Pubblicato il 27/03/2015, 17:04 | Scritto da La Redazione

ADAM RICHMAN: “LOCALITÀ SEGRETE, MENÙ INCREDIBILI, PAROLE D’ORDINE E INDAGINI DA SPY-STORY: QUESTO È ‘MAN FINDS FOOD'”

ADAM RICHMAN: “LOCALITÀ SEGRETE, MENÙ INCREDIBILI, PAROLE D’ORDINE E INDAGINI DA SPY-STORY: QUESTO È ‘MAN FINDS FOOD'”
Il re americano delle abbuffate televisive arriva su Fine Living (canale 49 DTT) con “Man finds food”, divertente caccia al tesoro in cui Richman si metterà sulle tracce di ristoranti e location segrete d’America, in un format a metà tra indagine gastronomica e spy-story.meta name=”news_keywords” content=”adam richman, fine living, man finds food“  Donne, è arrivato […]

Il re americano delle abbuffate televisive arriva su Fine Living (canale 49 DTT) con “Man finds food”, divertente caccia al tesoro in cui Richman si metterà sulle tracce di ristoranti e location segrete d’America, in un format a metà tra indagine gastronomica e spy-story.meta name=”news_keywords” content=”adam richman, fine living, man finds food 

Donne, è arrivato l’abboffino! Adam Richman approda a Milano e ci racconta una storia gustosa. Con Man vs. Food, il newyorkese più amato dagli ingordi ci aveva dimostrato che, nella vita, tutto ciò che ha senso, ha senso nell’eccesso, nel saperci affogare dentro. Dal 20 aprile ogni lunedì alle 21.10 su Fine Living (DTT canale 49), ci mostrerà il suo lato investigativo: girerà i luoghi nascosti della gastronomia americana a caccia di location speciali, menù particolarissimi per intenditori con agganci giusti che sanno quanto l’esclusività di un luogo ne alimenti il fascino. Il programma si chiama Man finds food ed è destinato a fare gol nel cuore dei fan di Adam. Diciamo”Fare gol”, non a caso: per mantenersi in forma dopo una mangiata, Richman pratica il calcio con un fanatismo inaspettato per uno yankee.

Buongiorno Adam. Prima volta a Milano?

«Buongiorno a voi! Non è la prima volta, c’ero già stato con la mia famiglia quando avevo 9 anni».

Oggi ne approfitterà per girare la città a caccia di ristoranti.

«Non vedo l’ora. Ho parecchi amici qui, inoltre il mio management conosce la città. Mangeremo molto: pasta, pizza. Sono pronto. Adoro la cucina italiana».

E qui viene fuori il suo lato investigativo. Che poi è il mezzo con cui intratterrà il pubblico in Man finds food.

«Esatto. Mand finds food è uno show molto particolare. Lo scopo è mostrare le gemme nascoste della gastronomia americana, scoprendole attraverso un percorso. Andrò a caccia di ristoranti segreti nelle località d’America. Per “segreti”, intendo posti che nemmeno gli autoctoni conoscono. Ristoranti situati nei magazzini di grattacieli, ristoranti costruiti dietro negozi di alimentari senza insegne, ristoranti ai quali si può accedere soltanto attraverso l’ingresso in altri ristoranti. Luoghi in cui si cucinano specialità particolarissime, magari non indicate nel menù. Per assaggiarle occorre sussurrare una parola d’ordine allo chef, oppure arrivare a un determinato orario o sedersi a un determinato tavolo. Sarà una vera e propria indagine del gusto!».

Sembra un racconto da spy story. Ci fornisca qualche esempio.

«La Steakeasy di New York. Un luogo nascosto, strutturato come uno speakeasy degli anni ’30, in cui cucinano una speciale costoletta di vitello valdostana per soli 4 clienti a sera. Per entrare in questo locale occorre bussare a una porta dietro la quale, da uno spioncino, viene chiesta una parola d’ordine, destinata a variare di volta in volta. Una volta entrati, sembra di stare in un gangter movie: il dress code impone cravatta, abito con doppiopetto, alla maniera di Al Capone o Lucky Luciano».

Stavolta non c’è la componente “sfida”, come in Man vs Food.

«Niente sfida. O meglio, la sfida vera è scoprire questi luoghi. Mostrare al pubblico il percorso investigativo per arrivarci, in modo che ciascuno possa replicarlo. Vi divertirete, non vedrete soltanto me, ma tutta la mia crew, che mi accompagna nelle indagini. A volte sarà davvero frustrante. A Chicago, per esempio, siamo andati a caccia di un ristorante chiamato “A Tavola”, il cui chef è conosciuto per essere il “re degli gnocchi saltati”. Si tratta di un ristorante situato in una casa senza insegne. Per trovarlo, abbiamo indagato per giorni!».

Quando è nata la sua passione per il cibo?

«Dalla nascita. Vedi, io sono di Brooklin, un quartiere di New York oggi considerato hipster e di moda. Quando ero bambino (sono nato nel 1974), però, le cose erano molto diverse. Era un quartiere di immigrati. Italiani, greci, siriani potevano convivere in un unico stabile. Di conseguenza, i sapori della cucina e dei piatti erano incredibili e capitava di assaggiare specialità casalinghe provenienti da tutto il mondo. Sono nato respirando l’atmosfera magica del cibo».

Il suo pranzo ideale?

«Una buona pizza, croccante, sottile, un’insalata ricca, con vari tipi di verdure e del buon pollo accompagnate da vino bianco fresco come il pinot grigio».

Ho sentito che smaltisce le mangiate giocando a calcio.

«Vero. Gioco da quando ero bambino. Trovo sia un modo fantastico per fare attività fisica, anzi, quando lo pratico mi scordo addirittura che sto facendo attività fisica. Molto meglio della palestra. Gioco a buon livello qui in America e, quando sono andato a Manchester, durante un evento, ho avuto modo di giocare all’Old Trafford con mostri sacri come Del Piero, Stam, Davids. Il nostro coach era Mourinho. Per me il calcio è meraviglioso».

Per quale squadra europea tifa?

«Per il Tottenham. Ma apprezzo molto le squadre milanesi. Ho ancora davanti agli occhi le magie di Ibrahimovic quando giocava nell’Inter, apprezzavo molto Desailly nel Milan, oggi mi piace El Sharaawy. Anche Philippe Mexes è un difensore eccezionale. Ma il mio giocatore preferito è Alessandro Del Piero».

P.S. Chi scrive, da milanista, vorrebbe esortare Mexes a seguire le parole di Adam e non il suo esempio lavorativo: dunque più corsa e meno cibo, Philippe.

GUARDA UN ESTRATTO DELL’INTERVISTA IN INGLESE

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto Adam Richman)