Pubblicato il 17/02/2015, 19:03 | Scritto da La Redazione

PATRIZIO OLIVA: “PIERLUIGI DIACO È IL VERO SQUALO DELL’ISOLA DEI FAMOSI”

PATRIZIO OLIVA: “PIERLUIGI DIACO È IL VERO SQUALO DELL’ISOLA DEI FAMOSI”
TVZOOM ha intervistato il campione di boxe eliminato dalla spiaggia di naufraghi più popolare della televisione. Tra simpatie e antipatie, commenti sull’esperienza e auspici, sentite che cosa ci ha raccontato il grande atleta.meta name=”news_keywords” content=”patrizio oliva, isola dei famosi, pierluigi diaco, valerio scanu,” Per i praticanti della noble art, come chi scrive, Patrizio Oliva è […]

TVZOOM ha intervistato il campione di boxe eliminato dalla spiaggia di naufraghi più popolare della televisione. Tra simpatie e antipatie, commenti sull’esperienza e auspici, sentite che cosa ci ha raccontato il grande atleta.meta name=”news_keywords” content=”patrizio oliva, isola dei famosi, pierluigi diaco, valerio scanu,”

Per i praticanti della noble art, come chi scrive, Patrizio Oliva è una leggenda vivente. Un Rocky Balboa nazionale. Sta all’arte pugilistica come Paolo Maldini a un milanista. Logico che la sua eliminazione da L’Isola dei Famosi (Canale 5, ogni lunedì in prima serata) sia quasi un k.o. Quasi. Patrizio è un combattente. Nel reality di Magnolia ha perso, ma ha perso ai punti. Contro concorrenti, Valerio Scanu prima e Brice Martinet dopo, che come atleti fanno ridere i polli, ma che come personaggi, Scanu soprattutto, vantano un seguito di ammiratori nutrito.

Patrizio, meglio affrontare un avversario sul ring o Valerio Scanu sull’isola?

«Non farei questo raffronto, con Valerio ci siamo chiariti, il rapporto ora è franco e cordiale. Lui, sulle prime, aveva dei pregiudizi nei confronti dei pugili: mi riteneva un individuo rozzo, dedito alla violenza. Adesso ci rispettiamo a vicenda. Anche se…».

Anche se?

«Sul ring ci si affronta lealmente. Sull’isola, invece, si rischia di essere preda delle macchinazioni strategiche dei partecipanti».

So già a chi sta pensando.

«A Pierluigi Diaco, certo».

Lei e Diaco non vi siete amati dall’inizio.

«Lui è il vero pescecane dell’isola. Dietro una maschera di apparente perbenismo, architetta manovre sotteranee. Con me ha giocato sporco. Fingeva di adularmi, poi mi ha pugnalato alle spalle. Assecondando un’idea precisa: mandare in nomination due nomi forti come me e Valerio Scanu, dimodoché uno dei due uscisse».

Ci può stare: ognuno, in fondo, gioca le sue carte con lungimiranza politica.

«Vero. Però avevamo tutti stretto un accordo, prima di cominciare, che ci indirizzasse verso un’edizione leale. Un’edizione in cui contassero solo le doti fisiche e intellettive individuali. Ci sono cascato».

Dunque tornando indietro farebbe scelte diverse?

«Decisamente. Avete presente i pugili quando ricevono dei colpi e imparano la tattica per prevenirli? Ecco, avrei alzato la guardia. Avreste visto un Oliva diverso, se fossi rimasto».

Però quest’avventura lascia dentro sensazioni irripetibili.

«Il digiuno. L’aver vissuto all’addiaccio per una settimana. Combattendo contro il clima e i morsi della fame. Ho compreso in prima persona quanto l’indifferenza umana sia il più profondo male del mondo. Quando, per le strade della nostra città, scorgiamo i clochard che vivono quotidianamente in condizioni ben peggiori delle nostre da finti naufraghi e ci disinteressiamo di loro».

Si è anche lanciato da 12 metri.

«Mai fatto prima di allora. Una sfida vinta con me stesso».

Ha accettato subito di partecipare a quest’edizione?

«Subito. Senza nemmeno trattare sul compenso. Mi piacciono le sfide, mi piace la tv».

Ora come vede le dinamiche di chi è rimasto in gara?

«Diaco, Alex Belli e le gemelle Donatella hanno formato un gruppetto molto coeso. Gli altri dovranno fare attenzione».

E Rocco?

«Lui è un amico. Con Rocco ho legato molto. Anche le Donatella sono ragazze carine e simpatiche, benché giovanissime, dunque facilmente plagiabili da chi usa la furbizia a suo vantaggio. Detto questo, Rocco può arrivare in fondo. Così come Valerio Scanu, che ha un seguito di fan fortissimo».

E sul fronte femminile, che succederà, dopo l’uscita della Caniggia?

«Per come la vedo io, se le strategie che abbiamo visto rimanessero consolidate, le prime a rischiare sarebbero Fanny, Melissa e Cristina. Poi toccherebbe a Rachida».

La sua permanenza le ha consentito di fronteggiare solo poche prove.

 «Nella prima, quella sul pontile, si è creato una sorta di malinteso con Alvin: la concitazione del momento ci aveva impedito di udire alcune sue indicazioni, così la prova non è andata a buon fine. Con il fuoco è stato semplice, mentre il tiro alla fune si è rivelato proibitivo: io ero indebolito dal digiuno di una settimana ed ero in squadra con due donne, dall’altra parte c’erano Alex Belli, un marcantonio, Diaco, che è pur sempre un maschio e Fanny, piuttosto atletica. La sfida era impari».

Ora che farà?

«Commenterò le puntate da studio. E se arrivassero altre proposte televisive, perché no?».

P.S. Per chi non conoscesse appieno la figura di Patrizio: il volume Sparviero-La mia storia (Sperling&Kupfer), scritto con Fabio Rocco Oliva, rappresenta una lettura propedeutica a comprendere come, nella vita, accettare le sconfitte e trarne linfa per tramutarle in vittorie sia una questione essenzialmente di gonadi.

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto Patrizio Oliva)