Pubblicato il 21/10/2015, 11:33 | Scritto da La Redazione
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Zappia risponde a Cairo: “Lo Smart Panel Sky non è sostitutivo di Auditel, ma è più preciso” – “Ballarò” perde pezzi

Zappia risponde a Cairo: “Lo Smart Panel Sky non è sostitutivo di Auditel, ma è più preciso” – “Ballarò” perde pezzi
L’amministratore delegato della pay tv satellitare manda una lettera al “Corriere della sera” per rispondere all’editore de La7. E poi la rottura per la replica del giornalista al premier. Mazzà si dimette da “supervisore” del talk show.

Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 53, di Andrea Zappia.

Dati di ascolto tv: io Smart Panel di Sky

Nel leggere la replica di Urbano Cairo («Quei dati di ascolto Sky non sono uno specchio reale della tv», Corriere di ieri) all’articolo dedicato da Aldo Grasso allo Smart Panel («Dati d’ascolto in stile Sky, in tempo reale i gusti degli spettatori», del 18 ottobre), ho trovato forzature e imprecisioni che ci riguardano direttamente e su cui non si può fare a meno di tornare. Lo Smart Panel non è e mai sarà uno strumento alternativo ad Auditel. Ma non è neanche uno strumento «di parte», che ha bisogno di una «patente di credibilità», visto che è regolarmente certificato da un soggetto indipendente. È nato semplicemente per studiare la complessa esperienza di visione degli abbonati Sky, abituati a vedere programmi sia in tv che su «device» mobili, a passare altrettanto abitualmente dalla visione lineare a quella «on demand» e a far ripartire programmi già in onda schiacciando un solo tasto del telecomando. Sono comportamenti di visione, unici nel nostro Paese, che per essere analizzati puntualmente hanno richiesto la messa a punto di un sistema di rilevazione innovativo, basato su un campione perfettamente rappresentativo delle famiglie italiane abbonate a Sky e ben 10 volte più grande di quello utilizzato da Auditel per i nostri abbonati.

La possibilità di vedere in tempo reale l’andamento degli ascolti, su cui è incentrato il commento di Aldo Grasso, è una delle caratteristiche più salienti dello Smart Panel e rappresenta uno straordinario avanzamento tecnologico che mi auguro possa, un giorno, essere fornito anche da Auditel, magari rendendolo accessibile a tutti come garanzia di assoluta imparzialità e trasparenza. Vi è un ultimo tema sollevato nella lettera su cui mi preme fare qualche puntualizzazione: quello dell’eleganza. Sky ha cominciato a divulgare i dati Smart Panel, peraltro non in sostituzione a quelli forniti da Auditel, molto prima che il C.d.a. decidesse il blocco della pubblicazione dei dati. Una scelta che è quindi del tutto indipendente da queste problematiche e che, non essendo temporanea, non può essere considerata né opportunistica, né inelegante.

Anzi, l’obiettivo di Sky è sempre stato quello di contribuire all’innovazione e alla trasparenza. Anche in quest’ultimo increscioso caso, provocato dalla superficialità con cui sono stati trattati importanti dati personali, abbiamo tenuto una linea condivisa da molti e orientata a cogliere questa occasione per fare un passo in avanti e dotare tutti quanti di uno strumento di misurazione più adatto di uno costruito 29 anni fa. Forse troppi ancora in questo Paese pensano che il cambiamento e l’innovazione non siano «eleganti». Noi crediamo invece che non ci sia niente di più necessario e urgente che stimolare e implementare il progresso nel rispetto dei cittadini e di coloro che investono.

Andrea Zappia, Amministratore Delegato di Sky Italia

 

Rassegna stampa: La Repubblica, pagina 9, di Annalisa Cuzzocrea.

Ballarò, lite con Giannini e il vice di Rai 3 lascia

Rottura per la replica del giornalista al premier. Mazzà si dimette da “supervisore” del talk show.

In redazione i più lo hanno scoperto due giorni fa, quando il vicedirettore di Rai 3 Luca Mazzà – capostruttura di Ballarò – è andato a salutare. Non sarà più lui a seguire per la rete il programma condotto da Massimo Giannini. Va ad Agorà, al cui capostruttura Giovanni Anversa passa invece la responsabilità del talk del martedì. Uno scambio deciso dal direttore di rete Andrea Vianello che parla di normale avvicendamento, di una semplice redistribuzione degli incarichi sui programmi. Ma a sentire chi a Rai 3 ci lavora, dietro c’è di più. Ballarò è il programma contro cui si è scagliato Matteo Renzi quando ha parlato di «talk del martedì che fanno meno di Rambo». È quello preso di mira dal deputato pd di fede governativa, Michele Anzaldi. È uno di quelli che lo stesso Vianello è dovuto andare a difendere in commissione di Vigilanza Rai dagli attacchi del centrodestra, ma soprattutto del Pd.

Il punto di rottura tra Giannini e il capostruttura Mazzà risale al giorno in cui il conduttore ha voluto replicare al premier con un editoriale sulla libertà di informazione. Vianello e Mazzà erano contrari, c’era stato un confronto definito da chi c’era «franco e aperto». E il capostruttura avrebbe chiesto di non ricevere l’email con il testo dell’editoriale. Un modo, forse, per prendere le distanze. Giannini e Mazzà si conoscono da sempre, hanno cominciato entrambi come giornalisti economici. E il vicedirettore è anche molto amico di Vianello, mentre è da sempre su fronti opposti rispetto al direttore del Tg3 Bianca Berlinguer. Non si tratta quindi di dissapori o problemi personali. Ma c’è una diversità di vedute sull’impostazione del programma. Chi naviga in Rai da anni, spiega che è sempre così: «Si avvicinano le nomine e tutti diventano più nervosi. I timori e le cautele aumentano». Al telefono, Mazzà dice solo: «È una non notizia. Quando mai un capostruttura è diventato oggetto di polemiche di questo tipo. Sono basito». Nega qualsiasi problema con Giannini, ma non vuole spiegare oltre: «Sono rimasto di sasso quando ho visto la notizia su Prima Comunicazione, ma ho capito che è una stagione così: si creano casi dal nulla».

 

(Nella foto Andrea Zappia)