Pubblicato il 04/10/2015, 14:06 | Scritto da La Redazione
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Rassegna Stampa: “Empire”, un successo multirazziale

Rassegna Stampa: Corriere della Sera, pagina 43, di Giovanna Grassi

 

«Empire», un successo multirazziale

È un fenomeno di costume la serie con protagonisti neri che piace anche ai bianchi

 

Negli Usa «Empire» è la prima serie tv degli ultimi 20 anni che è riuscita ad allargare, settimana dopo settimana, la platea di spettatori dei primi cinque episodi, finendo la stagione con un crescendo rossiniano. Un trionfo di ascolti che ha dato il via libera al secondo round, partito lo scorso 23 settembre (in Italia si vedrà dal 28 ottobre su Fox alle 21.55).

Creata da Lee Daniels (regista di Precious e The Butler ) e Danny Strong (attore e sceneggiatore, basta citare «Buffy l’ ammazzavampiri»), la serie, interamente girata a Chicago, con la ricchezza delle sue location da film gangster, racconta le vicende della Empire Entertainment, etichetta discografica di proprietà di una famiglia afroamericana divisa da odi e vendette. Se la stagione 2014-2015 ha primeggiato in tutti i record, quest’ anno la partenza è stata folgorante (la prima puntata ha registrato un record di «cinguettii» confermandosi in assoluto la più «twittata della tv Usa, 1.300.000 tweet»).

Tra R’&’B, rap e gospel, la musica ha un ruolo centrale nel serial (alcune puntate hanno superato i 17 milioni di telespettatori anche grazie alla colonna sonora e ai super ospiti, tra cui quest’ anno si dovrebbero vedere tra gli altri Lenny Kravitz, Alicia Keys e Ludacris), che mescola toni melò alla «Dinasty» e «Dallas» a venature drammatiche da tragedia shakespeariana. Quasi sempre originale, il tappeto sonoro è scritto, composto e prodotto da Timothy Mosley alias Timbaland, ma la seconda serie porta anche la firma di Ne-Yo, produttore, compositore, ballerino e attore, autore di canzoni per star come Celine Dion ed Enrique Iglesias.

Il cast ritorna al gran completo, da Terrence Howard, il mogul musicale Lucious Lyon dall’ oscuro e corrotto passato i cui tre figli sono in lotta per la successione alla guida dell’ impero famigliare, all’ ex moglie Cookie (Taraji P. Henson), co-fondatrice della miliardaria Empire Entertaiment. Gabourey Sidibe, la star nominata agli Oscar per Precious , passa da presenza sporadica a fissa: impersona Becky Williams, l’ assistente del boss Lucious. Dice l’ attrice: «La serie è vincente per il cast, per lo styling curatissimo, per la colonna sonora.

Lucious rappresenta la riscossa di chi viene da un ghetto, di chi ha conosciuto le strade della droga, del carcere. Persino la guerra senza quartiere tra i tre fratelli Lyon ha avuto nella prima serie fan scatenati».

Nella serie, afferma Sidibe, «il melò va a braccetto con toni impegnati e il ritratto afroamericano è ricco di sfumature e coinvolge anche il pubblico bianco. Se tra gli estimatori dichiarati ci sono infatti Barack Obama e sua moglie Michelle, non va dimenticato che “Empire” ha conquistato anche la platea wasp (white anglo-saxon protestant), imponendosi come fenomeno di costume, di stile, di lotta per il potere e persino di slang». Come il regista Lee Daniels, la diva considera la serie «anche un’ operazione politica con una sua forza emotiva coinvolgente per tutti, neri e bianchi senza distinzione».

«Ogni puntata – prosegue Sidibe – ha ritratto le minoranze etniche al di là di stereotipi, sfociando in un fenomeno di costume che è andato oltre quello di “Dallas” o di tante sit-com populiste o telenovela popolari. Lo dimostra il fatto che sia la prima che la seconda serie, appena cominciata, hanno battuto tutti i record di ascolto non solo tra gli afroamericani, ma anche tra bianchi e asiatici.

Perché per la prima volta una serie con protagonisti neri ha parlato a ogni minoranza e maggioranza».