Pubblicato il 11/01/2015, 11:02 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA – ALDO GRASSO: “SUGLI ATTACCHI IN FRANCIA VINCE LA FORMULA ‘ALL NEWS’ DI LA7 E MENTANA”

Il critico televisivo del “Corriere della sera” analizza il successo della rete di Urbano Cairo nell’affrontare le dirette da Parigi.meta name=”news_keywords” content=”corriere della sera, aldo grasso, la7, enrico mentana

Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 55, di Aldo Grasso.

Sugli attacchi in Francia vince la formula “all news” di La7 e Mentana

La vera rete “all news” si è dimostrata, nelle scorse, drammatiche ore degli attacchi terroristici al cuore della Francia, La7. Lo ha fatto fin dalle prime notizie sul massacro di Charlie Hebdo, e poi ancora venerdì, con una lunghissima e angosciante diretta condotta, con prontezza, dal direttore Enrico Mentana. Tolte le “all news” vere e proprie (targate Rai, Mediaset e Sky), i canali generalisti hanno per lo più adottato la formula dell’edizione straordinaria, senza stravolgere eccessivamente palinsesti fatti di talk, soap e giochi a premi. La formula adottata invece dalla «settima» rete è stata proprio quella dello «stravolgimento»: venerdì, ad esempio, senza soluzione di continuità col Tg meridiano, è partita una diretta durata 5 ore, e ripresa poco dopo col Tg serale, 8 e 1/2 e uno «Speciale» in prima serata. La sera dell’attacco a «Charlie», nel totale vuoto delle altre reti, Servizio pubblico incluso (ad eccezione della finestra di Chi l’ha visto?), lo «Speciale» di Mentana è stato seguito da 1.234.000 spettatori, 4,7% di share. Cifre analoghe, giovedì sera, per Servizio pubblico di Michele Santoro (1.395.000 spettatori, 6% di share), così come per 8 e 1/2 di Lilli Gruber (1.693.000 spettatori, 5,9% di share). Venerdì Rai 1 ha finalmente rimediato con un Porta a Porta in prime time (2.462.000 spettatori, 11%). Riflessioni a margine di questi dati. Per l’«11 settembre europeo» questi numeri sono importanti, ma forse non abbastanza: segno di un certo intorpidimento mentale, e di una tradizionale distrazione sulla «politica estera» (se possiamo considerarla tale). Si parla tanto della missione del servizio pubblico: se questo non è in grado di far percepire la gravità di fatti così, di esercitare una funzione «pedagogica» anche soltanto mettendo a soqquadro i propri palinsesti, allora non si sa di cosa stiamo parlando.