Pubblicato il 16/12/2014, 22:28 | Scritto da La Redazione

ROBERTO BENIGNI: UNA SECONDA SERATA DEDICATA SOLO A DIO. NIENTE POLITICA

ROBERTO BENIGNI: UNA SECONDA SERATA DEDICATA SOLO A DIO. NIENTE POLITICA
Il premio Oscar per la seconda serata dedicata ai “Dieci Comandamenti su Rai1 mette da parte la politica e la corruzione e si concentra sulle tavole bibliche. Racconta e spiega gli ultimi sette comandamenti rimasti e conclude con un inno alla felicità.meta name=”news_keywords” content=”dieci comandamenti, roberto benigni, rai 1“ Roberto come Mosè. Ha scritto i […]

Il premio Oscar per la seconda serata dedicata ai “Dieci Comandamenti su Rai1 mette da parte la politica e la corruzione e si concentra sulle tavole bibliche. Racconta e spiega gli ultimi sette comandamenti rimasti e conclude con un inno alla felicità.meta name=”news_keywords” content=”dieci comandamenti, roberto benigni, rai 1

Roberto come Mosè. Ha scritto i Dieci comandamenti sulla tavola dell’Auditel, accontentando tutti, il ricco e il povero, le donne e gli uomini, i giovani e gli anziani. Il giorno dopo la prima del suo spettacolo dedicato ai Dieci Comandamenti siamo sull’orlo della beatificazione. Per la santificazione bisognerà attendere i risultati della seconda puntata andata in scena ieri: viste le premesse, a Viale Mazzini hanno già dato luce all’aureola. Il gaudium magnum è cominciato dal  mattino, non solo per il bottino di Auditel, ma anche perché per la prima volta Benigni non ha scatenato accese polemiche politiche a destra e sinistra, non ha inneggiato a Wojtylaccio o tentato di spogliare la Carrà. No, stavolta il premio Oscar è volato alto, forse è il caso di dire altissimo. E dall’alto del palazzone di vetro di Viale Mazzini arrivano gli inni di gioia. Scrive in una nota il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi: «Ringrazio lo straordinario Roberto Benigni che ci ha regalato una serata di grandissima profondità e bellezza». Il direttore di Rai 1, Giancarlo Leone, preferisce Twitter per esprimere la propria soddisfazione per «il programma più visto dell’anno (escludendo Sanremo). I contatti pari a 16.404.732». Un trionfo, che a guardare i risultati di ascolto degli show precedenti, si ridimensiona: con l’esegesi dell’Inno di Mameli Benigni incassò oltre quindici milioni di spettatori con il 50% di share per la serata di Sanremo che lo ospitò, mentre con lo show sulla Costituzione, “La più bella del Mondo”, arrivò a dodici milioni e mezzo di spettatori.

Ieri sera Benigni ha raccontato gli altri sette comandamenti, con la stessa intensità con cui ha spiegato i primi tre, ma prima di cominciare si è concesso qualche battuta. «Forse ho esagerato a parlare di queste cose con troppo calore, di solito mi fermano per fare una foto, ieri uno si voleva confessare, uno mi ha chiesto se ero libero per fare un battesimo, gente che mi voleva destinare l’8 per mille, un altro voleva venire alla Messa di natale, quest’anno poi è un Natale speciale, con questa crisi: per risparmiare molti restano a casa, altri sono ai domiciliari…». Benigni parte dal quarto comandamento : “Onora il padre e la madre” e lo spiega mischiando alle Sacre scritture i ricordi del Roberto bambino: «A scuola, durante l’ora di religione la maestra mi chiese cosa significava questo comandamento e io risposi: “Questo comandamento vuol dir che se si vuole bene alla mamma e al babbo il Signore ci fa campare di più”». Il quinto comandamento: “Non uccidere”. «La storia dell’umanità si apre con un omicidio: Caino inaugura la razza umana uccidendo il fratello Abele innocente con cui non si era mai parlato. Se vogliamo sopravvivere dobbiamo davvero cambiare mentalità e vedere un mondo in cui la pace non deve essere un risultato temporaneo tra una guerra e l’altra.»

Sesto comandamento: “Non commettere adulterio”. Benigni si scatena.«Qui la Chiesa ha cambiato il testo, l’ha trasformato in “non commettere atti impuri”. La Chiesa si giustificava dicendo: “Non commettere atti impuri è composta da due parti, una non commettere adulterio e l’altra che impone la castità, la virtù che i preti si tramandano di padre in figlio… Ma il comandamento non parla di castità né dell’anima né del corpo». Chissà se anche stavolta la Chiesa apprezzerà. Benigni continua: «La Chiesa ha fatto diventare sesso e peccato sinonimi. Al catechismo questo comandamento voleva dire una cosa sola, riguardava noi ragazzi maschi di dodici anni, invitati a non fare quella cosa là. Poi da grande ho scoperto che questo peccato se l’erano inventato i preti, roba da fare causa alla Chiesa, insieme ai miei amici dovevamo fare una class action, si poteva stare bene come dei papi, diciamo maraja va».

Arriva il settimo comandamento “Non rubare”, fin troppo facile per Robertaccio. «Dio ci ha voluto riservare un trattamento di favore, ci ha fatto un comandamento proprio per noi italiani. È il meno seguito, forse perché formulato male? Eppure lo capirebbero anche i bambini, e infatti in Italia lo capiscono solo i bambini. All’inizio si riferiva soprattutto al furto di persone, ai sequestri, al commercio degli schiavi. Oggi la parola ladro non fa più nessun effetto, anche quando li prendono non è che si vergognano, anzi, sono quasi orgogliosi. E poi ci sono quelli che si fanno corrompere con facilità e per pochi soldi, uomini che si fanno comprare, ma non si rendono conto che quello è il gradino più basso dell’umanità? La condizione per la liberazione deve essere la restituzione dei soldi: il Governo ha detto che vuol varare questa nuova legge, cioè che quando si prende un ladro deve restituire i soldi. Ma prima non era venuto in mente a nessuno? Gli evasori fiscali, la tassazione esagerata che diventa un furto anche quello, l’usura, i veleni sversati nella terra sono furti fatti a noi, perché ci rubano l’ambiente in cui viviamo. Non dare lavoro è rubare la vita a una persona. Anche quando organizziamo la vita degli altri con ritmi di lavoro forsennati è rubare l’anima».

Ottavo comandamento “Non dire falsa testimonianza contro il tuo prossimo”. «Ordina di dire sempre la verità? No, sarebbe tremendo, ci sono bugie necessarie. Il potere ci nasconde la verità, è una legge alla quale tutti i poteri obbediscono: il potere mente, sempre.».

Nono comandamento: “Non desiderar la donna d’altri”. «Ormai Dio e Mosè sono entrati in confidenza e cominciano a parlar di donne. Non vuol dire che è proibito guardare una donna, ma vieta di desiderare la moglie del prossimo, con una macchinazione per raggiungere quello scopo senza badare a leggi morali». Decimo comandamento: “Non desiderar la roba d’altri”: «È il desiderio più triste del mondo». Benigni conclude lo show con un altro comandamento: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. «Il problema fondamentale dell’uomo è rimasto sempre lo stesso: amarsi. Non ci rimane molto tempo, affrettiamoci ad amare, amiamo troppo poco e troppo tardi. Cercate la felicità, ce l’hanno data in dono quando eravamo piccoli, l’abbiamo nascosto questo regalo, cercatela e vedrete che esce fuori, e anche se lei si dimentica di noi, noi non ci dobbiamo dimenticare di lei. Non dobbiamo aver paura nemmeno della morte, ma di non cominciare mai a vivere davvero».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Roberto Benigni)