Pubblicato il 16/09/2015, 11:05 | Scritto da La Redazione

Mediaset sulle radio Rcs e diventa partner di Hazan – Maurizio Costanzo a reti unificate

Mediaset sulle radio Rcs e diventa partner di Hazan – Maurizio Costanzo a reti unificate
Radio Montecarlo, R105 e Virgin Radio si uniscono a R101 acquisita da Mondadori. Mentre il giornalista sarà in onda su Rai Storia, Rai 1 e Rete 4.

Rassegna stampa: La Repubblica, pagina 24, di Giovanni Pons.

Blitz di Mediaset sulle radio Rcs spiazza Ricci e diventa partner del polo di Hazan

Radio Montecarlo, R105 e Virgin Radio si uniscono a R101 acquisita da Mondadori.

Mediaset scommette a sorpresa sulle radio. Dopo l’acquisto di R101 da Mondadori, il Biscione è spuntato ieri in zona Cesarini nella partita per il controllo di Radio Montecarlo, R105 e Virgin radio, le emittenti controllate da Rcs e dalla famiglia Hazan. Via Solferino, nell’ambito del suo programma di riduzione del debito, aveva da tempo messo in vendita la sua partecipazione di minoranza. E la quota sembrava destinata fino a pochi giorni fa alla Blue Ocean, veicolo che secondo le indiscrezioni faceva capo ad Antonio Ricci, l’inventore di Striscia la Notizia. L’intervento di Cologno ha però sparigliato il tavolo. Gli Hazan che parevano destinati a defilarsi dal business hanno esercitato ieri mattina il loro diritto di prelazione, rilevando per 21 milioni il 44% in portafoglio alla casa editrice del Corriere della Sera. Poche ore dopo, poi, hanno formalizzato la maxi-alleanza con le tv di casa Berlusconi: Mediaset ha acquisito il 19% della cassaforte che controlla la Finelco, holding delle tre radio, rilevando anche il controllo di azioni senza diritto di voto pari al 50% del capitale.

La famiglia Hazan conserva la maggioranza, ma il Biscione si è riservato nei patti parasociali il diritto a far crescere ancora la propria quota. «L’investimento nel primo gruppo radiofonico italiano (tre emittenti nazionali con oltre 8 milioni di ascoltatori al giorno) – ha spiegato Mediaset – si inserisce nella nuova linea di sviluppo orientata all’emittenza radio, un mezzo moderno e vivace che sta registrando audience sempre più interessanti». La vera attrattiva è però l’ottimo stato di salute del mercato pubblicitario. Da sette mesi consecutivi la raccolta sulle radio è in crescita. E a giugno il balzo in avanti delle entrate da spot è stato addirittura del 16,5%. Cologno potrà anche sfruttare le sinergie industriali garantite dalla gestione di quattro emittenti e la possibilità di sostenere il mezzo grazie al contributo della promozione delle sue reti tv e al sostegno della rete di vendite di Publitalia.

 

Rassegna stampa: La Stampa, pagina 32, di Alessandra Comazzi.

Costanzo a reti unificate: “Continuano a chiamarmi, perché dovrei smettere?”

Da oggi su Rai Storia con una serie di interviste. Farà, “Domenica in” (Rai 1) e il suo Show su Rete 4.

Il nuovo che avanza, alla Rai ma non soltanto, ha i baffi e la feroce bonomia di Maurizio Costanzo, che, testardo segno della Vergine, ha appena compiuto 77 anni. Il giovanotto è il nuovo capo-progetto di Domenica in, il classicissimo contenitore che ricomincia il 27 su Rai 1. È l’autore-intervistatore di Bella storia, il nuovo programma che debutta oggi alle 23 su Rai Storia, un’idea che gli è talmente piaciuta da convincerlo a lavorare gratis. È il prossimo conduttore del «revenant» Maurizio Costanzo Show, su Rete 4.

Insomma, per lei non arriva proprio mai l’ora di smettere?

«Se io non lavorassi non saprei che fare, non ho un hobby, non ho niente. E poi, fino a quando i miei lavori piacciono, sono seguiti, continuano a chiamarmi. E se mi chiamano, perché dovrei dire di no? Guardi che ora mi stanco più di prima. Ma come prima mi emoziono».

Ci sono tanti altri personaggi che la televisione la farebbero ancora volentieri, solo che non gliela fanno fare. Pensiamo solo a Pippo Baudo. Perché lei sì e lui no?

«Non so, glielo chieda. E certo di lui, e di Arbore, ci sarebbe ancora molto bisogno. Di me, posso dire che ho sempre cambiato, non ho mai avuto remore a lavorare su reti piccole, anche sul web, a tarda ora. Sono sposato da vent’anni con una donna che a sua volta fa televisione. Fino a quando decidono di mandarmi in onda, io ci vado».

Lei salta da una rete all’altra, da un gruppo all’altro, e tutto contemporaneamente: perché lo fa?

«Perché la tv è una».

Che cosa racconta Bella storia?

«È una trasmissione di cui sono entusiasta. Mi ha riconciliato con l’Italia, spero di fare un’altra serie. Sono otto incontri con otto industriali italiani, che hanno fra i 35 e i 40 anni, tutti eccellenze assolute nei loro campi. Ma non li conosce nessuno. I media preferiscono occuparsi dei soliti noti o delle beghe politiche. Mentre abbiamo questi sconosciuti personaggi eccezionali».

Con chi comincia?

«Con Fabio Franceschi, il titolare della più grande stamperia italiana, quella con il più alto indice di redditività in Europa. Poi c’è chi si occupa di detriti spaziali, di tessuti fatti con gli scarti di arance, ci sono le sorelle Nonino della grappa. Tutte persone concretissime che hanno vivacità, creatività, carineria. Ma porca miseria, perché non li intervista nessuno?».

Meno male che è arrivato lei: come li avete trovati?

«Grazie al lavoro della redazione e di Giuseppe Giannotti, vicedirettore di Rai Storia».

Che cosa sta preparando a Domenica in?

«Allora: il target medio ha 64, 65 anni. Per questo mi ha chiamato Giancarlo Leone, il direttore di Rai 1: sto pensando agli anziani, immaginando qualcosa che piaccia a loro. Memorie, ricordi ma anche aiuti concreti: ho fatto preparare una serie di spiegazioni sulle truffe agli anziani».

Perché invece di arrendersi sul target, non si cerca, magari con un altro capo-progetto, di abbassarlo?

«Perché è inutile stare a sognare. Il nostro compito è confezionare un prodotto adatto a chi lo guarda. Realpolitik».

Lei che dalla tv non riesce a distaccarsi, la tv la guarda?

«Qualcosa. In ufficio ho sempre acceso Sky Tg24 che mi dà le notizie. Guardo Ballarò, quest’estate seguivo In onda su La 7, interessante. Non mi è spiaciuto Provaci ancora Prof. Trovo che manchi un varietà. Anche perché non si saprebbe a chi farlo fare. Mentre qualcuno che sarebbe in grado c’è senz’altro, solo che non lo conosciamo: per questo io mi sono esaltato con i giovani imprenditori di Bella storia. Ho fiducia in Campo Dall’Orto, che era vicedirettore a Canale 5 ai tempi dello Show».

Conosce tutti, ha potere: per questo continua a fare tutto quello che fa?

«Ma quale potere. Il potere ce l’ha chi decide di mandarmi in onda».

 

(Nella foto i loghi delle radio del gruppo Finelco)