanto interessanti. Come andrà a finire? Molto dipenderà dal valore dei cantanti di questa stagione, da come la produzione sarà capace di gestire gli elementi narrativi di cui dispone. Che quest’anno, comunque, anche senza Morgan non mancano di certo. Anzi, hanno solo cambiato registro dopo otto anni.

 

Emanuele Bruno

 

(Nella foto i giurati di X Factor, ieri durante il live)