Pubblicato il 13/02/2015, 18:32 | Scritto da La Redazione

SANREMO: E SE IL “DOPOFESTIVAL” VENISSE CONDOTTO DA UNA STAZIONE SPAZIALE ORBITANTE? SAVERIO RAIMONDO, IN FONDO, È UN ALIENO

Nonostante alcuni disguidi tecnici, che hanno messo a repentaglio la diretta streaming, lo show condotto dal comico e da Sabrina Nobile è uno degli eventi festivalieri più apprezzati dal popolo della Rete. Proprio lo stile di Raimondo risulta essere efficace e innovativo. tvzoomsanremometa name=”news_keywords” content=”saverio raimondo, sabrina nobile, dopofestival

Proposta per un DopoFestival del futuro: mandate Saverio Raimondo a condurre in orbita su una stazione spaziale, magari a fianco di Samantha Cristoforetti. O, in alternativa, trasmettete il suo DopoFestival anche in tv. Lui è un alieno. Di quelli buoni, alla E.T.. Ci porta in dote qualità che sembravano dimenticate: l’antiretorica, il linguaggio rapido e la prospettiva di uno spettacolo arguto, vicino al popolo della Rete. Non c’è da stupirsi se, sul web, un “disguido tecnico” ha messo a repentaglio lo streaming dello show che Raimondo conduce assieme a Sabrina Nobile o se le puntate del Dopofestival dei giorni scorsi sono temporaneamente sparite dal sito della Rai (“Avete iniziato a fare i dietrologi, i complottisti. Era un errore tecnico. Il sito della Rai non funziona. La Rai e il web non si incontrano. Ma la colpa è vostra che non pagate il canone”, ha commentato sarcastico da studio Raimondo). Sarà stato un gombloddo ordito da hacker al soldo di Alessandro Siani e Angelo Pintus, rosi dall’invidia nel constatare la differenza tra chi cazzeggia con intelligenza e chi cazzeggia e basta. La seconda puntata del Dopofestival ha registrato 1517 tweet (contro i 1349 del giorno prima, con un tasso di crescita del 12,5%), con 705 utenti unici che hanno partecipato nella fascia 00.30-02.00 (682 la prima puntata, +3,4%). La terza, quella di ieri, ha prodotto numeri consolidati. Non solo grazie a un’atmosfera che ricordava, per orizzonti progettuali, lo spirito rivoluzionario dell’Arbore che fu, tratto distintivo degli anni ’80 felici, ben diversi dalla felicità del “mangiare un panino e il bicchiere di vino“. Non solo per gli ospiti, che si sono raccontati liberandosi dalla liturgia istituzionale (ieri I Soliti Idioti, Samantha Cristoforetti, il Presidente della Repubblica ad honorem Magalli – stavolta vestagliato e non smutandato -, Serena Brancale, la direttrice d’orchestra Carolina Bubbico, i Dear Jack, Bianca Atzei e Rocio Munoz Morales). Nemmeno per Stefano Andreoli che, incastonato in quel contesto, è riuscito ad affrancare Spinoza.it dalla sterilità del suo essere battutificio compulsivo. No. Il merito è proprio di Raimondo. È entrato a gamba tesa sulla dittatura del politicamente corretto senza farsi espellere per gioco pericoloso. Concludendo lo show con un breve monologo in cui ha ricordato come – provocazione! – la libertà di espressione sia un diritto abusato perché “Anche Bin Laden e Hitler avevano delle opinioni, ma io sono contro le opinioni di tutti, persino contro la mia”

Ed è stata una stoccata a uno dei mestieri più temibili e nebulosi del presente televisivo: gli opinionisti. Come quelli, per intederci, che hanno imperversato in svariate, marzulliane edizioni dei DopoFestival del passato, appollaiati di sghimbescio sullo scranno di certezze inossidabili, ammorbando gli spettatori con lezioni interminabili, al confronto delle quali il “montaggio analogico” di Calboni sulla Corazzata Potemkin era una gita a EuroDisney. Saverio Raimondo e i suoi sodali del DopoFestival convincono proprio per questo: quando ci sono le idee (buone) chissenefrega delle opinioni? 

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto Saverio Raimondo e Sabrina Nobile)