Pubblicato il 03/10/2015, 17:31 | Scritto da La Redazione
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Rassegna Stampa – Giubilei, vicedirettore del Tg3: “Da Anzaldi toni minacciosi. È grave, Mannoni sbaglia”

Rassegna Stampa – Giubilei, vicedirettore del Tg3: “Da Anzaldi toni minacciosi. È grave, Mannoni sbaglia”
«Le faccio risparmiare la riga della prima domanda: no, non condivido per niente quello che ha detto Maurizio Mannoni, ha parlato per sé». Giuliano Giubilei, 62 anni, è il vicedirettore del Tg3, ci sta dal 1988, un altro dei gloriosi Curzi boys. L’Intervista su Il Corriere della Sera.

Rassegna Stampa: Corriere della Sera, pagina 9, di Giovanna Cavalli

Giubilei, vicedirettore del Tg3

«Da Anzaldi toni minacciosi. È grave, Mannoni sbaglia»

ROMA «Le faccio risparmiare la riga della prima domanda: no, non condivido per niente quello che ha detto Maurizio Mannoni, ha parlato per sé». Giuliano Giubilei, 62 anni, è il vicedirettore del Tg3, ci sta dal 1988, un altro dei gloriosi Curzi boys.

Lui non si sente sotto editto bulgaro, lei invece sì?

«Bulgaro forse no, però le parole di Michele Anzaldi sono inaccettabili, anche se fa parte della Vigilanza. E quel tono minaccioso con cui ci ha detto: voi non avete capito chi comanda».

S’è preoccupato?

«Insomma. Menomale che Matteo Renzi lo ha corretto».

Mica tanto. A precisa domanda della Berlinguer ha risposto: non richiamo nessuno.

«Eh, però ha spiegato che lui non compila liste, che decide il direttore generale. Mi sembra abbia preso le distanze». Non è che poteva confermarvi in diretta che intende mandare a casa persone non più grate.

«Poteva anche non dire niente, mica si intimidisce davanti al microfono. Mi sono sentito rassicurato».

È vero che nei notiziari politici fate i “panini” al contrario, ossia governo-opposizione opposizione nel governo?

«Manco per niente, Mannoni che ne sa, lui sta solo a Linea Notte, io faccio il tg tutti i giorni. Il panino classico non si fa più. C’è il governo e poi il dibattito delle varie forze, tra cui anche la minoranza Pd».

Quella a cui dedichereste troppo spazio.

«Per provare che Roberto Speranza come presenza è secondo soltanto a Renzi, Anzaldi ha usato i dati di agosto, quando i politici sono via. Una sola intervista di 3 minuti al leader della sinistra dem gli ha fatto scalare la classifica. Però a settembre, l’ho calcolato io, è tornato al trentesimo posto».

Via, la politica nei tg c’è sempre stata.

«Come no, il Tg3 è da sempre il più indisciplinato. Ricordo bene gli scontri feroci al telefono

tra Occhetto e Curzi, l’unico che poteva chiamarlo Akel. Però ora il diktat arriva proprio da chi tante volte ha detto di voler liberare la Rai».

Del tiggì unico, diversificato per fasce, orari e pubblico, che gliene pare?

«Non mi piace, è un appiattimento. La tripartizione Dc, Psi, Pci è morta e sepolta, ma le tre testate sono ormai molto diverse, sarebbe un peccato perdere le nostre identità».

Anche lei nella vita conosce bene il “vigilante” Anzaldi?

«Sì, ma non porto a passeggio il cane con lui come Maurizio».

Maurizio l’ex amico?

«Lo siamo ancora, credo».