Pubblicato il 10/01/2015, 11:02 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA – TRE GIORNI DI ORRORE IN DIRETTA CHE HANNO CAMBIATO LA TV. IMMAGINI BAGNATE DI SANGUE DIVENTATE PARTE DELLA REALTÀ

Il critico del “Corriere della sera”, Aldo Grasso, analizza come la televisione ha trattato i terribili giorni parigini degli attentati terroristici.meta name=”news_keywords” content=”aldo grasso, corriere della sera, charlie hebdo, parigi

Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 34, di Aldo Grasso.

Tre giorni di orrore in diretta che hanno cambiato la tv. Immagini bagnate di sangue diventate parte della realtà

Non finiremo mai di vedere e rivedere la sequenza degli ostaggi che escono di corsa e spauriti dall’Hyper Cacher. Sono immagini di liberazione che ci risarciscono solo in parte di tutto l’orrore vissuto in questi giorni. Quando si sprofonda nell’angoscia della diretta, la «vecchia» tv funziona ancora da dissolvitrice d’ansia. Parigi rivive i giorni del Terrore e (quasi) tutte le reti cercano di scrutare quello che non vediamo, di raccontare l’evento, perché sono questi i momenti in cui la tv vuole rendere memorabile il suo agire. Ma se fino a ieri l’esercizio lenitivo dello spettatore era quello di passare da un canale all’altro per cercare novità ed esercitarsi in qualche commento ad alta voce, oggi si preferisce vivere l’inquietudine della diretta armandosi di un second screen. La nostra è l’epoca della social tv: un commento costante a quanto va in onda sul piccolo schermo, un legame che passa per i social network, Twitter in testa. E pazienza se molti s’improvvisano esperti militari e di comunicazione e vorrebbero guidare le operazioni dal loro salotto. Ieri abbiamo vissuto una di quelle giornate che diventano decisive anche per la storia dei media. I tre giorni che hanno sconvolto la Francia si sono conclusi con due scenari: un doppio blitz tra Parigi e Dammartin-en-Goéle ha annientato i terroristi responsabili del massacro alla redazione di Charlie Hebdo. Due sguardi in contemporanea, molta attesa e proprio in quella snervante pausa sembrava che in onda stesse andando una serie, prodotta da una inquietante filiera jihadista, le cui puntate erano un capitolo sanguinoso dello scontro di civiltà. Dopo i video brutali delle decapitazioni, abbiamo visto i servizi di John Cantlie, il giornalista britannico ostaggio dell’Isis, e poi la decimazione di Parigi e poi ancora la fuga dei carnefici, i blitz della polizia… Le immagini bagnate di sangue non sono più un’illustrazione della realtà, ma una parte di essa, una realtà aumentata.