Pubblicato il 08/01/2015, 11:01 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA – “ANGELINA JOLIE? È SOLO UNA BIMBA VIZIATA. E BARACK OBAMA…”

Segreti e bugie: le mail scandalose che imbarazzano Hollywood. La diva Jolie è di “poco talento”, scrivono un produttore e la boss della Sony. Che prendono in giro anche Barack Obama. Un gruppo di pirati informatici ha svelato migliaia di trame, documenti, messaggi. E si scopre che perfino James Bond…meta name=”news_keywords” content=”oggi, sony, angelina jolie, barack obama

Rassegna stampa: Oggi, pagina 48, di Deborah Ameri.

“Angelina? è solo una bimba viziata”

Segreti e bugie: le mail scandalose che imbarazzano Hollywood. La diva Jolie è di “poco talento”, scrivono un produttore e la boss della Sony. Che prendono in giro anche Barack Obama. Un gruppo di pirati informatici ha svelato migliaia di trame, documenti, messaggi. E si scopre che perfino James Bond…

La Hollywood del glamour, degli abbracci fraterni sul red carpet, delle moine tra attori, registi, produttori? Dimenticatela. È bastato un gruppo di hacker (secondo la Cia manovrati dalla Corea del Nord, anche se non tutti sono d’accordo), ad affossare quell’immagine edulcorata e fasulla della città del cinema. Immaginatevi coltellate alla schiena (metaforiche), insulti e quintali di cinismo. A offrirci questo succoso copione è stata la Sony Pictures, di nuovo vittima dei pirati informatici a causa di un film, The Interview, in cui si racconta di un complotto per assassinare il dittatore nordcoreano Kim Jong-un. Per punire la casa di produzione, gli hacker ne hanno rivelato i segreti attraverso migliaia di documenti, dettagli sui guadagni di dipendenti (e star) e soprattutto e-mail scottanti. Come quelle tra il produttore Scott Rudin e la co-presidente di Sony Amy Pascal. L’oggetto del contendere è il tanto atteso film-biografia Jobs (sul fondatore della Apple Steve Jobs). Rudin vuole che a dirigerlo sia David Fincher ma la sua mossa «ha fatto infuriare» (dice Pascal) nientemeno che Angelina Jolie, che vorrebbe Fincher alla regia di Cleopatra. L’ultimo film in cui reciterà. Ma il progetto sulla regina egizia è ancora in alto mare e Rudin perde la pazienza quando Pascal gli chiede di chiamare Angelina per calmarla: «Non ho tempo per fare questa telefonata (…)» spiega. «Sarà meglio per te se chiudi la bocca ad Angie. Non c’è alcun film dal titolo Cleopatra. Solo l’ego smanioso e viziato di questa donna (Jolie)». Svariate e-mail dopo, quando Cleopatra sembra ormai solo un’ipotesi. Rudin sferra l’ennesimo attacco alla signora Pitt: «Ormai siamo alla pazzia. Ma ti dico una cosa: non distruggerò la mia carriera per una ragazzina viziata di poco talento che dopo 18 mesi di lavoro ha pensato bene di accantonare Cleopatra per andare a dirigere un film (Unbroken)».

I dibattiti su Jobs proseguono. Sony non riesce a trovare un protagonista. Anche Leonardo DiCaprio rifiuta. Idem Tom Cruise. Ci provano con Michael Fassbender (anche se non è ritenuto abbastanza famoso), ma non funziona. E la giovane produttrice che dovrebbe finanziare il film, Megan Ellison, viene definita da Rudin «una lunatica bipolare». Così la Sony tanto (non) fa e tanto dice che perde il film a vantaggio della Universal. Gli ormai leggendari Rudin e Pascal sono anche protagonisti di un altro scambio di dubbio gusto, definito dai media «razzista» e un insulto personale verso Barack Obama. Pascal partecipa a una cena di gala dove incontrerà il presidente Usa e chiede consiglio a Rudin su quali argomenti affrontare con lui. «Forse dovrei chiedergli se gli è piaciuto Django Unchained (storia di uno schiavo di colore diretta da Tarantino, ndr)», azzarda Pascal. «No, meglio 12 anni schiavo», ribatte Rudin. A quel punto i due si lanciano a citare una lista di pellicole con attori o registi di colore. Insomma, una figuraccia. Un’altra bega da condominio (il livello è quello) scoppia sul nuovo James Bond, intitolato Spectre. Il copione del film più atteso del 2015 è ormai da giorni in rete e adesso si sa esattamente come finirà e chi interpreta chi (non ve lo riveliamo per non rovinarvi la sorpresa). Ma le e-mail di Sonyleaks svelano soprattutto che, nonostante un budget di 300 milioni di dollari, il copione è fiacco, i dirigenti non sanno dove sbattere la testa e urge in fretta una soluzione. In una nota disperata di uno dei boss si legge: «Abbiamo bisogno di un colpo di scena invece che di insipide sequenze di inseguimento con pistole!». Sarà un mega flop il quarto Bond di Daniel Craig? Lo sapremo a fine anno. Se anche fosse, la Sony ha già pensato al rimpiazzo. Il prossimo agente con licenza di uccidere sarà Idris Elba. il primo 007 di colore.