Pubblicato il 16/05/2015, 12:09 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA – ALDO GRASSO: «ENIGMI DA “TRUMAN SHOW”, LA SERIE DI SHYAMALAN PROMETTE BENE»

«Quando una nuova serie tv si presenta come l’erede di «Twin Peaks» viene subito da essere sospettosi. II telefilm culto firmato da David Lynch, proprio per la sua forte impronta d’autore, è qualcosa di molto difficile da replicare…». Di seguito il parere del critico del Corriere della Sera sulla nuova a serie su Fox, Wayward Pines.

 

Rassegna Stampa: Corriere della Sera, pagina 63, di Aldo Grasso

 

A FIL DI RETE

Enigmi da Truman Show, la serie di Shyamalan promette bene

 

Quando una nuova serie tv si presenta come l’erede di «Twin Peaks» viene subito da essere sospettosi. II telefilm culto firmato da David Lynch, proprio per la sua forte impronta d’autore, è qualcosa di molto difficile da replicare. Per questo ero curioso di seguire la prima puntata di «Wayward Pines», la serie prodotta dal regista M. Night Shyamalan, tratta dai romanzi di Blake crouch, che ha da poco debuttato su Fox e ha da subito dichiarato il suo debito al telefilm di Lynch (giovedì, ore 21). La storia è questa: l’agente segreto Ethan Burke (Matt Dillon) è alla ricerca di due colleghi dell’Fbi, scomparsi nel nulla, tra cui c’è Kate, che di Ethan è stata in passato l’amante. Quando Ethan rimane vittima di uno strano incidente stradale e finisce all’ospedale del tranquillo paese di Wayward Pines, immerso nel verde dell’Idaho, si capisce subito che c’è in atto qualcosa di strano. Le sue telefonate alla famiglia cadono nel vuoto, i suoi effetti personali non gli vengono restituiti accampando scuse, il tempo sembra scorrere in modo diverso rispetto alla norma, tutto è sorvegliato da telecamere e microfoni. Ma, soprattutto, è impossibile andarsene: Wayward, immerso in una conca, è recintato da un sistema che promette morte a chi lo oltrepassa. Si capisce presto che «Twin Peaks» è un riferimento esibito (anche da alcune citazioni dirette), ma che le matrici sono anche altre: c’è un tocco alla «Truman Show», un’inquietudine che avvicina Ethan allo straniamento di Joseph K. nel «Processo», i misteri spuntano fitti come quelli dell’isola di «Lost». L’atmosfera enigmatica richiama quella di alcuni film di Shyamalan, soprattutto «The Village». II racconto parte un po’ lento, ma poi tiene incollati fino alla fine e soprattutto accende il desiderio di saperne di più sulle molte incognite che avvolgono i quieti sobborghi di Wayward Pines, con la speranza che il loro svelamento non deluda una premessa finora ben costruita.